5. Lovely

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"Io ehm...stavo...", cercò di trovare una giustificazione plausibile, ma sia le condizioni in cui si trovava che il fatto che di giustificazioni ce ne fossero davvero poche non gli permisero di dire nient'altro.
"Non importa, non dev'esserci per forza una ragione, giusto?", disse Tyler sorridendo.
Josh annuì ricambiando il piacevole sorriso.
"Ti piace quest'albero? Anche ieri pomeriggio ci parlavi", continuò, Josh avvampò.
Se ne era accorto.
Che imbarazzo.

"Si, no lui...", Josh si stava picchiando internamente, ancora non era riuscito a dire una frase di senso compiuto anche se, ad essere sinceri, non pareva molto che Tyler facesse del suo meglio per non metterlo a disagio.
"Stai tranquillo, non ti giudico, anche io parlo con un albero, sta nel giardino di casa mia", nel mentre si piegò e si sedette per terra di fronte a Josh, che diede le spalle all'altro Tyler.

La conversazione stava diventando per Josh alquanto ambigua e fuori luogo, ma stava a lui adesso scegliere che idea di lui dare.
"Non parlo con gli alberi", disse serio "è da stupidi", continuò.
Tyler si stupì, o almeno stupita pareva la sua faccia, strappò due fili d'erba e concluse
"Va bene, posso andarmene allora", disse alzandosi, a Josh cominciò a battere il cuore come un rullo di tamburi che precede un colpo di scena, non voleva che se ne andasse.

"Si chiama Tyler", disse velocemente, sperando di riuscire a trattenerlo.
Lui si fermò, si rigirò e rifece lo stesso solito sorriso che tanto sconvolgeva le vene di Josh.
Poi si risedette, tornando a giocare con l'erba che gli era davanti, pettinandola come fossero capelli.

Josh mantenne l'attenzione su quel movimento tanto dolce quanto eccitante, finché Tyler non parlò ancora "che onore chiamarsi come lui", disse.
Josh spostò di scatto lo sguardo su di lui, gli si fermò il cuore completamente, come la capacità di muovere gli arti del corpo.

Si chiamava Tyler, il suo nome era Tyler.
Tyler.
"Tu...tu ti chiami...", iniziò, la sua voce faticava a rimanere stabile.
"Tyler, si. Tu sei?", Josh spalancò la bocca, non poteva davvero credere a quello che gli stava dicendo.
Tra migliaia di nomi, milioni di nomi, miliardi di nomi, il suo era quello che gli aveva affibbiato Josh.

"Sono Josh", disse porgendogli la mano.
"Oh no, niente mano", disse guardandola.
Josh la ritrasse subito e arrossì ancora una volta.
Aspettò spiegazioni inutilmente, poiché Tyler ci mise pochi secondi a cambiare completamente discorso.

"Be', Josh, come mai i capelli rossi?", non aveva idea di cosa rispondere (strano), non c'era una ragione dietro a suoi capelli colorati.

O forse sì.

Provò a tossire per guadagnare tempo, anche se lo sguardo incuriosito di Tyler non cambiò affatto.

"Be' io...", tossì ancora "credo di non aver un cuore, per cui dato che manca del rosso qui", indicò il suo petto con un dito "ho deciso di metterlo qui", finì indicando la sua chioma rossa.

"Interessante", sorrise Tyler smettendo di giocare con l'erba, "ma se tu non avessi un cuore a quest'ora saresti già morto", disse incrociando le dita tra loro.
"Io...non intendevo l'organo, ma...io... intendevo metaforicamente...", disse nervoso.
Davvero non aveva capito?
O stava solo facendo il simpatico?
"Anche io", rispose Tyler, a Josh scorse nelle vene una piacevole inquietudine che trasformò l'imbarazzo in curiosità.
"Cosa?"

"Intendevo morto dentro. Vedi, Josh, tu hai detto che pensi e che sei convinto che esistano persone senza cuore, giusto?"
Josh annuì.
"La verità, invece, è che la maggior parte ce l'ha, ce l'ha eccome un cuore", affermò alzando il tono della voce "ma non lo usa".
"Ce l'ha , ma non lo usa, e sai perché ?"
Josh scosse la testa,
"perché spesso viene ritenuto un ostacolo, una cosa inutile, che non serve a niente, una perdita di tempo".
"Le persone realmente senza cuore sono tutte morte, e non parlano con gli alberi o sono così malinconiche", concluse.

"Quindi...", dedusse Josh.
"Le uniche persone senza cuore sono i morti, ma non perché sono morti" spiegò Tyler.
Un senso logico ce l'aveva, un senso che Josh riuscì a trovare ed ammirare.
Gli stava scoppiando la testa, anche se non ci faceva molto caso.

Bene o male aveva capito il concetto, ma la faccia che mostrò Josh a Tyler non doveva sembrare molto convinta, bensì piuttosto incerta, dato che Tyler affermò "non tutti capisc-".
"Ho capito", affermò ancor prima che finisse la frase, e quest'ultimo sorrise.

Ci fu tra loro qualche minuto di pausa che risultò, tuttavia, rilassante più che imbarazzante, come quasi tutti i momenti di silenzio.
"Josh", lo chiamò Tyler, ed egli lo guardò negli occhi cautamente.

Lo stava ascoltando.
"Sei bellissimo", neanche controllava più le sue emozioni, un sorriso spuntò senza il permesso, da solo.
"Ancora di più quando sorridi", aggiunse.
Doveva proprio sapere cosa pensava Josh quando, invece, era Tyler a sorridere.
Così fece uscire una risata strozzata, si poteva leggermente notare il disagio negli occhi di Tyler, che lo fece risultare un pochino più umano agli occhi di Josh.

"Io, io non sono bello", disse sempre ridendo
"Allora, ti farò credere di essere bellissimo", Tyler rizzò la schiena e si mise un pugno sul cuore, così da farlo ridere di più.

Tyler poi si alzò, a dispiacere di Josh.
"Devo andare adesso", disse rammaricato.
"Ei", lo chiamò Josh.
"Ci rivedremo?", gli chiese.
Tyler sorrise lievemente "Se tu lo vorrai, quando vorrai", rispose, poi si girò e continuò la sua camminata che piano piano lo portò per la seconda volta lontano da Josh.

L'avrebbe rivisto sicuramente, era l'unica cosa che desiderava.

Hiiii frens!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e niente, buona giornata .

Ps:
Avete visto il discorso dei tøp agli AMA?Quei due beans sono il mio orgoglio e la Clique è stupenda.
Stay alive!

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