XVI: Aspettativa

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«El, non ci crederai mai!» Per nulla indebolita dalla corsa fatta per raggiungere la spiaggia partendo dal bar, continuo la mia maratona lungo il bagnasciuga fino a quasi travolgere la figura snella di El, con solo i piedi nell'acqua e una rivista tra le mani.

Appena le arrivo addosso perde l'equilibrio, ma all'ultimo secondo si slancia in avanti e afferra la rivista prima che cada in acqua. «Mizzica!»

«El, devo raccontarti una cosa bellissima!» la afferro per le spalle e la scuoto freneticamente per la felicità.

El guarda il cielo con espressione implorante e poi punta gli occhi azzurri su di me. «Che cosa hai fatto?»

«Ho parlato con il misterioso musicista!» esclamo, girando su me stessa. Sono così felice che potrei farmela a correre da qui a Taormina.

«Davvero? E che hai scoperto?» si sistema gli occhiali da sole che erano scivolati sulla punta del naso e continua a camminare. Non mi aspettavo qualche forma di interesse da parte sua.

«Si chiama Oliver, e stasera usciamo coi suoi amici.»

«Oh, ma che bel nom... CHE COSA HAI DETTO?!» urla così all'improvviso da far sobbalzare due ragazzi che le stavano passando di fianco.

«Gli ho raccontato di me e di te e alla fine mi ha chiesto se saremmo usciti con lui e il suo gruppo stasera.»

«Dio santo, Ari, ma ce la fai?» Si passa una mano in faccia, lasciandosi andare in un sospiro rassegnato.

«Dai, El, ho provveduto a qualcosa per la serata!» mi avvicino, ma lei si sposta più in là. E così iniziamo a camminare a zig-zag per tutto il corso. La gente inizia a guardarci stranita: e pensare che a nessuna delle due piace apparire. «Sarà divertente, fammi compagnia! Ti prego, ti prego, ti prego!»

El si ferma all'improvviso nel bel mezzo della strada, chiude gli occhi, inspira, e poi sospira, rassegnata. «Va bene, hai vinto.»

Modestamente, ho sempre avuto una capacità oratoria degna di Cicerone. «Grazie, El, vedrai che sarà una bella serata, e poi Oliver sembra un bravo ragazzo. Sono certa che anche i suoi amici saranno una bella compagnia.»

La mia migliore amica mi rivolge uno sguardo seccato. «Ceeto, e poi magari scopri che è uno tutto stile Ti devi stare muto, o ti rovino la vita

Ricambio con una lunga, fredda occhiata.
El mi fissa, ma passati pochi secondi ride e alza le mani. «Okay, okay, non tirerò in ballo Il Padrino. Lo giuro.»

«Anche perché hai un accento siciliano del tutto discutibile.»

«Ha parlato la signorina No latin, no party

Sorrido divertita. «Anche il greco è una bella lingua.»

«Probabile, ma ti proibisco di accennare anche per un secondo ad alfa, omega e compagnia bella.»

La mia amica partenopea si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sistema una piega creatasi sulla pagina che stava leggendo. «Be', quindi pensi che stasera andrà bene?»

«Lo spero, El» fisso l'acqua sommergermi i piedi e poi mi perdo a inseguire i miei sogni sulla linea dell'orizzonte. «Lo spero tanto.»

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