Capitolo 5 | Gli Stark

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Quando giungemmo davanti alle porte di Grande Inverno, ai cui lati erano poste due guardie dotate di una massiccia armatura, una lancia e una palliccia abbastanza pesante, mia madre diede a una di loro un biglietto e quest'ultima fece segno a un soldato posto sulle mura, che prima non avevo notato, di alzare il cancello.
All'esterno del castello vi è un piccolo villaggio circondato da mura, chiamato la "città dell'inverno".
È una dolce e accogliente cittadina, tranquilla, dove regna una calma e pace che io non avevo mai visto nel sud.
Poche persone, tutte conoscenti tra loro, piccole botteghe di fabbri e scuderie erano situate appena fuori il secondo circondario di mura che attornava il castello.
Al sentire il suono degli zoccoli molta gente accorse fuori dalle case, probabilmente non erano soliti ricevere visite.
Cedetti il cavallo ad un signore che era addetto alle scuderie e prendemmo le valige dal carretto.
Oltrepassammo le seconde mura e ci trovammo davanti ad un' enorme fortezza.
Claire dormiva beatamente tra le braccia di mia madre mentre io guardavo stupita la maestosità di quel meraviglioso castello, così severo, così imponente.
Le porte di legno di quercia del castello si spalancarono.
Claire balzò giù dalle braccia di mia madre, spaventata dal rumore e subito si aggiustò con le manine il vestito spiegacciato.
Uscirono dalle porte un uomo alto e dal volto allungato, barba corta, capelli castani ed occhi grigi, con lineamenti ordinari, cupi e austeri. Seguito da una bellissima donna, dai capelli rosso rame, occhi azzurri. Avrebbero dovuto avere sia l'uno che l'altra, forse, quarant'anni.
«Inchinatevi ragazze.» Sussurrò la mamma. Io e mia sorella obbedimmo.
L'uomo si avvicinò e porse la mano a mia madre.
«Suvvia Lia, si alzi» Disse con tono autorevole, ma allo stesso tempo scherzoso.
Mia madre si alzò e abbracciò l'uomo e poi la donna.
«Mio signore loro sono Claire e Aline, le mie due figlie»
«È un piacere conoscervi» Pronunciò la donna.
«Ragazze loro sono i signori di Grande Inverno, Lord Eddard e Lady Catelyn»
«Oh, Aline, l'ultima volta che ti ho vista eri solo una bambina, guardati adesso, una donna...come tua madre» Disse Lord Stark.
«Entrate care, sarete stanche!» Pronunciò Lady Catelyn invitandoci ad entrare.
Mia madre in un primo momento indugiò ad accettare l'invito, dopotutto non eravamo una famiglia di alto rango, ma a causa le insistenze dei due, fummo costrette ad entrare.
Una grande sala ci si presentò davanti, con un lungo tavolo alla fine ed un caminetto dietro con il fuoco acceso. Le pareti erano dipinte con colori scuri illuminate da due vetrate gigantesche e da qualche candela.
«Vi abbiamo fatto preparare una stanza con due letti, appena a destra su questo corridoio, per qualunque cosa rivolgetevi a me oppure a Suzanne, la governante superiore.»
«Ma Lady Catelyn, non dovevate!»
La donna zittì mia madre e ci lasciarono dirigendosi verso il cortile interno del castello.
Camminando verso la nostra momentanea camera, un ragazzino con i capelli e gli occhi castani, un fisico snello, ci venne incontro correndo.
«Permesso! Permesso! Fatemi passare! Un drago mi sta rincorrendo!»
Diceva mentre correva ridendo.
«Argh! Non mi scappi!» Si sentiva da lontano. Era un piccolo bambino con capelli tendenti al rossiccio, lunghi e ribelli, occhi azzurri, più piccolo del precedente, avrebbe avuto forse quattro anni mentre il più grande all'incirca sette.
«Rickon, Bran! Tornate subito qui.»
Gridava severa Lady Catelyn.
«Presentatevi alle signore e fate i gentiluomini»
«Molto piacere miei signori!» Disse la mamma facendo una reverenza, mentre mia sorella si nascondeva dietro la sua veste, e non potetti non notare il rossore sulle sue guance.
«Loro sono Brandon e Rickon, i miei due ultimi figli, lasciate le vostre robe, vi aspettiamo in cortile, vi farò conoscere Arya, Sansa e Robb»
Obbedimmo e in men che non si dica arrivammo nel cortile.
Una ragazzina di tredici anni, molto somigliante alla madre, alta e fisicamente matura nonostante la giovanissima età, con l'incarnato roseo, capelli rosso rame e occhi azzurri, litigava con un'altra ragazzina più piccola di lei, dieci anni all'incirca, una bambina magra ed atletica, viso allungato, la carnagione olivastra, occhi grigi ed i capelli castani come suo padre.
«Non puoi costringermi a fare le stesse cose che fai tu, Sansa!»
«Arya come devo spiegarti che sei una Lady, non un cavaliere o un guerriero! Non puoi startene tutto il giorno dietro papà o Robb!»
Gridavano. Temevo si sarebbero prese per i capelli, fin quando un ragazzo più o meno della mia età o con qualche anno in più, non le separò.
Aveva una corporatura massiccia, occhi azzurri e spessi capelli castano ramati.
«Smettetela voi due possibile stiate sempre a litigare!»
Nel frattempo noi tre eravamo arrivate nel cortile dove ci aspettava tutta la famiglia.
«O bene, ragazzi loro sono Lia, la piccola Claire e Aline, mie signore i miei tre figli Robb, il primogenito, e le mie due figlie, Sansa e Arya.»
«Molto piacere mie signore!» Disse Robb baciando la mano di mia madre, mentre la rossa si inchinava delicatamente e la bambina dai capelli castani si limitò a guardarci in modo astuto.
«Mio caro, non deve rivolgersi a noi in quel modo, non siamo ... dei nobili»
«Robb, spero tu ti ricorda di Aline, sono passati tanti anni da quando ci ha fatto visita con suo padre, eravate solo dei bambini. Rammento come se fosse ieri, giocavate proprio qui davanti, due piccole pesti.» Interruppe Lord Eddard.
Tutto d'un tratto arrossii, non ricordavo minimamente quelle scene, fin quando Lord Eddard non le nominò. Vedendomi Robb fece un sorriso sotto i baffi, mentre a mia madre scappò una piccola risata.
Era quasi ora di cena, e tutti cominciarono ad avviarsi verso il castello e anch'io, ma una mano mi trattenne. Una presa agile e sicura, una mano fredda e decisa. Mi voltai di scatto e vidi due occhi azzurri che mi fecero segno di seguirlo.
«C'è ancora qualcuno che devi conoscere»
Disse il ragazzo mentre lasciava la presa.
Lo seguii in un piccolo parco, pieno di alberi sui quali un piccolo strato di neve, si era posata.
Non pronunciammo nessuna parola, fin quando non raggiungemmo il centro del boschetto, sulle sponde di uno specchio d'acqua nera, si ergeva un antico albero diga con un volto intagliato nel suo tronco.
Ai piedi dell'albero un ragazzo leggeva un libro. Alto e snello, aveva un viso allungato, la carnagione olivastra, i capelli castani e gli occhi di un grigio molto scuro, quasi nero.
«Hey Jon, lei è Aline, la ragazza di cui ti parlavo qualche giorno fa»
«Molto lieto mia Lady»Disse con aria gentile baciandomi la mano.
«Non sono una Lady, mio Lord»
«Se è per questo, neanche io sono un Lord»
«Allora con chi ho il piacere di parlare?»
«Jon Snow, figlio bastardo di Eddard Stark» Disse il ragazzo fiero, ma anche abbattuto.
«...e mio fratello» Disse Robb mettendogli una mano sulla spalla in segno d'affetto.
Ci dirigemmo insieme verso il castello, lasciando il piccolo boschetto e parlando come se ci conoscessimo da una vita.
I ricordi che avevo avuto con loro riaffiorarono e per la prima volta dopo la morte di mio padre qualcuno era riuscito a strapparsi un sorriso, un vero e sincero sorriso.

Ehilà!
Questo capitolo è un po' più lungo del solito,
ma nonostante ciò, spero vi sia piaciuto.
Commentate scrivendo cosa pensate accadrà nel prossimo capitolo e votate!!!

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