capitolo 28

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Sono le undici passate e tra poco, come sempre, andrò nella mia seconda lezione della giornata.

Matt sta in silenzio con le braccia conserte e lo sguardo perso. Sembra non essere presente, immerso in qualche pensiero.

Mi passa l'idea di evitarlo, ma insomma...non posso. O si?

Sarebbe stupido farlo, in fondo di cosa ho paura?

Che si riempia di tutti i miei dubbi, domande e ogni singolo problema. Parla il mio subconscio.

Si gira dalla mia parte, notando che sono ferma ad osservarlo.

Sento il sangue affluire sulle guance, e le mie labbra si curvano in un sorriso timido.

《Com è andata la lezione? 》

《Come il solito.》taglio corto. 《Perché non mi hai detto che è tua zia?》

《Beh..》si gratta la nuca. 《Non racconto dettagli sulla mia vita privata.》

Già.. ci sono cose di lui che sono nascosti.

《Ma potevi dirlo a me!》 Sbotto.

Mi guarda, perplesso dalla tensione che improvvisamente si è creata.

《Cosa ti sta succedendo? 》Mi domanda allibito.

Lo guardo, lo guardo, lo guardo e infine dico: 《Niente.》

Riprendo a camminare.

Mi afferra per un braccio e mi blocca.

《Vuoi dirmi cosa ti sta succedendo? È perché sono partito improvvisamente? O perché...》

Lo fisso stranulata, vorrei dargli delle spiegazioni ma una forte fitta allo stomaco mi blocca.

《Non sta succedendo niente.》sbotto.

《È da quella volta alla cascata che sembri strana.》

La volta che Dominic Nume mi ha fatta visita, vorrei dirgli.

《Sono semplicemente stanca.》mormoro.

《No, non è vero. C'è qualcosa che ti tormenta. 》

《È solo stanchezza. Adesso devo andare ad allenarmi. 》

Mi allontano frettolosamente fino ad arrivare nel campo dove di solito ci alleniamo.

Non è molto distante dal castello.

《Sei in ritardo, brunetta. 》

《Adesso sono qui.》brontolo.

《Allora iniziamo!》esclama la nostra guardia/allenatore.

《Piegate leggermente le gambe e tenete il busto parallelo al suolo. Non dimenticate di tenere il braccio sinistro all'altezza del volto.》Ci spiega.

Mi metto, dunque, nella posizione.

Sferro il primo colpo e riesco a colpire la spalla del mio avversario.

《Vacci piano, brunetta. È un allenamento. 》

In risposta ne sferro un altro, ma questa volta riesce a pararlo.

Mentre continuo a sferrare pugni e calci con tutta la violenza di cui sono capace, sento l'adrenalina pomparmi nelle vene.

Alex riesce a colpirmi alla bocca dello stomaco.

Immediatamente mi irrigidisco, mi sento avvampare.

Tutta questa tensione sembra avere il suo sfogo.

Nashell: La Rinascita (#2)Where stories live. Discover now