Capitolo 4 | Verso il Nord

774 47 5
                                    

Ritornai a casa, dove trovai mia madre che riponeva e sistemava varie provviste e indumenti che ci sarebbero serviti durante il viaggio e nel nostro soggiorno a Grande Inverno.
Scesi da cavallo e mi indirizzai verso di lei. Aveva accantonato sul carretto in legno di abete dei sacchetti contenenti soprattutto pane, cereali, verdure che ci sarebbero serviti per le prime settimane, dopo ci saremmo dovute trovar qualcosa per conto nostro.
Latte di capra, piccole boccette di acqua di rose, sacche d'acqua, barattoli di miele e marmellata coprivano due piccoli sacchetti di stoffa rossa contenenti monete d'oro, tutti i risparmi che i miei avevano raccolto durante gli anni. «Non è molto...ma è ciò che ci rimane» disse mia madre quando vide che stavo osservando i sacchetti. Innanzi alle vivande erano stati riposti dei vestiti avvolti in delle stoffe, che sarebbero dovute essere delle coperte per ripararci dal clima gelido del nord, e legati con delle corde.

Andai dalla signora Hill a richiamare mia sorella. Quella donna era una brava persona, anche se quando ero una bambina non mi piaceva andare da lei, per via di quel costante tanfo di cacio che impegnava le pareti, i mobili, e a volte addirittura lei.
«Mia cara, vieni avvicinati» Mi disse l'anziana signora con un filo di voce. Devo a lei il merito di avermi insegnato a cucire, infatti se non fosse per lei i miei vestiti sarebbero tutti da buttare. 
«Guarda cosa ho fatto Aline!» Disse Claire mostrandomi un candido fazzoletto rigorosamente ricamato con del filo rosso con il quale aveva inciso una sottospecie di tulipani, ma per capire cosa fossero mi ci volle un po'.
«È bellissimo!» Mentii simulando un finto sorriso venuto fin troppo male, ma infondo si era impegnata tanto dopotutto aveva solo sei anni.
«Ecco a lei signora Hill, glielo regalo» Pronunciò Claire con una limpida voce da angioletto e gli occhioni da bimba felice.
La signora Hill sorrise facendo intravedere i pochi denti a lei rimasti, era un sorriso sincero, uno di quelli che non avevano bisogno di essere accompagnati da parole. Poi annuì e le disse che lo avrebbe tenuto sempre con sé. Claire era contentissima, l'abbracciò e tornammo a casa.

Presi in braccio Claire prima di mia madre, non volevo facesse sforzi, e la misi sul carretto, poi si sedette anche lei, io invece salii sul cavallo, diedi un colpo alle redini e Baston partì.
Varcate le porte della città, ci dirigemmo verso nord.
Il sentiero che percorremmo da Approdo del Re a Grande Inverno era pessimo, con tantissime buche e ciottoli. Per non parlare dell'innumerevole quantità di volete che sbagliammo strada.
Per sicurezza viaggiammo solo di giorno, cambiando spesso strada a causa dell'eccessiva quantità di pedaggi che ci venivano richiesti ogni volta che avremmo dovuto attraversare un ponte, una valle o una città. Procedevamo molto lentamente, soprattutto nei boschi, dove c'era il rischio di incontrare più pericoli.

Quando arrivammo nelle terre dei fiumi, i cui protettori erano i Tully, ci unimmo ad una carovana che si dirigeva verso le isole di ferro.
Tra quella gente feci amicizia con un certo Iwan, mi raccontò di essere nato a Dorne e di essere un discendente di un'antica famiglia di cui, francamente, non ricordo il nome. Sono sempre più convinta che gli avvenimenti di cui mi ha parlato siano tutte frottole, ma mi divertivo ascoltarlo, infondo cosa avrei potuto fare in quei lunghi e interminabili giorni di cammino?

Quando risiedevo ad Approdo del Re avevo sempre sognato di vivere altrove, qualunque posto lontano da quel covo di avvoltoi aventi occhi e orecchie ovunque.
Mi piaceva immaginare un nuovo posto in cui vivere, magari nelle calde isole del sud o magari nelle aspre e fredde terre del nord, o chissà nel misterioso continente Orientale...

Passarono una decina di giorni quando ci trovammo davanti alle Torri Gemelle, dopo aver oltrepassato la desolata fortezza di Harrenhal e dopo esserci divise dalla carovana diretta a Pyke.
Erano due torri gigantesche separate da un ponte sotto il quale un lungo e impetuoso fiume scorreva. Era il Tridente.

Passarono pochi giorni e il gelo del nord stava cominciando a farsi sentire.
Nelle Terre dei Fiumi il clima era più rigido di quello di Approdo del Re, ma non c'è paragone con le temperature del nord, le più basse di tutti i Sette Regni. Finalmente, arrivammo a nord, dopo 20 giorni di cammino. E si sentiva, eccome se si sentiva! Ci avvolgemmo tutte in delle coperte per riscaldarci, i nostri vestiti erano di un tessuto troppo sottile per quelle temperature così basse.
Eravamo così stanche che decidemmo di andare in una locanda, sembrava molto tranquilla, e così fu. Attaccai il cavallo in uno degli scompartimenti delle scuderie e una giovane ragazza ci indicò la strada per la nostra camera da letto.
Fu straordinario poter dormire di nuovo in un letto caldo dopo giorni passati a dormire sotto un albero o in delle locande che sembravano bordelli data la vasta presenza di prostitute che si spacciavano per cortigiane, frequentate da uomini ubriaconi dei quali Claire aveva tanta paura.
La locanda dove invece soggiornammo quella fredda sera, era molto più accogliente, molto calda con letti e camere spaziose.
Dormimmo profondamente, tutte e tre, abbracciate in un unico letto, era come ai vecchi tempi.
Il mattino seguente mia madre pagò il locandiere con 20 monete d'oro e la fanciulla, che si era mostrata così gentile la sera prima, ci offrì tre ciotole di zuppa per il viaggio.
Dopo tutto eravamo quasi arrivate, un giorno di viaggio e ci saremmo subito trovate a Grande Inverno.
«Mamma ho freddo!» Continuava a ripetere Claire e mia madre la copriva di coperte per fra stare al caldo.
«Non preoccuparti Claire, siamo quasi arrivate» Le dicevo per rassicurarla.
Un fiocco di neve mi cadde sulla punta del naso, sciogliendosi in men che non si dica.
Non avevo mai visto la neve, e nemmeno Claire.
«Mamma ma questa è...»
«Neve, si tesoro!»
«Ma è bellissima!» Disse la piccola peste saltando e ridendo di gioia, ma subito si fermò rendendosi conto che il carretto non sopportava l'euforia dei suoi saltelli.
Gli alberi, le colline e le montagne erano tutte ricoperte da un sottilissimo strato di neve, uno spettacolo mozzafiato.
Non ricordo molto di quando mio padre mi portò a Grande Inverno, mi raccontava  di avermi fatto conoscere Lord Eddard e la sua famiglia, ma il clima non era così rigido, anzi ci trovavamo in piena estate.
Vidi una torre tra le colline, poi delle mura e infine una grande fortezza.

Grande Inverno.

The sky looks usWhere stories live. Discover now