I : L'arrivo

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A Lorenzo Fragola, che col suo "In bocca al lupo", il 10 maggio 2018, mi ha convinta del tutto a pubblicare
questa storia.

°ʚ♡ɞ°

Catania è esattamente come l'avevo immaginata fino ad oggi.

Soleggiata, calda, colorata, allegra... man mano che mi addentro per le sue strade divento sempre più orgogliosa della mia proposta di vacanza qui.

Il sole di luglio mi bacia la pelle, trovare una strada che non sia investita di luce è impossibile, i negozi sono aperti e riesco a vedere delle persone al loro interno. Il suono della mia valigia che striscia sull'asfalto accompagna il tutto e non mi dispiace affatto.

«Ari, maledizione! Vuoi rallentare o no?»

Il "dolce" suono della voce di El interrompe la magia, costringendomi a guardare indietro.

«Non sei tu che sei troppo lenta?»

«Se magari qualcuno troppo impegnato ad ammirare il pesce sulle bancarelle mi desse una mano, magari riuscirei a stare al suo passo!» Si agita mostrando i bagagli che per poco non la sommergono: uno zaino per ogni braccio, una tracolla e una valigia voluminosa. Cerco di non ridere e corro ad aiutarla. «Quanto mancherà secondo te all'appartamento?»

«Be', il proprietario mi ha dato un'ottima informazione» dice mentre la libero dalla borsa e dalla valigia. «"Appena vedete il mare, girate il vicolo e ci siete". Complimenti, re delle cose ovvie!»

Rido. «Non dovremmo essere molto lontane, allora.»

Torno a guardare avanti, spingendo lo sguardo oltre le vie che si intrecciano, le persone che si parlano, i turisti che entrano nei negozi... riesco a vedere una sottile striscia azzurra, leggermente più scura del colore del cielo del primo pomeriggio, e vengo subito pervasa dall'insaziabile desiderio di mettermi a correre per poi lanciarmi in acqua. Ma cerco di non resistere alla tentazione e allungo una mano verso il punto in questione. «Lo vedi, El?»

«Io vedo solo due persone che si scambiano un cesto di cannoli lì a destra» è ciò che esce dalla sua bocca dopo un lungo minuto di silenzio.

Alzo gli occhi al cielo e decido di farle strada. «Ecco cosa succede quando non usi la fantasia.»

«Non che io mi fidi più di tanto della tua fantasia, sai?» mi dice sistemandosi lo zaino sulla spalla. «L'ultima volta che mi sono fidata di te e al tuo continuo sognare ad occhi aperti, abbiamo girato in tondo tre volte con la mia auto, perché tu ti eri confusa con lo scenario di un film e credevi che la pizzeria fosse davvero lì.»

«Suvvia, non era mica così grave.»

«Dovevamo andare dall'altra parte della città, Ari. E tu mi hai fatta andare a zonzo!»

«Io ti offro l'opportunità di fantasticare mandandoti "a zonzo" e tu non la cogli al balzo... che ingrata che sei» lei mi tira una gomitata sul braccio e ci mettiamo a ridere sotto lo sguardo stranito di un gruppo di turisti.

Come ci è stato detto, una volta sbucate dalla stretta via che porta al mare, proseguiamo per un'altra decina di metri e giriamo a destra. Questo vicolo è più largo di quello di prima, e i panni appesi ai davanzali dei balconi gli danno un tocco di colore in più. Una signora sui sessant'anni, intenta a sistemare dei calici dietro il bancone del bar alla mia destra, appena mi vede esclama qualcosa in dialetto che io non capisco, e subito dopo sento El esclamare un frettoloso «Chiedo scusa!» prima di strattonarmi in avanti. «Vuoi smetterla di fare così?»

«Così come?»

«È da quando siamo scese dal pullman che ti guardi intorno come se questo fosse il Paese delle Meraviglie. Sei inquietante, Ariadna, quindi cerca di calmarti» fa una breve pausa.
«Tra l'altro non capisco tutto il tuo entusiasmo. Insomma... Catania non ha nulla di diverso da Firenze.»

F͏i͏f͏t͏e͏e͏n ͏d͏a͏y͏sWhere stories live. Discover now