Capitolo 7 | La Danza dei Draghi

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Si era ormai fatto giorno, quando arrivammo al castello, dopo la lunga passeggiata. Entrambi eravamo esausti e sfiniti. I cuccioli di meta-lupo scorrazzavano attorno a me e Robb, rincorrendosi tra di loro. Uno di loro si era addormentato tra le braccia del ragazzo dagli occhi azzurri, il quale gli dava qualche tenera carezza di tanto in tanto. Il villaggio era già sveglio, le donne stendevano il bucato spettegolando tra loro e alla vista di me e Robb subito si zittirono, inchinando leggermente la testa, per poi guardarci con occhio storto e ricominciare a parlare. Un profumo di pane appena sfornato intasava la strada e mi accorsi che era, forse, poco più di un giorno che non toccavo cibo. Il mio stomaco cominciò a brontolare, suscitando l'attenzione di Robb alle prese con il cucciolo di meta-lupo, che nel frattempo si era svegliato.
«Qualcuno ha fame?» Disse posando a terra l'animale dagli occhi di un giallo splendente e dal pelo a tratti grigio, a tratti bianco e nero.
«Sarebbe meglio far colazione, entriamo? Avranno lasciato, spero, qualcosa anche per noi!» Continuò il giovane. Entrammo nel cortile del castello, seguiti dai cuccioli che ululavano e abbaiavano. Robb entrò nelle cucine a prendere un po' di cibo. Non ero abituata a fare colazione, soprattutto negli ultimi periodi nella capitale, dal momento che il cibo scarseggiava ogni giorno, sempre di più. Mentre osservavo, seduta su una panchina in legno, i piccoli lupi gironzolare per il giardino, sentii una voce a me conosciuta, chiamarmi. Mi voltai per guardare chi fosse e vidi Bran, seguito da mia sorella e il piccolo Rickon che gli stava dietro a stento.
«Non posso crederci! Quelli sono lupi!» Disse il più grande, mentre Claire si catapultò tra le mie braccia e si sedette al mio fianco.
«Tecnicamente, sono meta-lupi, non se ne vedono da molto qui, ho sentito»
«Infatti, è così, padre! Madre! Venite a vedere!» Disse a voce alta il moro. Dalle scale accorse subito Lord Eddard, seguito da Robb e Theon.
«Come ti è venuto in mente di portare qui questi lupi, Robb! Diventeranno grandi in pochi mesi e potrebbe succedervi qualcosa di male!» Diceva Lady Catelyn preoccupata rincorrendo il figlio che sembrava non sentirla. Intanto Lord Stark era già nel cortile ed osservava i tre bambini giocare con i sei meta-lupi.
«Buongiorno mio Lord!» Lo salutai educata.
«Meta-lupi, dove li avete trovati?» Mi chiedevo come faceva a sapere che stessi anch'io con Robb quella sera, ma passai oltre e gli risposi: «Nella Foresta del Lupo, li abbiamo trovati vicino alla loro madre morta, era un peccato lasciarli lì da soli». Lord Eddard mi sorrise e si chinò anche lui vicino a i cuccioli che, questa volta rincorrevano i piccoli Lord. Frattanto anche Sansa ed Arya arrivarono ed entusiaste si unirono al resto della famiglia.
«Bene ragazzi, potete prendere un meta-lupo ciascuno, a patto che li addomesticherete e non li trattiate male, intesi?» Pronunciò autorevole il Protettore del Nord. I più piccoli si precipitarono per primi e dopo arrivarono Robb e Sansa e presero i loro cuccioli. Solo il piccolo meta-lupo dagli occhi rossi e dal pelo bianco era rimasto senza un padrone, così lo presi e mi diressi verso le camere di Jon. Bussai alla porta in legno e solo dopo aver sentito "avanti" entrai.
«Hey Snow, ho un regalo per te!» Dissi e il cucciolo entrò nella stanza correndo. Jon era stupefatto, nemmeno lui aveva mai visto un meta-lupo. Mi sedetti sul letto accanto a lui e prendendo il lupo tra le braccia e gli raccontai la storia di come io e Robb salvammo i cuccioli di meta-lupo. Egli era stupefatto e preso talmente tanto dal piccolo batuffolo bianco, che a stento, riusciva a seguirmi mentre io parlavo.
«Aspetta, ma come mai tu e Robb eravate insieme?» Mi chiese. Per un istante non seppi cosa rispondere.
«Ero nel parco e poi ho incontrato Robb che mi ha portato nella Foresta del Lupo» Dissi nervosa e tutto d'un fiato. Mi guardò con un occhio storto e un mezzo sorriso che finì per diventare una rumorosa risata. Avevamo instaurato un bellissimo rapporto d'amicizia io e Jon, anche se da poco ci ritrovammo. Probabilmente, avendo per alcuni versi lo stesso carattere, abbiamo stretto una fantastica affinità. Eravamo molto simili, ma io ero molto più impulsiva di lui, mentre lui era molto più riservato e chiuso in se stesso. Dopo un po' decisi di recarmi da mia madre, nella nostra camera. Svoltai per i tanti corridoi che separavano la camera di Jon dalla mia, fin quando non mi ritrovai davanti alla porta della mia stanza. La aprii senza bussare, ma non trovai mia madre, anzi trovai un biglietto sotto ad un piatto con un bicchiere di latte e una brioche.

Sono andata in paese a comprare qualcosa, la colazione è per te, appena torno dovrai raccontarmi che fine hai fatto stanotte. Non metterti nei guai.

Mamma

Lessi il biglietto mangiando la brioche seduta al tavolo scricchiolante, successivamente mi diedi una rinfrescata e indossai un veste lunga fino a metà polpaccio, di un grigio cenere, con ricami in pizzo rosso carminio sull'orlo della gonna e delle maniche. Raccolsi i capelli in due lunghe trecce e successivamente, mi rilassai sul letto a leggere un libro. Era il mio preferito, lo avevo con me da forse tre o quattro anni, quando il bibliotecario del quartiere me lo regalò. Era forse la terza volta che lo leggevo nell'arco di un mese. Parlava della famosa Danza dei Draghi, un conflitto civile scoppiato sotto il governo della dinastia Targaryen. Fu una guerra di successione combattuta da Aegon, secondo del suo nome, figlio del defunto re Viserys, e la sua sorellastra, Rhaenyra. I due si contendevano il trono del padre , ma lo scontro durato due anni, si concluse con la morte di entrambi i rivali e l'incoronazione di Aegon, figlio di Rhaenyra. Gli scontri tra i draghi erano la mia parte preferita, adoravo immaginarli volare su Westeros, peccato non si vedano ormai da anni.
Mi addormentai sfinita, dormii per circa una mezz'ora, fin quando mia madre non rientrò in camera, facendomi sobbalzare.
«Buongiorno!» Dissi stiracchiandomi e avvicinandomi alla donna.
«Buongiorno anche a te! Sono stata in paese a per comprarvi dei nuovi vestiti, più adeguati per questo freddo. Ho incontrato una donna, abbiamo parlato un po' e mi ha detto che lei e la sua famiglia hanno una casa che potremmo comprare, non se ne trovano molte a Grande Inverno. Ho trovato un lavoro dal panettiere e assieme ai nostri risparmi potremmo acquistare l'appartamento!» Disse euforica. Mi spiegò che la casa era sopra la casa di Tessa - il nome della donna - aveva una discreta cucina con uno sgabuzzino e un soggiorno, due camere da letto e due bagni. Stava per uscire di nuovo, quando sulla' uscio della porta si voltò.
«Ah, stavo quasi per dimenticarmene, dove sei finita questa notte?» Mi chiese.
«Ehm, non riuscivo a dormire così sono uscita fuori a prendere una boccata d'aria, tutto qui.» Le risposi titubante.
«Mh, non c'è nient' altro?»
«Mamma! Ti ho chiesto di non preoccuparti!» Detto questo ella uscì. Si era fatta ora di pranzo, a noi tre era permesso di mangiare assieme agli Stark, così mi diressi verso la grande sala da pranzo. Svoltai a destra per un lungo corridoio, poi a sinistra e di nuovo a sinistra, ma un altro corridoio, il castello era un labirinto per me. Tornai indietro per ricominciare la strada daccapo. Mentre camminavo lungo un corridoio, ormai stufa di perdermi in quei corridoi, una porta mi sbatté in faccia e io caddi per terra con il naso sanguinante.
«Oddio, Aline scusami, è stato un incidente, non volevo! Vieni ti porto da Septa Mordane.» Disse preoccupato un ragazzo, era Robb.
Io frastornata mi alzai e lo seguii, con una mano sul naso che perdeva sangue sempre più. Mi prese sottobraccio e in men che non si dica arrivammo in un'ala del castello a me sconosciuta. Robb spalancò la porta e quella che doveva essere Septa Mordane, ci venne incontro.
«Mio Lord, cosa succede!» Chiese la donna dal volto ossuto, gli occhi piccoli e incavati e la bocca sottile, quasi senza labbra, prendendomi per mano e facendomi sedere su di uno sgabello. Mentre lei bagnava un fazzoletto con dell'acqua fredda Robb raccontava ciò che mi aveva fatto, ma questa volta ridacchiando sotto i baffi.
«Non c'è nulla da ridere! Voglio veder te al mio posto!» Dissi ironica facendo ridere Septa Mordane. Quando il sangue finì di scorrere, io e Robb salutammo Septa Mordane e ci dirigemmo verso la sala da pranzo.


Ciao a tutti!!!
Nuovo capitolo, a me sinceramente non piace molto, forse è un po' monotono, ma vabby.
Votate e commentate suggerendomi un titolo per questo nuovo capitolo, oggi ho terminato le mie idee hahaha

The sky looks usWhere stories live. Discover now