12. Failed Date

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Claire



«Sono ancora in tempo per fingere una malattia mortale e dare buca a Gigi», mi lamentai con Tessa, al momento impegnata a guidare verso il luogo dell'imminente delitto alla mia vita, un bar anni cinquanta nel centro della città. Era lì che Gigi mi aveva chiesto di incontrarci – mi aveva imposto, più che altro – nel messaggio che mi aveva inviato per inchiodarmi. Contavo che si sarebbe dimenticata dell'appuntamento, presa dai suoi impegni di sedicenne, ma ovviamente non potevo essere così fortunata.

«Il tuo tempo è finito quando le hai infilato le dita nella vagina per compiere il tuo piano malvagio», mi rimproverò Tessa, facendomi sbuffare, «Te l'ho detto, ci dovevi provare con Bella».

«E farla finire in un vicolo con una siringa su per il braccio? Meglio una sedicenne non completamente sana di mente», borbottò Brendon, dai sedili posteriori. Mi ero quasi dimenticata di lui, quel pomeriggio era – stranamente, per uno come Brendon – piuttosto silenzioso. In effetti, lo  era da quando gli avevamo detto il nome del bar in cui si sarebbe svolto l'appuntamento; mi era sembrato così spaventato che temevo non venisse più, addirittura. Però lui e Tessa mi avevano promesso che mi avrebbero aiutato ad uscire da quella situazione di merda, motivo per cui adesso fossero entrambi con me oltre al fatto che avessi bisogno di un passaggio.

Sospirai. «Avete ragione entrambi, ma che ci posso fare? Andava fatto. Spero soltanto che l'idea che avete avuto per sabotare la serata la faccia allontanare per sempre da me», borbottai, attirando gli sguardi di entrambi su di me.

«Senti, dopo questo piano che siamo riusciti a macchinare ci meritiamo un Emmy», sbottò Brendon con tono di sfida, «E poi dimentichi chi sono, bambola?».

«Non ci dimentichiamo chi sei, Yzma», sbottai io, scoppiando a ridere con Tessa, «A proposito, la festa di Ronnette si avvicina e io non ho la minima idea di cosa fare».

«Vestiti da Mulan, è la tua preferita!», mi suggerì Tessa, «Io faccio Kronk di Le follie dell'imperatore, visto che Yzma qui presente mi accompagnerà mentre tu sicuramente sarai troppo impegnata a correre dietro Callie Hood».

Brendon sbuffò. «Oltre ad essere una vecchia decrepita ora sono anche un gigolò! Che vita di merda», disse, facendoci scoppiare a ridere.

«Dai, che hai già il costume pronto! Io devo pensare a qualcosa che stupisca Callie, ne va della buona riuscita del mio piano», sbottai io, mordendomi il labbro inferiore non appena pronunciai quelle parole.

Certo, era normale da parte mia pensare a qualcosa che avrebbe potuto colpire Callie in funzione del mio piano, ma ora come ora ero confusa da morire e sembrava solo una forzatura, da parte mia. Non ero neanche più sicura di portare avanti quel piano, dopo essere stata fin troppo tempo a pensare a quell'abbraccio con Callie e alle sue conseguenze, a ciò che stavo provando ultimamente che sconvolgeva tutte le mie convinzioni, ma ormai non si tornava più indietro; non potevo permettere a dei dubbi di rovinare tutto proprio ora, anche se quei dubbi erano ormai una costante. Non potevo e non dovevo farlo.

Tessa mi fissò in tralice prima di spegnere l'auto. «Io ti direi di lasciar perdere, visto che secondo me ti stai solo cacciando in un grossissimo guaio, ma ormai ci sei dento fino al collo quindi è inutile desistere. Perché non fai una ricerca su Facebook? Potresti trovare qualcosa e lavorare su quello», mi suggerì, alzando le spalle.

Io le sorrisi. «È un'idea geniale! Ma... secondo voi riuscirò a farmi accettare la sua richiesta di amicizia?», chiesi dubbiosa mentre scendevamo dall'auto, «Insomma, sono la nemica giurata del suo migliore amico e tra l'altro ci provo con lei senza ritegno nonostante sappia che le da fastidio, ho tutti i requisiti per essere rifiutata su Facebook».

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