Molto più che amici

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|| Mitsuhide x Kiki||

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|| Mitsuhide x Kiki||

Quando le due lame d'acciaio cozzarono fra loro un fragore metallico si diffuse nell'aria.

Nel piazzale retrostante il castello, su un campo di terra battuta color mattone, le due guardie del principe Zen si stavano allenando com'era loro consuetudine fare nel tardo pomeriggio.

Un rivolo di sudore colò dalla fronte di Mitsuhide, per poi scorrere lungo la guancia e sparire nel colletto della camicia.

Kiki invece, nonostante le ore trascorse ed il sole cocente, sembrava ancora fresca come una rosa.

"Lo dicevo io" fece la bionda assestando con grande maestria un colpo che l'altro parò a fatica. "Sei fuori forma."

"Sei tu che ti accanisci troppo, è solo un allenamento" rispose Mitsuhide tentando un affondo che fallì miseramente.

Kiki sfoderò uno dei suoi sorrisi freddi. "Mai sottovalutare l'importanza di un duro allenamento."

"Sì ma ..." iniziò a protestare Mitsuhide abbassando la guardia. La ragazza approfittò di quell'attimo di debolezza per assestargli un colpo in pieno petto con l'elsa della spada.

Il giovane barcollò all'indietro, per poi perdere l'equilibrio e rovinare a terra sulla schiena, alzando una nuvola di polvere.

Kiki non gli lasciò il tempo di rilassarsi e gli premette uno stivale sullo sterno, per non farlo muovere.

"Trentasei a zero" annunciò con aria trionfante, poggiando l'avambraccio sulla coscia e piegandosi in avanti. Poi con aria accigliata chiese:" Non sei ancora stufo di prenderle?"

Contro ogni sua aspettativa il volto di Mitsuhide si aprì in un largo sorriso. "Al contrario, c'è una bella vista da quaggiù."

La bionda non ebbe il tempo di rielaborare la frase che l'altro l'afferrò saldamente per il polpaccio e la tirò verso di se.

Kiki agitò le braccia per tentare di mantenersi in equilibrio, ma la stretta di Mitsuhide era ferrea ed anche lei finì a terra, sopra di lui.

"Adesso che fai mi abbracci?" domandò il giovane per nulla infastidito.

Kiki, al contrario, stava ribollendo dentro di se di imbarazzo e rabbia.

"Levati" sibilò cercando di rialzarsi, ma Mitsuhide la trattenne poggiandole una mano sulla schiena.

"Non devi sentirti in imbarazzo con me" le sussurrò con i loro visi a pochi centimetri.

Kiki distolse in fretta lo sguardo. "Non sono imbarazzata."

Invece lo era eccome, tutta quella smania del contatto fisico dal parte del partner la metteva a disagio, anche se non lo dava a vedere.

Era cresciuta in un ambiente rigido, suo padre era un conte di un'importante casata, sempre troppo preso dai suoi affari per occuparsi del figlio, la madre invece era un'amante della vita da salotto e dei ricevimenti. Così lei era cresciuta coi suoi fratelli maggiori, che le avevano insegnato l'arte della spada e dell'equitazione, non dell'affetto e della dolcezza.

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