22. Glowing eyes

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Josh si alzò presto il mattino dopo.

Tyler non c'era.

Decise comunque di uscire, avrebbe incontrato l'altro Tyler e raccontato ciò che era successo la sera prima.

Uscì come al solito con il suo fidato zaino e giacca, controllò se ci fosse ancora qualcuno in casa, ma era tutto buio per cui Josh non si sforzò neanche di salutare, lo avrebbe fatto questa volta, se in casa ci fosse stato suo padre, per vedere come sarebbe andata.

L'occhio gli pulsava, non aveva il coraggio di guardarsi allo specchio, la pancia e le gambe le aveva viste bene però e c'era più colore viola che pelle.

Qualche giorno e passa, si ripeteva.

Da un lato era grato che Tyler non si fosse ancora fatto vivo, chissà come avrebbe reagito al suo aspetto, l'ultima cosa che voleva era che si preoccupasse. Dall'altro però, un lato molto più grande ed esteso, non desiderava che qualche dolce coccola di conforto da parte del suo ragazzo.

Finalmente arrivò da Tyler, si sedette come solito però non disse nulla.

La mente era stata catturata da un'altra immagine, una persona, una ragazza continuava a fissarlo senza scrupoli, si sentiva in imbarazzo.

Era a qualche metro da lui.

Lentamente alzò la mano "Hey ciao! Sono Riley"

Riley!
Sembrava così diversa ieri sera, ma in fondo lo sapeva che avrebbe fatto fatica a riconoscerla in un diverso ambito.

"Passo spesso qui, sapevo che eri tu", bene, quindi lo aveva già visto parlare con un albero, probabilmente.

Perché tanti scrupoli?

"Ciao Riley, scusami... non ti ho riconosciuto perc-"

"Fa niente, tranquillo", sorrise timidamente e fece cenno di allontanarsi. Non sembrava molto sicura di ciò che faceva.

"Vuoi sederti con me?", le chiese sperando di toglierle quell'espressione imbarazzata che sicuramente la stava facendo sentire peggio.

"Si, certo", si avvicinò di più e si sedette di fronte a Josh.

"Grazie ancora per ieri"

"Oh, figurati... chissà cosa devi avere combinato!", Josh la guardò rabbrividendo.

"Se lo sapessi scapperesti all'istante"

"Be' tanto vale che tu me lo dica allora", ridacchiò e si risistemò i capelli ondulati dietro ad un orecchio.

Josh non voleva dirglielo e cercò un altro argomento per deviare quello.
"Tu vai al liceo?"

La sua faccia si fece perplessa.
"No, in realtà sto al primo anno di università"

"Cosa studi?"

"Psicologia", a Josh si fermò il cuore un secondo, poi ricominciò a battere un po' più veloce di prima.

"Wow... probabilmente è ciò che farei anche io se non...", si bloccò ancora una volta e spostò lo sguardo sperando che Riley lasciasse perdere quell'evidente passo falso che aveva compiuto.

Eppure. "Se non?", chiese.

Josh ci mise qualche secondo a rispondere.
"Se non... passassi le giornate con Tyler", quel nome era riferito ad entrambi.

"È così che hai chiamato quell'albero?", ridacchiò di nuovo.

"Si... ma è anche il nome del mio...fidanzato", il sorriso di Riley scomparve in un millesimo di secondo.

"Ah...uhm", strizzò un occhio e sembrò trattenere una risata isterica.

"Perché una cosa dovrebbe escludere l'altra?", gli chiese.

Pensava di aver concluso.

"Su questo hai ragione ma...vedi... non sai tutto"

"Va bene, va bene. Ho capito, cambiamo discorso"

Uh grazie al cielo.

Josh la guardò bene: aveva l'aria malinconica.
Gli assomigliava molto, pareva avesse lo stesso sguardo che Josh immaginava avere ogni giorno.

Il silenzio che c'era tra loro lo aveva sfruttato per osservarla, per cui l'imbarazzo non c'era, o almeno non da parte sua.

"Senti...", iniziò

"Ti va di essere mia amica?"

Lei interruppe lo sguardo perduto e sorrise timidamente.

"Certo, si"

"Bene. Sono sicuro che starai molto simpatica anche a Tyler"

"Ad una condizione però", il sorriso timido diventò improvvisamente maligno.

"Ovvero?"

"In qualità di tua amica vorrei sapere che è successo l'altra sera...", Josh sbuffò
"Ok, ciao, me ne vado", fece per alzarsi ma lui la fermò in tempo, le afferrò il braccio che accompagnò da un "aspetta! Va bene!"

"Ottimo", si risedette con calma. Josh non aveva alcuna intenzione di raccontarle la storia della sua vita. Più breve riusciva ad essere meglio era.

"Droga. Soldi. Mi sono dimenticato di restituirli, sarebbe andata peggio se non avessi minacciato uno di loro, con il quale per una notte mi sa che... hai capito, no?"

Corrugò le sopracciglia, sembrò volersene andare, la sua faccia sembrava spaventata.

"Vabbè, vattene se vuoi"

"Tu fai male alle persone?", chiese invece. La voce le tremava e gli occhi brillavano. C'era qualcosa di più?

"No, no, no! L'unica persona a cui faccio del male sono io... " ridacchiò cercando allo stesso tempo di rassicurarla, sembrava davvero molto turbata.

Non sembrò funzionare molto.
"Te l'avevo detto..."

Ancora taceva, però Josh non aveva altro da dire.

"Il tuo ragazzo cosa ... cosa ne pensa?"

"Credo gli dia molto fastidio", lei sorrise, ma non era un sorriso felice.

"Voglio smettere, però"

"Immagino"

Sembrava essere tutto a posto.
Il sorriso malinconico cominciò a trasformarsi in uno un po' più ... speranzoso?

"Com'è sta faccia?"

"Un giorno forse lo saprai... ", appoggiò entrambe le mani sulle ginocchia e non perdette tempo a farlo pensare.

"Be', ti va di fare un giro? Ti offro un...gelato?"

"Davvero?"

"Si, certo. Perché no?", velocemente si alzò, scrollandosi qualche filo d'erba che era rimasto sul sedere e gli sorrise porgendogli una mano.

Davvero Josh era riuscito a farsi un'amica?










Non "farsi" in quel senso, i can vedere the perversion in your occhi mmmmm.


Vi lovvo

Goner || Joshler [ITA]Onde histórias criam vida. Descubra agora