La tana dei Leoni di Montagna

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   Nelle foto sopra potete vedere Itoya (quello con la cicatrice e i capelli bianchi) e Kazuki

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   Nelle foto sopra potete vedere Itoya (quello con la cicatrice e i capelli bianchi) e Kazuki.

"Manca ancora molto?" chiese Zen asciugandosi una goccia di sudore che lentamente gli stava colando dalla tempia e spronando il cavallo a proseguire più veloce per la ripida salita, desideroso di arrivare al più presto a destinazione.

"Non ricordavo che la strada fosse così lunga" concordò Mitsuhide affiancandosi al suo principe.

Ormai il sole era tramontato da un pezzo e riuscire a vedere anche solo la strada era diventato difficile, in più stavano percorrendo quel sentiero da parecchio tempo ma ancora non era giunto alcun segno o luogo familiare che indicasse che la destinazione fosse vicina.

Kazuki e Itoya sorrisero e si scambiarono uno sguardo di reciproca intesa "E' stata studiata apposta" spiegò il più giovane. "Da dove siamo partiti la strada gira intorno alla montagna e si dirama in più direzioni fra gli alberi; così facendo qualunque intruso si smarrisce e noi abbiamo il tempo di avvistarlo e suonare l'allarme."

"A proposito" si intromise Itoya "Vi saremo grati se non rivelaste a nessuno di questo sentiero."

"Tranquilli, il vostro segreto è al sicuro con noi" risposero il principe e la sua guardia.

Ad un tratto in lontananza scorsero la luce di alcune lanterne che illuminavano il cammino, erano disposte ai lati della strada e penzolavano dai lati degli alberi, come se gli spiriti della foresta si fossero divertiti a rubare delle stelle dal cielo color pece e a sistemarle tra le fronde.

"Signori miei, benvenuti alla tana dei Leoni di Montagna" annunciò Itoya con una punta di orgoglio.

I quattro uomini seguirono la via indicata dalle lanterne fino a raggiungere il massiccio ponte di legno, oltre il quale li attendeva una figura imponente, la postura rigida e le braccia incrociate sul petto. Man mano che si avvicinavano si fecero sempre più nitidi i suoi capelli rosso scuro che incorniciavano il viso percorso da un ghigno compiaciuto.

Attraversato il ponte i quattro scesero da cavallo e Zen si avvicinò per primo, accennando un inchino.

"Buonasera, Mukaze-sama."

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