Cinque

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Sono riuscito a infilarla nel freezer tutta intera, e non credo di aver mai faticato così tanto in vita mia.

Quando sei stanco ogni cosa ha un sapore diverso. Questa Coca Cola, ad esempio, sembra essere stata appena imbottigliata e versata nel mio bicchiere direttamente da una coppiera seminuda, come quelle dell'antica Grecia.

L'immagine della mia donna ideale non arriva al di sotto dei quarant'anni d'età. Credo che proprio a quarant'anni le donne diano il meglio di sé, e più passa il tempo più si caricano di sensualità.

È così che immagino la mia coppiera seminuda: cinquantenne, con il fisico tonificato da intensive sessioni di squat in palestra; la vita striminzita e il seno che vince la forza gravità grazie alle prodezze della chirurgia estetica. L'attrazione non è solo fisica, ma mentale. Cosa potrebbe offrirmi un corpo giovane e inesperto, ignorante, alle prime armi? E invece cosa potrebbe darmi una bellissima e ammaliante milf se non l'esperienza tra le lenzuola e la tenerezza che solo una donna già divenuta madre sarebbe in grado di offrire?

Ho ordinato una pizza a domicilio che tarda ad arrivare, così sgranocchio qualche cracker senza sale per calmare l'appetito. Sono i crackers della nonna: senza sale, senza grassi, olii e senza farine OGM: sono una sfida alla legge della fisica, perché una roba così credo che sia composta prevalentemente di antimateria. Non c'è altra spiegazione.

La Coca Cola è ancora fredda e la puntata centoquarantasette della telenovela Piantagione di Passione è incominciata da pochi minuti. In questo episodio Pedro ed Estrella dovranno parlare di quanto accaduto il giorno prima, quando durante la raccolta dell'habanero giallo, Estrella è rimasta sopraffatta dalla veemenza di Pedro. Fare l'amore tra i filari di peperoncino credo che abbia ampliato la potenza virile del protagonista. Avrebbero copulato con così tanta passione anche in un campo di cicoria? O è proprio il peperoncino l'elemento capace di scatenare così tanti rapporti promiscui tra i protagonisti?

Suona il citofono. Mi ripulisco la maglietta dalle briciole e vado ad aprire la porta, ma non è il tizio della pizza, bensì Mario: il vicino di casa,nonché compagno di partite a carte di mia nonna.

«Ciao Carlo» mi dice. Ha una bottiglia di vino rosato tra le mani; il suo sguardo supera rapidamente le mie spalle come uno scoiattolo per arrivare dritto al divano vuoto. «Anna non c'è?»

«Sì» – maledizione, mi è uscito di bocca senza volerlo. «Cioè, in realtà è uscita» – sto solo incasinando le cose. Pensa, Carlo. Trova una scusa plausibile.

«A quest'ora? Dev'essere successo qualcosa di grave!»

«No, no. Niente di grave. Avevo dimenticato di fare la spesa, è il mio compleanno e allora voleva prepararmi una torta.»

«Strano. L'ultima volta mi ha detto che sei nato sotto il sole afoso, a quaranta gradi, nell'estate più calda degli ultimi cinquant'anni.»

«Sì, ha ragione» rispondo. «Però ha dimenticato di specificare che però sono nato in Brasile, e lì a febbraio fa un caldo pazzesco.»

Brasile. Sono un idiota; anche se pare che Mario se la sia bevuta. Devo solo sperare che stanotte la demenza senile faccia il suo corso. O che la morte lo colga prima del sorgere del sole.

Lo scooter del fattorino della pizza parcheggia davanti al cortile.

Pessimo tempismo.

«Scusami, è arrivata la pizza» faccio io mentre la afferro e pago dieci euro, mancia inclusa.

Il signor Mario mi guarda senza proferire parola. Poi si risveglia dal silenzio catatonico e mi dice: «Va bene. Speravo di farmi una briscoletta prima di andare a letto. Mia moglie sta ronfando già da un paio d'ore, sicché mi sentivo da solo.»

«Capisco, riferirò sicuramente. Magari un altro giorno... Se Dio vuole.»

«Volentieri, se Dio vuole.»

Chiudo la porta e torno al divano. Sono arrivato tardi alla scena del secondo amplesso tra Pedro ed Estrella. Spero solo che domani non si lascino: in fondo sono una bella coppia.

E comunque, la pizza è fredda.

La stanchezza mi fa crollare come un sasso sul divano. Riapro gli occhi e mi rendo conto che sono le due di notte.

Mi stiracchio e mi metto a controllare che tutte le finestre siano ben chiuse, ma è proprio quando mi avvicino a quella del soggiorno che mi rendo conto di un particolare che mi porterà sicuramente a grossi guai: il signor Mario è là fuori, davanti alla sua porta di casa, e mi fissa dritto negli occhi come se riuscisse a oltrepassare con lo sguardo i vetri della finestra.

Grossi, grossissimi guai in arrivo.

Era un bravo vicino. Salutava sempreWhere stories live. Discover now