capitolo 20

761 60 0
                                    

I rumori mi arrivano ovattati.

Sento la testa pesante come il piombo e le punta delle dita gelate.

Tento di aprire gli occhi ma sembrano come incollate e proprio non vogliono separarsi.

Apro prima l'uno e poi l'altro.

Delle possenti mani mi si appoggiano sulle spalle e mi scuotono leggermente.

《Cosa ti è preso?》Sento.

Lo guardo.

《Ehi..》mormora senza distogliere i suoi occhi magneteci dai miei.

《Mi..mi dispiace.》 Bofonchio a testa bassa.

Recupero il cristallo dalla tasca e glielo porgo.

Inizio ad allontanarmi ma la sua voce mi ferma di nuovo.

《Cosa è successo? 》 chiede con insicurezza.

Gli occhi iniziano ad umidirsi.

Lo guardo e lui guarda me.

Silenzio.

《Non sempre si può spiegare una situazione, a volte il silenzio parla già di troppe cose.》questa volta è Geleya a parlare.

Le rivolgo uno sguardo e la ringrazio con un cenno della testa.

Per quanto sento un odio profondo per quella donna, non si può negare la sua intelligenza.

Il sole cerca invano di farsi spazio tra le nuvole, ma esse sono troppe e potenti.

L'aria mi penetra nei polmoni sottraendomi dall'apnea che mi aveva imprigionata.

Le lacrime trovano via libera e iniziano a scendere, una dopo l'altra.

Imperterrita e divorata dal dolore mi ritrovo nel bosco.

Ripercorro la stessa strada che una volta feci, e per mia grande fortuna ritrovo il famigerato "luogo segreto".

Neanche l'impotenza del sole ferma l'acqua ad essere così limpida e luminosa.

Sorrido a quella meraviglia.

Non ritornavo qui da quella volta che io e Matt abbiamo litigato.

Da quella volta in cui gli dissi che lui tirava fuori il peggio di me.

Ripercorro gli ultimi avvenimenti e sorrido a come le cose sono andate ad evolversi.

Liti e bugie accantonati da un'emozione maggiore.

L'amore.

Dedizione appassionata ed esclusiva.

Faccio attenzione a non scivolare e giungo alla riva di questa cascata.

L'acqua esplode in un trionfo di spruzzi e goccioline.

Affondo le mani nelle sue acque gelide e lascio che il freddo mi intorpidisca il sangue.

Ammiro il mio riflesso.

Delle lacrime cadono sull'acqua piana formando tanti piccoli cerchi.

Delle lacrime cadono sull'acqua piana formando tanti piccoli cerchi

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

《Devi andare.》Mi ripete la mamma.

Scuoto la testa.

《Non voglio perdervi, di nuovo.》

Il dolore inizia ad essere insopportabile.

《Tu non ci hai persi. 》 Mi rammentano.

Dalla tasca estraggo la piccola pietra.

《Noi staremo con te incondizionatamente dal luogo in cui ci troviamo.》

《Lasciate che vi porti via.》

《Noi abbiamo pagato per il nostro sbaglio, ma tu puoi ancora farcela.》

Mi accascio sui gomiti.

Urlo per il dolore.

Le orecchie iniziano a fischiarmi prepotentemente.

《Di-di quale s-sbaglio parlate?》cerco di mormorare.

Sento mio padre sospirare.

《Tesoro, chiudi gli occhi.》

Scuoto la testa.

La mamma mi si avvicina e porge le sue delicate mani al mio viso.

《Ti voglio tanto bene.》mi sussurra.

Lascio scivolare le lacrime su per le guance.

《Ovunque tu andrai, qualunque cosa farai, resterai per sempre la nostra principessa.》

《Per favore.》imploro.

《Qualunque cosa ti dirà, tu non fidarti. Non è tua amica.》

Aggrotto la fronte.

Papà mi stampa un bacio sulla fronte.

《Adesso chiudi gli occhi.》

Abbasso lentamente le palpabre facendo scivolare le ultime lacrime.

《È l'amore che ricorderai.》

Continuo a singhiozzare

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.


Continuo a singhiozzare.

Mi rigiro nel letto.

Fa troppo freddo per riuscire a dormire ed i soliti pensieri poi, non aiutano a conciliare il sonno.

Mi tiro su e poggio la schiena alla spalliera del letto.

Asciugo una delle tante lacrime.

Dopo la mia breve visita alla cascata mi sono chiusa in camera, evitando qualsiasi contatto con il mondo esterno.

Qualcuno direbbe che sia una scelta basgliata.

E come dargli torto?

L'aria fredda soffia rumorosamente attraverso i vetri della finestra.

Un tuono mi fa sobbalzare.

Sono come bombe che scoppiano all'improvviso.

Tra poco finirà la tempesta, mi dico, mentre trascino fin sotto il naso la coperta di lana.

Un'altro tuono.

Con un leggero movimento delle dita scosto la tenda, permettendomi di dare un'occhiata a quella squallida notte.

Mi avvicino.

Forse è solo un'illusione, ma so che quella improvvisa stretta allo stomaco non è dovuta al dolore che poco fa mi divorava.

La luce lunare mira alla mia faccia come una torcia.

Sotto di essa un uomo rimane immobile ad osservarla.

Perché si tova li?

Un lampo squarcia il cielo, illuminando tutto ciò che di bello ha intorno.

Sgrano gli occhi.

Cado col sedere per terra.

Stava guardando me.

Cerco di rialzarmi, un pó titubante.

Mi riaffaccio alla finestra , ma questa volta rimango pietrificata.

Non è più lì.

Nashell: La Rinascita (#2)Where stories live. Discover now