28. Taxi Cab

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"Grazie di tutto signora".
Quando uscirono da casa della nonna di Tyler il cielo era cambiato, si era fatto più scuro e la luce che quella casa gli aveva lasciato nel cuore accentuava maggiormente il contrasto tra fuori e dentro.

Non parlava nessuno dei due, Josh stava pensando a indovinare ancora per quanto tempo Tyler sarebbe rimasto con lui, si rimproverò per la sua mancata capacità di assaporare il momento.

Tyler con delicata dolcezza afferrò la sua mano e gli sorrise. Josh non ci mise troppo tempo per liberarsi dai suoi pensieri negativi e sorridere insieme a lui, anche perché non voleva dare un'immagine di sé malinconica.
"Come stai?"

"Adesso bene", Tyler lo guardò storto.
"Tra due minuti però potrebbe già non essere più così", di tenersi i suoi dubbi e paure dentro ne aveva abbastanza, poteva sforzarsi finché voleva, trarre conclusioni incerte non gli dava sicurezza e anche se aveva mostrato tristezza in quella frase non si preoccupò di pentirsene.

"Non riesci proprio a goderti i momenti con me, eh? Devi sempre pensare a quelli senza"

"Si, se quelli mi logorano l'anima"

"Non possiamo stare insieme né sempre né per sempre", lo stomaco di Josh sussultò.
Le gambe non procedevano più e dopo un po' anche quelle di Tyler si fermarono.

"Perché no?", la voce si spezzava, come lui.

"Qualcuno ti porterà via da me"

"Sei tu a portarti via da me"

"Non ero io quello filosofico ?", riprese a camminare sogghignando e controvoglia Josh lo seguì.

"Non sto scherzando Tyler"

"Se non la smetti me ne vado. E sta volta per sempre"

"Voglio solo salutarti quando lo fai, dirti 'a dopo' o 'a domani' come ogni persona normale. Voglio avere la certezza che tornerai"

"Non posso darti questo, Josh. Ora sei tu che ti stai portando via da me"

"Allora vattene, come dici tu, per sempre"
Tyler strinse i pugni e guardò il cielo.
Sembrava infastidito, per la prima volta forse anche arrabbiato, Josh cercò di convincersi del contrario.
Non immaginava neanche lontanamente Tyler perdere la calma.

Eppure la faccia si era arrossata e sembrava stringesse i denti con tutta la forza che possedeva dentro.

Josh lo fiancheggiò, aspettandosi una risposta.
Sperando che non gridasse cercò il suo sguardo nettamente impegnato a evitarlo.

"Non ne posso più Josh!",
Ok. si è messo a gridare.
Rianalizzò il tono di voce e respirò, non stava urlando.

"Mi dispiace ma non sono felice con un Josh così"

"Che vuoi dire?"

"Io sono qua con te. Ti ho portato da mia nonna, ti ho portato su un albero, ti ho fatto vedere un leone e tu continui ad essere triste"

"Non sono triste affatto"

"Invece si"

"No"

"Si"

"Non è tristezza"

"Allora cos'è?"

"Paura. Paura di perderti. Perché mi sembri la cosa più bella che mi sia mai capitata e non so neanche perché tu mi sia capitata, così all'improvviso, da un giorno all'altro diventi il mio bene più prezioso e io divento una persona un po' meno di merda. Così velocemente come sei arrivato, Tyler, tu puoi benissimo andartene. Io penso che morirei"

"Io ti ho promesso che tornerò, tornerò sempre, solo quando ne hai bisogno, però", Josh sembrava più confuso di prima.
Il bisogno di averlo accanto era continuo e invariato, ma non era sicuro che intendesse la sua stessa cosa con 'bisogno'.

"Spiegati meglio", era vero che compariva solamente nel momento del bisogno, quando andava in crisi e beveva.
E beveva.

Tyler non parlò, si strofinò le labbra con la mano e spostò lo sguardo come se volesse nascondersi da qualcosa di cui si pentiva.

"Non ti voglio vicino a me solo quando sto male. Voglio condividere il bene con te, anche"

"Si, ma certo", non era convinto come piaceva a Josh ed ora era lui a cominciare a perdere la calma.

"Ma certo?"

"Josh. Le cose stanno come ti ho detto"

"E non mi piacciono"

"Allora chiedimi di andarmene, di nuovo, che prima non ho sentito bene"

Josh si sentiva spiaccicato fra mille incertezze e dubbi che voleva risolvere ma che non riusciva a riordinare.
Avrebbe voluto cacciarlo via, o meglio, avrebbe voluto fargli credere che così non poteva funzionare, mandandolo via. Ma non voleva che Tyler lo lasciasse con mille domande senza una risposta.

"Quindi solo quando bevo, fumo, prendo pillole posso contare sulla tua presenza? Wow, e io che mi stavo mettendo in testa di smettere, smettere per te, che odi quando lo faccio. E adesso scopro che invece fare del male a me é l'unico modo per tenerti vicino"

"Io ti amo, Josh. Ma so che quando smetterai non avrai più bisogno di me. Ora me ne vado"

"Tyler"

"Torno, promesso. Me ne sto andando, te l'ho detto, sei felice? Ecco. Torno e ne parleremo meglio"

Josh non disse alcuna parola.
Continuò la strada solo voltandosi ogni due passi per vedere Tyler allontanarsi sempre di più e il suo cuore seguirlo durante quella passeggiata infernale.

Dopo qualche metro gli isolati si ripopolarono e tra le varie persone incontrò Riley.
"Josh! Che hai?"

A quanto pare il suo malumore si notava e non poco.
"Ciao Riley"

"Hai una faccia! Ci prendiamo un caffè?"

"No, grazie", voleva essere cortese ma anche solo. Riley poteva aiutarlo, ma in quel momento in Josh ribolliva troppa rabbia per riuscire a ragionare con razionalità.

"Ci vediamo più tardi? Ne parliamo?"

"Si"

"Ok. Ciao josh"



Ciao

Non mi aspetto che vi piaccia né che abbiate interesse nel continuare a leggerla, però lo spero.

Buone feste comunque, non so voi ma io quest'anno il Natale non lo sento per niente.

Spero che stiate bene
Un bacio

Elena

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⏰ Última actualización: Dec 24, 2017 ⏰

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