16. Semi-Automatic

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"Tyler?", provò a chiamarlo sedici volte.
Alla decima aveva deciso di controllare ancora una volta tutto il market, ma niente da fare.

Rimise le tre scatole di oreo a posto e senza perdere altro tempo si fiondò fuori, l'aria fredda gli penetrò ogni singolo punto della sua pelle scoperta, aveva lasciato lo zaino con la giacca da Tyler e non aveva la minima intenzione di andarla a prendere prima di cercare l'altro, di Tyler.

Stette fermo pochi attimi davanti all'entrata e si guardò intorno, per fortuna ancora non era buio. Non c'era nessuno. Guardò ogni singola faccia che passava nel suo campo visivo, nessuna di quelle era quella che cercava.

"TYLER!" urlò, senza ottenere alcun risultato.
sei andato via per il bacio?
Pensò... cinquanta/sessanta volte.
Gli si formò un enorme nodo alla gola e forse solo il fatto che tremasse dalla testa ai piedi gli permise di non piangere.

"Che faccio adesso?", sussurrò.

Non si trovava tanto lontano da casa di suo fratello e si ricordava la strada per arrivarci. Da lì poi sarebbe andato a casa.
Non aveva altra scelta.

Proseguì a destra, sempre controllando gli angolo di ogni strada, sperando di vederlo.
Josh si stava scervellando, non capiva. Non trovava una singola buona ragione per la quale Tyler avrebbe dovuto scomparire dal nulla, nel nulla, e questa era la cosa che lo preoccupava di più. Anche se, tuttavia, il terrore che nel loro bacio qualcosa fosse andato storto , non gli permetteva di pensare a molte altre opzioni.

Magari si è spaventato, ipotizzò.
Ma pensandoci bene, come poteva essersi spaventato se a fare il passo avanti era stato proprio lui?

Forse ha avuto paura della tua reazione, gli disse una vocina nella testa.
Plausibile.
"Comunque, perché tu lo sappia, ho reagito bene", disse con un tono di voce leggermente alto, in caso fosse dietro di lui o comunque vicino.

In pochi secondi si accesero i lampioni che facevano da contorno alle strade, mettendo ancora più in luce le lievi imperfezioni e rotture che l'asfalto presentava.

Il tragitto per arrivare da Jordan fu più breve di quanto immaginasse, meglio così.
Badò a non passarci troppo vicino, per evitare in qualche modo di doverci parlare, non avrebbe avuto la forza di affrontare una conversazione.

Pochi secondi dopo, però, una figura gli sbarrò la strada. Una figura che dopo rivelò essere proprio Jordan.
"Josh!", la lieve nota di preoccupazione non tornava.

"Passata la sbronza?", gli chiese appoggiandogli la mano sulla spalla.

Provò a cercare note di sarcasmo ma nella sua semplice e pronunciata domanda non ce n'era traccia. E nemmeno nei suoi occhi.

"A te è passata la stronzatura?", cercò di fare uscire quella specie di battuta in modo serio anche se fu consapevole di essere stato solamente ridicolo.

"Cosa?", la faccia confusa di Jordan andò dritta fra l'elenco delle cose che non quadravano, e in quei pochi minuti ce n'erano state parecchie.

"Eh?"

"A quanto pare no", concluse allontanandosi.

Ma Josh a quel punto voleva capire.
"Aspetta, aspetta" e quando fu convinto di avere la sua totale attenzione continuò "tu mi hai riso in faccia quanto ti ho detto di Ty- del mio nuovo amico, mi hai riso in faccia! Tu non hai, neanche per un secondo, creduto a ciò che ti stavo dicendo" gli fece notare, con una lieve nota di disgusto.

"Josh, stai scherzando?", ora la faccia stranita occupava il cinquanta percento della lista.

"Eh?"

"Io ti ho detto che ero felice per te e tu mi hai chiesto per quale motivo non ti credessi. Eri proprio ubriaco. Manco mi stavi a sentire"

"Jordan ma che cosa stai dicendo?", il fratello lo guardò esterrefatto.

"Ti sto dicendo quello che è successo. Non ti ho mai riso in faccia né creduto che ciò che mi stessi dicendo non fosse la verità" Josh scosse la testa spaesato.

"Tyler era...era dietro e ha sentito ciò che dicevi, come-"

"Josh, sono tuo fratello. Come puoi pensare che possa riderti in faccia per una notizia così bella?"

Ero ubriaco?
Tyler ha detto che gli dispiaceva.
Che ha sentito lui?

"Come ha fatto Tyler a sentire ciò che ho sentito io se non era reale, se ciò che hai detto è un'altra cosa?"

Non era possibile, Jordan gli stava per forza mentendo. In che altro modo poteva spiegarsi ?

"Io, io non lo so...magari..."

"Potevi anche dirmi di esserti pentito di ciò che hai fatto. Non serve dirmi cazzate una seconda volta", Josh era sconvolto dalla persona che si era trovata davanti, l'unica di cui si era mai per un centesimo fidato e questo dimostrava ciò che da sempre aveva sostenuto: non ti puoi MAI fidare di nessuno.

Tutti deludono. Sempre. Anche Tyler, andandosene via e suo fratello, dicendogli una simile sciocchezza.

"Josh io non so come dirtelo, non ho detto niente del gen-"

"Non importa. Vado via", lo interruppe senza dire nient'altro.

Anche se sia lui che Tyler l'avevano deluso, la voglia di chiarire con il suo amico era nettamente superiore a quella con il fratello. Per cui ciò che 'aveva sempre pensato' poteva ancora non valere per Tyler.

Josh lasciò nel bel mezzo del suo discorso Jordan che lo guardò andarsene via a bocca aperta.

In pochi minuti arrivò a casa, mamma e papà stavano mangiando. Era strano vederli cenare insieme, era molto raro.
"Ciao Josh", lo salutò la madre, lui alzò la testa e sorrise. Carl non si mosse di un millimetro, il suo sguardo circondava il piatto sotto di lui.

Si sbrigò ad andare in camera sua alla svelta, il silenzio tra loro era diventato imbarazzante, mentre saliva le scale sentì parlare suo padre. "Fallito"

Non gli importava più ciò che aveva da dire. Tanto fallito era pure lui.

Prese dal suo cassetto una bottiglia di vodka, ricordandosi della precedente, lasciata al parco con lo zaino. Speriamo che domani ci sia ancora.

Di andare là non aveva voglia, però ammetteva mancargli il suo dolce e buono albero.

Prima che riuscisse a berne un sorso qualcosa lo chiamò, o meglio qualcuno.
Josh balzò facendo cadere la bottiglia, che deve uscire qualche sorso sul pavimento. Poi si girò.

"Ciao!"
Era Tyler.

Goner || Joshler [ITA]Where stories live. Discover now