Finalmente a casa

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Aveva appena detto addio a Clarines.
Non aveva voluto salutare nessuno, nemmeno Kiki e Mitsuhide, nonostante fosse piena di gratitudine nei loro confronti.
Ma dopo aver assistito a quella scena non vi era stato più nessun dubbio: Zen non l'amava. Erano bastate due moine da parte della principessa Mayu per dimenticarsi delle belle parole di cui si era riempito la bocca. Le lacrime che scendevano imperterrite le offuscavano la vista, ma lei sapeva esattamente dove stava andando.
I suoi bagagli erano ancora lì, dove li aveva lasciati, se li era caricati in spalla ed aveva infilato la lettera in tasca, per poi precipitarsi nel cortile, ed una volta lì pregare una delle guardie di chiamarle una carrozza.La strada che si lasciava alle spalle spariva inghiottita dal profilo delle colline e gli alberi sfilavano davanti a lei come tanti soldati sull'attenti.
L'abitacolo della carrozza era freddo e silenzioso, così come si sentiva lei. Nessuna dolce presenza dai capelli bianchi stava di fronte a lei per confortare la sua solitudine.
Shirayuki poggiò le mani sulle ginocchia strinse i pugni, doveva assolutamente dimenticarsi di Zen e lasciarsi alle spalle tutto ciò che era accaduto nelle ultime settimane.
Stava per iniziare la nuova vita, la sua vera nuova vita, e se voleva almeno tentare di essere felice non poteva più stare ancorata al passato.
Avrebbe voltato pagina e lo avrebbe fatto con le sue sole forze.

Uno scalpiccio di zoccoli accanto al mezzo la riscosse, portandola a sollevare velocemente lo sguardo

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Uno scalpiccio di zoccoli accanto al mezzo la riscosse, portandola a sollevare velocemente lo sguardo.
Il viso di Obi si trovava più o meno all'altezza del finestrino; il ragazzo montava uno splendido destriero bianco, che aveva preso nelle stalle quando vedendola partire in tutta fretta, si era offerto (o meglio, imposto) di scortarla fino al confine.
"Tutto bene, Shirayuki?" domandò apprensivo puntando il suo sguardo felino in quello malinconico di lei.
"Sì, diciamo di sì" rispose sforzando un sorriso.
Obi lo ricambiò non troppo convinto, per poi tornare a prestare attenzione alla strada davanti a se, lasciandola di nuovo sola coi suoi pensieri.
Il sole era tramontato da un po' e le prime stelle puntellavano il cielo striato di rosso quando Obi ordinò al cocchiere di fermarsi e scese velocemente da cavallo.
"Ojou-san?" chiamò avvicinandosi allo sportello.
"Che succede?" domandò lei precipitandosi fuori dall'abitacolo e guardandosi attorno.
"Nulla tranquilla" la rassicurò lui poggiandole le mani sulle spalle.
Poi un'ombra gli attraversò il volto. "Ma ora è tempo di separarci, siamo giunti al confine. D'ora in avanti dovrai proseguire da sola."
Sola. Già. Shirayuki avrebbe dovuto abituarsi presto a quella parola.
Tremante, prese una mano di Obi fra le sue e senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi disse:" Grazie per tutto quello che hai fatto per me, non lo dimenticherò mai."
Un sorriso intenerito si dipinse sulle labbra del giovane, che si sporse in avanti per lasciarle un delicato bacio sulla fronte.
"Abbi cura di te."
Lei annuì piano cercando di cacciare indietro le lacrime che minacciavano di iniziare a scorrerle sulle guance.
"Vieni a trovarmi qualche volta."
Obi le fece l'occhiolino. "Non ti libererai tanto facilmente di me, Ojou-san."
"Shirayuki" lo corresse lei un attimo prima di rimontare sulla carrozza e fare un cenno al cocchiere, che con un veloce colpo di frusta spronò i cavalli.
Se avesse indugiato ancora era certa che non sarebbe più partita.
Obi alzò la mano in un segno di saluto, non l'abbassò nemmeno quando la carrozza sparì inghiottita dalla curva della strada.
"Shirayuki" ripetè in un sussurro che si dileguò nel vento.

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