12. Clear

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"Eccoci", Tyler si fermò, finalmente.

Josh aveva davanti ciò che rimaneva di "un albergo?", domandò.

"Era una scuola", Josh si guardò bene intorno, erano circondati da erbaccia e terra secca, gli sorse il dubbio che non fossero più in città.
"È andata a fuoco anni fa, ci entro quando voglio stare in pace", spiegò.

La cosiddetta scuola aveva tre piani, tutti e tre iniziavano ben separati tra loro e poi finivano a terra toccandosi, in alcune parti si riusciva ad intravedere dei resti di vernice minuscoli e in altri punti ancora il grigio cupo ricopriva la superficie con un arroganza che stonava alquanto agli occhi di Josh.

"Ma... non hai paura che ti caschi addosso?", chiese Josh curioso. In effetti la casa dava l'impressione di potersi distruggere in qualunque momento.

"No, finché non ci prendi violentemente contro non è un problema", rispose, non rassicurando Josh per niente.

"Entriamo", le due mani non si erano staccate né avevano dato l'accenno di farlo e, anche se Josh si sentiva per l'ennesima volta impaurito, per la stessa ennesima volta a si sentì al sicuro , ciò gli iniettava un potere speciale che gli permetteva di non farsi sottomettere dal timore.

"Scommetto che dietro questa scuola c'è una di quelle strane leggende sui fantasmi", ipotizzò Josh, sperando con ogni cellula del suo corpo che Tyler negasse la sua affermazione.
"Non che io sappia", grazie al cielo.

"Dai, vieni" Tyler strinse la mano di Josh e lo condusse dentro alla porta già aperta.
Il sole che penetrava nei buchi sul tetto fino a schiantarsi sul pavimento rendeva qualsiasi tipo di leggenda realistica, pareva strano che la potenza che sembrava avere il sole dentro quella casa buia non riuscisse a distruggerla.

La leggera polvere che sostava in aria rendeva la vista leggermente annebbiata, ma le assi di legno e il mucchio di resti di muri per terra si riuscivano a vedere fin troppo bene.

Josh fece il primo passo, seguendo quello di Tyler , da quel punto si riusciva a vedere anche il secondo e terzo piano.
Sembrava tanto Josh, quella casa, brutta sia fuori che dentro, triste e costantemente influenzata dal sole.

"È così inquietante e bella", disse Tyler "vieni qua", Tyler andò a sinistra, dove il pavimento del secondo piano incontrava il terreno e ci salì sopra , facendo poi due passi a destra.

"Di solito ci vieni da solo, non è che cade oggi che siamo in due?", Josh non voleva dare l'impressione di chi se la fa sotto, anche se ormai era troppo tardi, ma avere rassicurazioni era il suo obbiettivo principale.

"No, Josh. Stai tranquillo, per favore", quando entrambi furono sul secondo piano Tyler si sedette e Josh lo imitò.

"Ok. Ora qua, davanti a me, sentiti libero di dirmi tutto ciò che vuoi", troppo facile così, Josh non avrebbe mai iniziato a parlare di lui, anche se Tyler gli aveva dato il permesso.

"E se volessi sapere di te?", gli chiese.

"È impossibile che con tutto ciò che hai da dire tu voglia sapere cose su di me"

"Ti sbagli, perché invece è così"

"Oh, chiedi pure allora", Josh rimase stupito, pensava di dover insistere di più di così, e si trovò in una situazione ambigua.

Ovvio che aveva mille domande da fargli, mille domande che riguardavano anche lui però, tipo: Perché diavolo era apparso così improvvisamente nella sua vita?
Come aveva fatto a trovarlo ?
Come faceva a sapere del suo problema?

Ma alla fine che importa? Ho la possibilità di chiedergli ciò che voglio e la spreco con domande che mi riguardano?

Tutte le sue domande persero di senso e nessuna sembrava più avere l'onore di essere pronunciata.

Goner || Joshler [ITA]حيث تعيش القصص. اكتشف الآن