capitolo 4

1.7K 97 5
                                    

Non credevo possibile che una persona potesse essere spaventata e terrorizzata fino a questi livelli.
Mi sento un budino ma allo stesso tempo sono una lastra di ghiaccio.
Non riesco a muovermi e a parlare.
Le parole sembrano essere finite.

《No no no.》-parlo.

《Figliola, è inevitabile. Prima o poi sarebbe accaduto.》-dice col fiatone.

Guardo un punto indefinito di fronte a me.

《Dobbiamo avvertire tutti.》-dico.

《Bisogna farlo con cautela. Ci sono persone che ti possono ritenere pazza e non crederti.》 -risponde.

《Adesso vado dal Re e lo avverto. Cerca di trovare qualche soluzione, figliola.》

Detto questo si allontana.

《Cosa faccio?》-Mi domando.

Vorrei tanto scappare e rinchiudermi in camera sotto le coperte ed evitare tutto questo, ma so che è un mio fardello e ci sono molte persone che hanno in fiducia in me.
Ritorno dall'albero e rimango pietrificata. È come nella mia visione.
Le foglie cadono una alla volta, uno dopo l'altro con la differenza di qualche secondo.
Sembrano che danzino con movimenti leggiadri e melodiosi, per poi incenerirsi alla fine.
Sono tantissime.
È inevitabile, ormai stanno rinando.
Ma come si può evitare che questi esseri rinascono? Se Dominic Nume li ha rinchiusi con l'aiuto di uno sciamano, forse una soluzione sarebbe di cercarne uno e richiudere le porte.
Ma come faccio a trovarlo?

"Sai come" mi dice il subconscio.

Continuo a guardare come questo enorme albero, dopo mille anni, si stia spogliando delle sue foglie color sangue. Ne sono ipnotizzata.
È normale che esista la paura, ma non bisogna lasciarsi sopraffare , altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.
Continuo a guardarlo, ma questa volta il suo aspetto leggiadro si tinge di un fascino tetro e misterioso.
I piedi avanzano verso di esso, un passo dopo l'altro.

《Cosa fai?》

Sento chiamarmi, ma non mi giro. Non perché non posso ma perché sono troppo attratta da questa magia mistica.
Continuo ad avanzare come una calamita.
Mi fermo e una foglia cade ai miei piedi, la vedo incenerirsi e sparire nel nulla.
L'albero mi impedisce di essere razionale ma la cosa non da fastidio.
È come stare a casa.
Poso il palmo ruvido della mia mano sulla corteccia umida e ritorno in quella che ormai è un'altra realtà.

Poso il palmo ruvido della mia mano sulla corteccia umida e ritorno in quella che ormai è un'altra realtà

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

《Eccoti di nuovo.》

Non è l'albero questa volta, è una voce maschile e gelida.
Mi scrollo quella sensazione di benessere per poi ritornare alla solita me.

《Chi sei?》 -Chiedo barcollando nel buio.

《Lo vuoi davvero sapere?》-domanda.

《Fatti vedere.》-Continuo.

Nashell: La Rinascita (#2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora