Capitolo 15 | Il corvo con tre occhi

507 31 0
                                    

Il sole non era ancora spuntato, ma le strade erano già popolate di gente. Il profumo del pane appena sfornato era salito sin nella mia camera, svegliandomi. Le donne facevano pettegolezzi tra loro mentre stendevano il bucato appena fuori le umili case. Le cappe dorate si preparavano per la partenza, gli scudieri lucidavano spade e scudi dei loro padroni e tutta la corte del Re si affrettava a sistemare i bagagli della famiglia reale.

Potevo scorgere, dalla finestra di camera mia, vicino le scuderie, la chioma dorata di Ser Jamie Lannister, il quale indossava l'armatura delle guardie reali e che accarezzava il suo stallone bianco. Si avvicinò a lui sua sorella, la Regina, vestita con un abito dei colori della sua casata, rosso e dorato, e i lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle, fino a raggiungere il fondoschiena.

Spostai gli occhi sulla grande fortezza e vidi un'entusiasta Sansa vicino alla finestra del suo balcone che era evidentemente molto agitata per la sua partenza, contemporaneamente Lady Catelyn le pettinava i lunghi e rossi capelli.

Arrivai a palazzo dirigendomi subito nelle camere di Rickon. Il piccolo Lord dormiva ancora, come un angioletto, ai suoi piedi Cagnaccio addentava un cuscino. Solo un fioco raggio di sole illuminava la stanza. Svegliai con cautela il bambino il quale fregandosi gli occhi richiamò Cagnaccio.

«Cagnaccio smettila di addentare cuscini, alla fine mangerai anche me» Disse al lupo dagli occhi verdi che sembrava infischiarsene delle parole del padrone.

«Penso sia ora di andare a salutare tuo padre, piccolo Lord» Gli dissi.

Era presente tutta le famiglie di Stark, Lannister e Baratheon. Sansa e Lady Catelyn si strinsero in un forte abbraccio, mentre Arya salutava Jon e Rickon. Lord Eddard, invece, faceva promesse al suo primogenito accarezzandogli la guancia in segno d'affetto. La giovane principessa Myrcella piangeva a dirotto guardando sua madre entrare nella carrozza. Rimasi in disparte in quel momento così pieno di premura e amore, fin quando Sansa non mi raggiunse.

«Mi mancherai Aline» Disse abbracciandomi.

«Anche tu Sansa. Scrivimi, tutti i giorni»

«Lo farò» Disse allontanandosi e salendo sulla modesta carrozza assieme a sua sorella che salutava tutti annoiata con la mano. Nymeria e Lady seguivano le loro padrone con destrezza.

Theon Greyjoy mi stava accanto, ma stranamente non mi aveva ancora rivolto la parola.

Voltai lo sguardo su Lord Eddard e Lady Catelyn, parlavano appartati tra loro, guardandosi negli occhi, erano tutti pronti per partire, mancava solo il Lord di Grande Inverno.

«Allora Ned, diamoci una mossa!» Disse con dispetto il grasso Re. Lord Eddard stampò un lungo bacio sulle labbra della moglie, poi salì sul suo stallone e raggiunse il sovrano.

La carovana cominciò a partire e Lady Myrcella, rimasta a Grande Inverno, cercò di raggiungere la carrozza che ospitava la madre e il fratello, ma fu fermata da Robb il quale la strinse a se.

 Lady Catelyn era avvilita, aveva chiesto esplicitamente a Ned di rifiutare l'incarico, ma il suo onore non glielo permise. Ella era rimasta sola sulle porte della città. 

«Andiamo Aline» Disse Jon seguendo gli altri membri della famiglia.

«Andate, arrivo subito» Mi avvicinai alla donna che asciugava le lacrime mentre osservava le sue due figlie e l'amato marito allontanarsi all'orizzonte.

«Lady Catelyn» Le dissi affiancandola «Torneranno presto, vedrete»

«Io non credo. Conosci il motto dei Tully?» Mi chiese.

«Famiglia. Dovere. Onore» Recitammo insieme.

«Noi Tully siamo rispettare le nostre responsabilità e comportarci con rettitudine, onestà. Non a caso nel motto è presente per primo "Famiglia". Per due volte sono stata separata dalla mia famiglia, due soltanto. Quando Ned mi portò qui a Nord, pensavo che essere rinchiusi in una cella fosse meglio. Non riuscivo a sopportare il distacco dalla mia famiglia, mio padre, i miei fratelli, li sognavo tutte le notti. Poi arrivarono Robb, Sansa, Arya, Bran e Rickon. Questa è la seconda volta in cui vengo separata dalla mia famiglia, non riesco a sopportarlo. Gliel'ho ripetuto per tutta questa settimana, ma per un uomo come Ned, il dovere e l'onore vien prima di tutto, persino della sua famiglia e di sua moglie» Mi spiegò.

Stavo per parlare, ma venni interrotta da Robb che raggiunse me e sua madre correndo.

«Madre! Madre!» Disse con l'affanno. «Si tratta di Bran!»

«Cosa Bran?» Disse la donna piegando il candido fazzoletto e ponendolo in una tasca del vestito verde scuro.

«È sveglio!» Disse lui sorridendo alla madre. Lady Catelyn prese a correre verso la fortezza, io e Robb la seguivamo con distanza.

Nella stanza erano presenti solo Maestro Luwin e La Vecchia Nan. Il primo visitava il ragazzo che era impaurito e scosso. L'anziana signora invece ringraziava gli dei per aver fatto svegliare il ragazzo.

Lady Catelyn abbracciò il figlio con commozione, mentre Maestro Luwin le diede una terribile notizia. Bran non avrebbe più potuto camminare, cavalcare, giocare normalmente con i suoi coetanei. Aveva perso l'uso delle gambe.

«Non c'è nulla che si possa fare?» Chiese Robb.

«Ne siete sicuro?» Dissi io.

«Si, ne sono certo, mi dispiace Bran» Disse il vecchio congedandosi, seguito dalla Vecchia Nan.

Estate era il più contento di tutti, gironzolava sul letto di Bran scodinzolando.

«Vi lasciamo da soli mia signora» Dissi rivolgendomi a Lady Catelyn.

«No» Disse il bambino. «Potete lasciarmi da solo con Aline?» Disse invece. Mi sedetti sul letto dell'invalido accarezzando il morbido pelo di Estate.

«Tu hai letto molto giusto?» Mi chiese.

«Beh si, ho letto qualcosa»

«Hai letto qualcosa sui sogni? Per tutto questo tempo c'è un sogno che mi tormentava. Un corvo, non uno normale. Un corvo con tre occhi, correvo nel bosco, incorrevo il corvo, il quale si posò sul ramo di un pino. Dopo un attimo di silenzio mi disse che imparerò a volare un giorno, non ne apprendo il significato. Sapresti aiutarmi?»

«Non ho mai letto nulla su sogni e tanto meno su dei corvi, potresti provare a chiedere a Meastro Luwin o alla Vecchia Nan, saprà di sicuro dirti qualcosa, molto di più di quanto possa dirti io, Bran» Gli accarezzai i capelli e uscii dalla stanza, lasciandolo da solo con il suo meta-lupo.

Sapevo bene di cosa egli stesse parlando invece. Il corvo con tre occhi, avevo letto un antico libro che parlava di metamorfi, oltre-vedenti. Uomini dalla capacità di viaggiare nel passato, nel presente e di aver visioni sul futuro. Un ricordo vago e non volevo che Bran, da poco risvegliatosi, scoprisse e soprattutto speravo non diventasse come quelle persone, o meglio non diventasse schiavo della vista.

The sky looks usWhere stories live. Discover now