1. Pretty Girl

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Claire


Il liceo statale Martin Luther King di Washington DC era più comunemente definito prigione dalla maggior parte di noi studenti e dagli insegnanti – e questo non perché era una scuola e quindi automaticamente diventava qualcosa di simile ad un vero e proprio carcere, ma perché quello era, seriamente, un ex carcere trasformato in una scuola. Se poi ci mettiamo che era frequentata da spacciatori, un ragazzo era finito in overdose in uno dei bagni e attualmente un ex criminale era uno dei bidelli, la situazione diventava ancora più comica.

Purtroppo per noi, oltre ad essere una calamità di sfiga e disgrazie, era uno dei pochi licei in città che noi della zona meno "abbiente" potessimo frequentare perché non prevedeva tasse scolastiche stratosferiche – almeno, questo era il motivo per cui io e Tessa ci trovassimo lì, Brendon aveva i soldi che gli uscivano dal culo e per di più ottimi voti, poteva benissimo frequentare le scuole posh della città eppure aveva scelto di restare con noi. Scelta coraggiosa, oserei dire.

Quella mattina ero stata la prima ad arrivare, accompagnata niente di meno che da mio fratello il traditore della patria – aveva deciso di accompagnarmi per chiedermi scusa per lo spettacolo raccapricciante che mi si era presentato davanti agli occhi giusto due giorni prima. Ovviamente, non si era scusato per avermi tradita nel profondo andando a letto con il mio nemico giurato, ma perché avevo visto il culo di suddetto nemico giurato e temeva che la visione aveva scioccato i miei piccoli occhi innocenti (senza sapere che in realtà i miei occhi erano più che compromessi). Cosa c'è che non va in mio fratello? È un mistero.

Tornando a noi, adesso ero al solito posto sul muretto ad aspettare i miei amici – una bella novità, visto che di solito io ero l'ultima ad arrivare. Tessa arrivò qualche minuto dopo di me, camminando infuriata e trascinandosi quel bel pezzo di manzo di suo fratello dietro che rideva di lei. La salutai, ma lei era troppo incazzata per ricambiare – e la colpa non poteva non essere di suo fratello.

«Ci siamo alzati dalla parte sbagliata del letto, stamattina?», le chiesi, ridendo quando lei alzò gli occhi al cielo.

«Se non fosse stato per questo pezzo di merda qui», sbottò lei, indicando suo fratello che si limitò ad alzare le spalle, ridendo, «Sarei arrivata presto. E mi sarei anche truccata! Oggi sono un cazzo di mostro».

Alzai gli occhi al cielo. «Sei esagerata come al solito. Fa un bel respiro, sorridi e vedrai che la vita ti sorriderà», la presi in giro, usando le parole che di solito usava lei con me quando mi lamentavo su quanto odiassi le mattine – cioè, praticamente sempre. Oggi era un po' l'eccezione alla regola, diciamo – ed era strano, visto che io avevo avuto modo di parlare con il mio simpatico e leale fratello maggiore. Forse l'idea che mi sarei vendicata di Luke mi faceva stare tranquilla.

Ovviamente, Tessa mi guardò come se avesse voluto uccidermi. «Dio, hai ragione quando dici che sono irritante quando te lo dico», disse sospirando prima di voltarsi verso suo fratello, «E tu che cazzo ci fai ancora qui?!».

Jake sorrise in modo malizioso. Dio, se solo fossi stata etero – e se solo non fosse stato il fratello della mia migliore amica – avrei fatto le peggiori follie con lui. Purtroppo, c'erano molti deterrenti alla cosa. «Mi assicuro che tu non faccia stupidate che poi la mamma potrebbe sapere casualmente», disse, facendo sbuffare Tessa.

«Evapora, prima che la chiami e le dica che il calcetto è solo una scusa per andare a fumare erba con i tuoi amichetti deficienti», gli ordinò, facendolo correre via, «Ah, funziona sempre. Comunque, dov'è Brendon? Ho urgente bisogno di una sigaretta».

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