6. Strategies

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Claire



«Sei davvero una deficiente», mi rimproverò Brendon, puntandomi le sue bacchette da sushi contro, «Adesso mi spieghi come farai a farti assumere lì?!».

Io alzai le spalle, ignorando la mia invitante pizza per rispondere al mangiatore incallito di sushi. Sul serio, Brendon ne mangiava in quantità industriali; di solito a dargli man forte era Tessa, che per consolarsi dalla rottura – più che giusta, tra l'altro – con Abel aveva deciso di mangiare sia quello che la pizza, creando l'abbinamento più disgustoso di sempre. Purtroppo per noi era giù di morale, e solo una cosa l'avrebbe consolata: il cibo. Beh, non la biasimavo, soprattutto perché non la potevo capire. Non avevo mai vissuto una rottura in vita mia... e forse era meglio così. Non avevo proprio bisogno di cuori spezzati e promesse non mantenute, l'amore era soltanto una perdita di tempo a mio parere. Un parere sbagliato, direbbe chiunque, ma dopo aver assistito a più rotture di quante ne volessi vedere ero arrivata alla conclusione che con il cuore non si scherzava, e che il mio lo volevo intatto e al suo posto.

«Un modo lo trovo. Dimentichi che io sono la regina del male», borbottai, scostandomi i capelli dalla spalla con fare altezzoso.

Tessa sospirò guardandomi in tralice: un chiaro segno che la sua tristezza era a livelli incalcolabili. Di solito mi prendeva in giro, al massimo se non aveva voglia di parlare alzava gli occhi al cielo. I sospiri indicavano la tragicità della situazione. Doveva aver preso la rottura con Abel proprio male...

«Claire, non per essere negativo, ma non credo che riuscirai a cavartela come sempre. Stiamo parlando di una cosa seria, non delle stronzate che facciamo di solito – insomma, è un posto di lavoro!», ribatté Brendon, accigliato, facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Sei sempre così pessimista. Non ti fidi di me? Ti ricordo che quella volta che sei finito dietro le sbarre sono stata io a farti uscire senza neanche farti pagare la cauzione. Dovresti ringraziarmi dandomi un po' di fiducia, Brendon», sbottai, facendo ridere Tessa. Beh, per lo meno ero riuscita a strapparle un sorriso.

«In effetti io non sottovaluterei il suo potere – o il potere della sua vagina, credo che anche quello sia piuttosto inarrestabile», disse la mora, facendo voltare Brendon sorpreso verso di lei.

«Sei finalmente giunta alla conclusione che Abel era tossico e che la vostra relazione era finita già prima che ci metteste un punto?», le chiese Brendon, speranzoso, «Ti prego, dimmi di sì».

Tessa guardò Brendon male prima di sospirare. «Non sono giunta alla conclusione che Abel sia- no, okay, a quello ci ero arrivata», disse, facendomi ridere, «E poi, voglio essere triste per la fine della mia relazione con lui. Posso? Solo perché a voi non piaceva non vuol mica dire che io non possa starci male. Abel è stato importante per me, lo sapete», aggiunse, rabbuiandosi leggermente.

Io posai una mano sulla sua, stringendogliela. «Beh, quando mai noi abbiamo avuto opinioni positive sui partner degli altri?», borbottai, facendola ridere, «È normale che tu sia giù per la rottura con Abel, nonostante noi non capiamo. Non è il nostro compito capire per forza, l'importante è che siamo qui a consolarti, e a distrarti da ciò che è successo – insomma, a questo servono gli amici, no?».

Tessa annuì. «Grazie, comunque. Apprezzo ciò che state facendo per me, nonostante non abbiate mai approvato Abel – e soprattutto apprezzo il fatto che Brendon mi abbia pagato il sushi per farsi perdonare il suo essere perennemente stronzo», disse, abbracciando di scatto Brendon che la guardò male, «Sei un tesoro!».

Slut + Sluttier || 5sosWhere stories live. Discover now