14. Tonight

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Tra l'erbaccia della periferia Josh e Tyler proseguivano il loro cammino verso il centro commerciale e il cielo sembrava dare il giusto spazio al sole, a Josh questo piaceva.

"Ti piace il sole?" Tyler lo colse mentre stava sorridendo a quell'enorme palla gialla e luminosa nel cielo e quando di scatto abbassò la testa macchie nere-grigie occuparono il suo campo visivo e perse per qualche attimo l'equilibrio.

"Ehm...sì" tossì velocemente per togliere al più presto quel tono graffiato che aveva assunto.
"Anche a me", gli sorrise.

"Sei molto bello, Josh. Soprattutto quando guardi il sole, ti illumina bene", Josh arrossì all'istante e ringraziò il cielo che Tyler fosse davanti a lui e non lo stesse guardando.

"Anche tu lo sei", rispose.

"Saresti più bello se non fossi un ubriacone", Josh si fermò di scatto. Cosa?
"Si...ecco, io. Io lo so", non avevano mai accennato prima d'ora il tema dell'alcol o droga e per un attimo Josh rimase stupito.

Anche se sapeva che prima o poi l'argomento sarebbe saltato fuori, Josh sperava il più tardi possibile. Non voleva essere visto così agli occhi di Tyler.

"C'è qualcosa che ti piace o ti piacerebbe fare?"

"Be'...io" ci pensò a lungo e il buco di silenzio che ci fu tra loro due non sembrò troppo imbarazzante.

"In realtà mi piacerebbe studiare psicologia, io... mi ha sempre affascinato, credo"

"Ambiguo", ridacchiò.

"Perché ?"

"Niente, niente"

"E tu? Cosa ti piacerebbe fare?"

"Mangiare", rispose ridendo.
E Josh fece lo stesso, senza chiedere altro.

Si guardarono entrambi sorridendo dei due dei più sinceri sorrisi che potessero fare e Josh si sentì così in pace con lui che riusciva a percepire Tyler come un qualcosa di molto simile a ciò che assumeva, molto simile alla droga ma che al contrario non faceva male.

Entrambi toccarono la prima strada dopo chilometri di terra secca e piante morte, Josh si fermò un attimo per orientarsi e girò a destra dritto dritto verso casa di suo fratello.

"Che navigatore!", affermò Tyler che per una volta si trovava dietro di Josh e non viceversa.
"Tocca a me stare al passo ora!", ridacchiò.
Josh si girò verso di lui senza rallentare di un secondo la velocità con cui camminava e gli regalò uno sguardo fiero, che fece ridere Tyler ancora di più.

Josh camminò proprio lungo la strada dove pochi isolati prima vivevano i suoi nonni, che si erano trasferiti a Los Angeles vicino a casa di suo zio, perché preferivano lui alla depressione di sua madre.

Pochi passi dopo avrebbe visto, sulla sinistra, il parco giochi dove lo portava sempre suo nonno. Non si trattava di un parco enorme, c'erano due altalene, uno scivolo e due cavalli a dondolo.

Amava giocare ad acchiaparella, anche se dopo un po' dovevano fermarsi perché il nonno si stancava . Ogni tanto Josh saliva sullo scivolo, al contrario, fingendo di dover salvare una principessa tenuta prigioniera dal Sr. Rufus, abile ricattatore e assassino.

"Sei riuscita a salvarla?", gli chiedeva sorridendo e a seconda che il suo piano avesse funzionato o meno rispondeva con un nobile 'Si' o con un amareggiato e sentito "Non ce l'ho fatta, la mia amarezza verrà cacciata via solo con la mia morte' e fingeva di suicidarsi, scivolando ancora sullo scivolo.

Goner || Joshler [ITA]Where stories live. Discover now