9. Drown

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"JOSH!", urlò Tyler stringendo con una forza sovrumana le mani di Josh.

"CAZZO", urlò.
"NON TI LASCIO ANDARE, JOSH, TE LO PROMETTO!", la sensazione di essere già caduto avvolgeva Josh senza lasciarlo ragionare, non ascoltava più niente, aspettava il momento in cui sarebbe caduto.

"JOSH DEVI AIUTARMI PERÒ", Josh continuava ad agitarsi e con la parte più inconscia della sua testa in panico a cercare un ramo dove aggrapparsi.
"CALMATI!", provava a urlare, ma Josh non gli dava ascolto.

"CALMATI! JOSH! PIEGATI E APPOGGIA IL PIEDE SUL RAMO. CI SONO IO, OKAY? JOSH...", al suono del suo nome la mente opaca e offuscata di Josh parve schiarirsi e la nebbia che aveva invaso il suo campo visivo sembrò sbiadirsi piano piano, la sua razionalità cominciava a prendere forma di nuovo e il cuore a battere sempre meno velocemente.

Ora non si muoveva più, era appeso saldamente a Tyler, che negli occhi aveva il terrore.
"Josh, piegati e appoggia il piede sul ramo sotto di te", disse con un tono di voce più basso e più calmo, per non spaventarlo.
Josh cercò di focalizzare bene quello che doveva fare, provò a piegare il piede destro, ma non ci riuscì, era completamente paralizzato.

"Riprova, Josh, riprova!", la stretta di Tyler non cedeva, anzi pareva aumentare ogni secondo sempre di più.
"Riprova!", Josh ebbe un'improvvisa scarica di adrenalina e finalmente con una forza che non credeva la sua alzò il piede e lo appoggio sul ramo, provocando un tonfo di angoscia ma allo stesso tempo di sollievo.

Le mani di Tyler ancora stringevano Josh, anche se era al sicuro ormai.
"Scendiamo, ora scendiamo", disse col fiatone Tyler.
"No! Tyler, scusa, mi dispiace!", rispose Josh, aveva le lacrime in bilico, e nel sottofondo delle sue parole si sentiva.

"Josh non devi dispiacerti, lo faccio per te",
rispose, il respiro affannoso non dava segno di volersene andare. Josh riusciva a percepire il suo cuore battere, da lì.

"Voglio vedere il lago", ormai nulla gli avrebbe impedito di arrivare fino a lassù, era come diventato un obbiettivo, una meta.
Una meta che Josh voleva raggiungere, sia per Tyler che per se stesso.

"Non mi interessa, hai già rischiato abbastanza. Scendiamo", Josh non ne voleva sapere di tornare giù, sarebbe arrivato sino in cima, con o senza Tyler, certo andarci senza sarebbe stato molto meno piacevole e più angosciante, ma lassù ci sarebbe arrivato.

"Tyler, io non scendo, voglio arrivare fin su", ripeté, il moretto gli scambiò uno sguardo severo, che mutò presto in un sorriso che non era il suo solito sorriso, era un sorriso che guardava Josh... ammirato, colpito. Sembrava essersi incantato sulla determinazione che egli gli aveva mostrato.

"E va bene", cedette Tyler, si girò velocemente verso il tronco e appoggiò un piede su una sporgenza e afferrò saldamente un ramo, dove si tirò su con solo la forza delle braccia per poi sedersi sopra.
Josh cominciò a sudare freddo, non ce l'avrebbe mai fatta, un brivido gli percorse la schiena come un insetto che si attacca alla pelle e non la lascia più.

"Dammi la mano, spingiti su quella sporgenza e poi siediti accanto a me", spiegò scandendo bene ogni singola parola.
Forza Josh, coraggio. Pensò.
Al massimo muori.
Si grattò la tempia e prima di alzare il ginocchio fu interrotto da Tyler, "Josh!", quest'ultimo lo guardò, aspettando
"Stai attento", nei suoi occhi si leggeva una premura che confortò Josh un'ennesima volta, Tyler era agitato, preoccupato, ma allo stesso tempo pronto ad afferrarlo se ci fosse stato bisogno, infatti una mano la porgeva a Josh e l'altra salda ad un ramo più in alto, lasciando la presa più volte per cercare il punto dove tenesse di più.

E ancora un salto, Josh appoggiò il piede nel punto più interno della sporgenza e con forza si tirò su.
Poi lasciò la mano di Tyler, come se gli fosse di intralcio, come se avesse in quel decimo di secondo calcolato come arrivare da lui senza il suo aiuto. Tyler lasciò sfuggire un leggero gridolino, spaventato, eppure Josh si tirò su come aveva fatto Tyler e si ritrovarono seduti l'uno accanto all'altro d'un tratto, sconvolti e felici.
"I miei complimenti", sorrise Tyler, e Josh simulò un leggero inchino.

"Ora guarda davanti a te", sussurrò Tyler, e spostare lo sguardo dai suoi occhi per Josh fu impegnativo.
Tuttavia lo sforzo fu ripagato benissimo, non appena Josh spostò lo sguardo il suo campo visivo venne riempito da un'enorme massa di acqua blu scura che accompagnava il cielo del medesimo colore con un fruscio capace di rilassare anche la più tormentata tra le anime.

Josh si sentì improvvisamente come in paradiso, avvolto da un'ambigua sensazione di pace che mai aveva provato ma che era molto simile a quella che lo percuoteva quando assumeva. A togliere peso superfluo dalla sua anima contribuiva anche Tyler fermamente, avercelo di fianco lo rassicurava.

Era come avere un angelo custode, una protezione, sapeva per certo di potersi fidare.
Sensazioni così non capitavano spesso nella sua vita, oserei direi quasi mai, per questo ci credeva tanto. Credeva tanto in lui. In loro.

"Che meraviglia", commentò Josh ancora in paralisi.
"già", sorrise Tyler "quasi come te", continuò. Josh avvampò e spostò l'attenzione sulle sue candide labbra che parevano le più morbide del mondo intero e pensò che di profilo fosse ancora più bello.

Si morse il labbro inferiore, per trattenere dentro di lui ogni tipo di commento o gesto imbarazzante. Non poteva permettersi di rovinarlo facendo una cagata.

"Sai, non riesco a capire dove finisce l'acqua e dove inizia il cielo", disse Tyler grattandosi una tempia.
"Be', l'acqua è più nera", rispose Josh.
"Anche il cielo lo è".
"Ma l'acqua di più" "più nera del nero", rispose abbassando gli occhi sulle sue mani, che parevano nere come l'acqua.

Alloooora

Ciao fagioli, spero che il capitolo vi sia piaciuto e comunque volevo solo dirvi che ho preso 3 1/2 nella verifica di matematica (sul compito ho seriamente scritto "auguri tyler") e niente zono una capva ignovante.

Vido.

Goner || Joshler [ITA]Where stories live. Discover now