Un arrivo a corte

339 19 12
                                    

Era passata una settimana dall'incidente di Shirayuki e la notizia si era diffusa in tutto il palazzo, scatenando un'unica reazione: una grande preoccupazione collettiva. La dolcezza e il buon animo di Shirayuki avevano fatto breccia nel cuore di tutti, la sua forza di volontà e la grande passione che metteva nel suo lavoro l'avevano fatta benvolere da tutti.

Quella mattina c'era un po' di trambusto: un ospite importante era atteso durante la giornata e due guardie svolgevano il loro servizio mattutino ai battenti del cancello principale. Ma il più giovane dei due sbuffò, lasciandosi scappare un lungo sbadiglio.

L'altro gli lanciò un'occhiata di sottecchi. "Datti un contegno, stiamo lavorando."

"Ma senpai! Ho passato tutta la notte a pensare alla povera Shirayuki. Chissà come se la passa il principe Zen!" si lamentò il più giovane, voltandosi in direzione del suo senpai, che mantenne imperterrito lo sguardo fisso di fronte a se. "Qualche giorno fa ho incontrato il principe Zen nei corridoi, non aveva una bella cera" disse improvvisamente senza mutare espressione.

"Chissà quanto è triste il principe ora!" si lamentò l'altro. "Ehi! Ho un'idea. Perché non andiamo a trovare Shirayuki?"

"No."

"Perché no senpai?" piagnucolò la giovane guardia.

"Perché anche se la andassimo a trovare lei non ci riconoscerebbe" disse cupo abbassando lo sguardo e zittendo l'altro che, intristito e quasi con le lacrime agli occhi, non aprì bocca.

"Finiamo questa giornata e basta. Sono stanco." sentenziò mentre l'altro annuiva mestamente.

Entrambi ripresero il loro compito di pattuglia, con un desiderio mai espresso sulle labbra e un peso sul cuore.

Il chiarore dei primi raggi mattutini riscaldava l'aria, dando una leggera sensazione di tepore sulla pelle. Una giovane ragazza dai capelli rossi passeggiava tranquilla nel giardino, godendo del calore del sole e circondata da innumerevoli piante e fiori. Dietro di lei Obi non la perdeva d'occhio, seguendo ogni suo movimento.

"Quindi tu sei una specie di soldato speciale?" chiese Shirayuki rompendo il silenzio e voltandosi dietro di lui.

"Una cosa del genere. Il principe Zen mi ha assunto perché ha molto a cuore la tua sicurezza e la tua felicità" disse sereno. Un leggero rossore invase le guance della giovane quando il ragazzo nominò Zen. Non lo aveva più rivisto dopo quella sera e quando attraversava i corridoi faceva molta attenzione a non incrociare lo sguardo di nessuno e passare inosservata, ma la maggior parte delle volte falliva clamorosamente. C'era sempre qualcuno che la fermava domandandole come stava o se avesse bisogno di qualcosa. Quella situazione iniziava procurarle disagio, odiava vedere la compassione negli occhi degli altri quando la guardavano; la povera ragazza che aveva perso la memoria.

Obi era stato una piacevole sorpresa: ricordava vagamente di averlo visto il giorno dell'incidente nella serra, ma era ancora tutto molto confuso; si era presentato una settimana prima alla porta della sua stanza, autoproclamandosi sua guardia del corpo e non lasciandola nemmeno per un attimo. Da una parte era un po' fastidioso essere costantemente seguita, come avere una seconda ombra, dall'altro però si sentiva sicura, un senso di protezione e attenzione la avvolgeva come una calda coperta, confortandola e rassicurandola.

Obi le aveva detto che si conoscevano da prima dell'incidente, ma non le aveva mai fatto pressioni di alcun tipo, esortandola a ricordare o guardandola con quella compassione che tanto odiava.

Obi le aveva detto che si conoscevano da prima dell'incidente, ma non le aveva mai fatto pressioni di alcun tipo, esortandola a ricordare o guardandola con quella compassione che tanto odiava

Oups ! Cette image n'est pas conforme à nos directives de contenu. Afin de continuer la publication, veuillez la retirer ou télécharger une autre image.
Remember meOù les histoires vivent. Découvrez maintenant