«El, sono tornata... El?», mi fermo davanti al nostro ombrellone e mi accorgo che El non c'è più. Il telo è ancora steso sulla sabbia bollente, con la differenza che su di esso ora ci sono solo i suoi occhiali da sole e il libro che stava leggendo. Che fine ha fatto?
Compio un giro di centottanta gradi e osservo il mare, coprendomi dal sole col braccio. L'acqua cristallina brilla come se fosse ricoperta di piccoli diamanti. Ritorno sui miei passi e appena torno in acqua i miei piedi smettono di cuocere.
Riconosco la chioma bionda di El a circa trenta metri da me, stesa a pancia sotto e con il viso nascosto dalle braccia. Controluce sembra una modella di costumi da bagno, peccato che a volte non abbia la loro stessa grazia. Metto alla prova le mie capacità da nuotatrice e con un improvvisato stile libero nuoto dalla mia amica. «El!»
«Chi? Come? Quando?» solleva la testa di scatto e si guarda intorno spaesata, poi i suoi occhi cerulei si posano su di me. «Oh, eccoti finalmente.»
«Non avevi detto che avresti passato tutta la giornata a prendere il sole?»
«Inizialmente era questo il piano, ma poi un tizio abbronzato è passato davanti a me e ho comprato questo materassino.»
Sbatto gli occhi. «E... quindi?»
«E quindi?», ripete allibita. «Guardalo! Ha la forma di una fetta di pizza!»
Abbasso lo sguardo fino al materassino e mi accorgo che ha proprio la forma di un trancio di pizza, e che El aveva comodamente schiacciato un pisolino con la testa sul cornicione. Ha preso sul serio il detto Panem et circenses.
Ridacchio. «Sei incredibile, El.»
«Tu, invece?» si raddrizza e inizia a ondeggiare le gambe avanti e indietro, le mani sotto il mento, proprio come una psicologa con il suo paziente. «Che ha combinato la fan numero uno di Ovidio?»
Ritorno per una frazione di secondo a Il sorriso e sento il mio stomaco contorcersi e intrecciarsi fino a togliermi il respiro. «Non puoi neanche lontanamente immaginarlo.»
«Devo preoccuparmi?»
Sorrido. «Assolutamente no.»
«Okay, devo preoccuparmi» El si alza e si mette a sedere dopo aver ristabilito l'equilibrio. Accavalla le gambe continuando a guardarmi, il bracciale rigido che tintinna ogni volta che un onda la solleva di qualche centimetro. «Andiamo, che hai fatto?»
«Ho rivisto il misterioso musicista!», doveva essere una semplice frase piena di entusiasmo, ma alla fine si è trasformata in un grido di gioia, ed El per poco non salta dal materassino. «Ed era bellissimo, proprio come la prima volta che l'ho visto.»
El alza un sopracciglio. «Intendi ieri?»
Non ho bisogno di rispecchiarmi nell'acqua per capire che sto arrossendo, e che il mio sorriso è spontaneo quanto svampito. «Come passa in fretta il tempo, eh?»
El sospira, rassegnata. «Perché quando parlo con te avverto sempre un imminente bisogno di caffé?»
... caffè?
Il mondo fa una brusca frenata e vengo catapultata in avanti, mentre la mia felicità fa un volo fuori dal finestrino. Sento come se El mi avesse appena rovesciato un secchio d'acqua gelida addosso, e per un attimo non sento alcun rumore. «El?»
«Mh?»
«Credo di aver fatto un guaio.»
«Come mai non sono affatto stupita?»
Mi mordo il labbro e, giocando con un laccio del costume, le racconto la vicenda del bar, finale compreso. Nella mia testa tutto aveva una sfumatura più magica.
Al termine della storia, El mi fissa a metà tra lo stupore e l'esasperazione. Si agita continuamente sul materassino-trancio-di-pizza, incapace di ritrovare l'equilibrio. «Dannazione, Ari! Ti rendi conto?!»
«Lo so, lo so! Non avevo nemmeno voglia di prendere il caffé, però...»
«Ti sei bloccata e non hai trovato altro da fare», fa una breve pausa per passarsi le mani in faccia. «Ho capito che la legge italiana non è il massimo, ma... Ari!» mi lancia dell'acqua addosso e poi si lascia andare all'indietro sul materassino.
Sto per ripetere le stesse cose di prima, quando un lampo di genio mi attraversa la mente. «Rimedierò, El, promesso.»
«Come?», alza la testa solo per guardarmi dritta negli occhi, pronta a lanciarmi contro un altro getto d'acqua.
«Tornerò al bar questo pomeriggio.» E con un pizzico di fortuna, rivedrò il misterioso musicista. «E pagherò, lo giuro su Cicerone.»
STAI LEGGENDO
F͏i͏f͏t͏e͏e͏n ͏d͏a͏y͏s
ChickLitAriadna Martini è difficile da descrivere. Si perde tra le pagine dei dialoghi di Platone, parla delle orazioni di Cicerone come se fossero ricordi della sua infanzia e la sua fiaba preferita non è stata scritta dai Grimm, bensì da Apuleio. Ha dicio...
