Capitolo 19 | L'inverno sta arrivando -Parte 2-

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Il vento che ululava tra gli alberi, soffiava sempre più forte creando un'atmosfera rigida ed inconsueta paragonandola a quella presente nella stanza di Rickon. Il più piccolo degli Stark dormiva da più di due ore, stingendo il suo braccio attorno i miei fianchi. Restai tutto il tempo ad osservarlo, i suoi capelli sul cuscino candido, sembravano ancor più lunghi di quanto non fossero già. Le sue minuscole labbra, semiaperte e rosee sussurravano qualcosa di incomprensibile. Spostai delicatamente un ciuffo dei suoi capelli e gli toccai la fronte, la febbre si era abbassata. Proprio in quel preciso istante le porte si aprirono e Cagnaccio, il quale era rimasto lì tutto il tempo a sorvegliare il suo padrone, ringhiò con ferocia. Io mi spaventai e Rickon si svegliò di soprassalto.

«Non volevo spaventarvi, mi dispiace» Disse Robb sedendosi sul letto. Dopo di lui anche Vento Grigio fece irruzione nella stanza del piccolo Lord, scodinzolando e abbaiando amichevolmente.

«È stato qui tutto il tempo?» Chiese Robb accarezzando il capo del lupo dalla nera pelliccia. Rickon annuì.

«Vedo che la febbre si è abbassata, benissimo, perché stasera ho deciso di cenare con voi» In quelle sere Robb era troppo impegnato per cenare con i suoi fratelli, spesso cenava in camera sua o saltava il pasto.

«Tutti insieme» Disse prendendomi le mani.

«Sai che non posso» Gli risposi spostandole.

«Sbaglio o stai rifiutando un invito? Bene, te lo impongo allora, come Lord di Grande Inverno.» Mi rispose mettendosi in piedi ironicamente, determinato e austero. Rickon rise ed io con lui.

«Accetto il tuo invito, mio Lord» Dissi inchinandomi.

«A stasera allora»

E andò via dopo aver baciato con cautela la fronte del fratellino che ricambiò con un forte abbraccio.

La tavola era già imbandita quando arrivai, più di venti posti erano stati preparati. Non c'era nessuno escluse domestiche, le quali entravano e uscivano dalla cucina. Mi sedetti su una sedia accanto al fuoco, era ancora troppo presto per prendere posto, ma il troppo freddo mi impedì di tornare a casa. Immersa nei miei pensieri, non mi accorsi di Spettro, che con passo felino, arrivò di soppiatto stendendosi vicino al caminetto. Dopo di lui anche Jon arrivò affiancandomi.

«Fa davvero freddo fuori! Siamo appena tornati dal Parco e Maestro Luwin dice che domani nevicherà abbondantemente, l'inverno sta arrivando»

«Una cosa che mi manca del sud, sono le lunghe e calde giornate di sole, ritornerei lì soltanto per questo»

«Ci farai l'abitudine, queste sono solo nevi estive, ma quando l'inverno arriverà su tutta Westeros...»

Il tempo volò più veloce del previsto, Jon mi narrò delle vecchie leggende su delle strane creature che abitavano a nord della barriera e che all'arrivo del lungo inverno avrebbero oltrepassato la barriera e giunte a Westeros.

«Ma questo non accadrà mai!»

«Sono solo delle leggende, ma mai diffidare»

«A proposito della Barriera, cosa hai deciso Jon?» Chiesi.

«È la mia ultima sera qui, zio Benjen arriverà a breve con altri uomini decisi a prendere il nero, a breve sarò un guardiano della notte»

Abbassai lo sguardo, ero molto dispiaciuta per la sua partenza, avevo trovato uno dei miei pochi amici in Jon. D'un tratto entrò Bran sulle spalle di Hodor.

«Grazie Hodor, puoi andare»

«Hodor» rispose Hodor posando sulle sue esili gambe una coperta in pelliccia.

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