Undici

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Il primo treno per Genova Piazza Principe è il Frecciabianca con arrivo previsto per le 15. Il che significa che se tutto fila liscio arriveremo lì per le 15 e 30. Il ritardo di mezz'ora lo aggiungo io, a voler essere di misura larga come il macellaio di fiducia di mia nonna.
Mezz'ora in più. Che faccio signora, lascio?

Approssimazione, Imperfezione, Imprevedibilità: sono queste le tre forze che influiscono costantemente sulla vita di un adulto, sono la versione decadente delle tre virtù. Prima impariamo a conoscerle, a vederle come sono realmente, e meglio riusciremo a controllarle.

A scuola non le insegnano queste cose. Ti preparano con i compiti in classe, come se la vita fosse un problemino da risolvere, con Pierino che compra dieci mele per la nonna e se ne mangia una. Quante mele rimangono?
Nessuna, signora maestra. Pierino è stato investito a morte da un'auto, mentre tornava a casa, e ora le mele sono a pezzi sull'asfalto.

Per non stare tutto il tempo a preoccuparmi del pernottamento ho prenotato una stanza d'albergo a una sola stella. Dalle foto su booking pare che ci siano persino un lavandino e un bidet proprio di fianco al letto. Il signor Mario apprezzerà sicuramente.

«Hai un mangianastri portatile o un lettore ciddì per ascoltare la musica?» mi chiede.
«Non ne fanno più. Tenga questo» e gli mollo il BlackBerry. «Ho qualche compilation nel telefono» faccio io, come se stessi per passargli tra le mani l'ultima diavoleria tecnologica presente sul mercato. Solo un anziano con un Brondi a tasti enormi potrebbe crederci.
«Ti prendevo in giro» mi risponde con una risata asmatica, e tira fuori un iPod di ultima generazione.
«Sai in cosa sbagliate voi giovani?» continua. «Credete che noi anziani viviamo ignorando il presente, quando in realtà è del vostro futuro che non ce ne frega nulla, con i suoi voli interplanetari e i robot umanoidi. Il presente, invece, che meraviglia! È esattamente come avrei voluto che fosse, con la libertà d'espressione, il cibo a domicilio e le donnine sconce che posso rivedere sul computer quando voglio.»
«Con donnine sconce sul computer intendi...»
«Alla tua età l'unica cosa che avevamo a nostra disposizione era il calendario osé tascabile che ci regalavano i barbieri per festeggiare l'anno nuovo. Dodici ragazze in litografia con le caviglie scoperte al limite della decenza. Doveva bastarti per dodici mesi, capisci? Comunque potevi riceverlo solo dopo i vent'anni, e prima di allora era impossibile persino immaginarsela, una donna nuda. Di solito andavamo con gli amici al bosco di via Novara a cercare alberi con protuberanze simili a parti del corpo femminili.
Adesso gli innamorati incidono sui tronchi 'tizia e caio per sempre'. Io al massimo ci scrivevo 'alla larga, la quercia è già fidanzata'.»

Ve l'ho detto che dagli anziani c'è sempre qualcosa da imparare. Soprattutto nell'arte dell'arrangiarsi.

Ho bisogno di energia per reggere la stanchezza che mi trascino dietro da giorni. Ho portato con me le pillole multi-vitaminiche over 50 di mia nonna.
Sì, ottima soluzione: faccio due passi, vado in bagno e mi carico di selenio, magnesio e fosforo.
Secondo il foglietto illustrativo una sola pasticca di Multicentrum 50+, specifico per donne in menopausa, dovrebbe aiutarmi a combattere l'affaticamento mentale, fisico e l'irritabilità.

Oltre alla secchezza intima e alle vampate di calore.

«Dove vai?»
«In bagno. Anch'io ho delle esigenze. E comunque nel mio futuro, o presente da vecchio – insomma lo chiami come vuole – vorrei delle mutande speciali per i bisogni fisiologici.»
«Esistono già, imbecille. Si chiamano pannoloni

***

Guardati Carlo, come ti sei ridotto. Non è lo specchio del bagno ad essere irregolare, ma la tua faccia.
Eri un bravo ragazzo, amico di tutti e senza scheletri nell'armadio. E invece adesso hai il cadavere di tua nonna preso a martellate nel frigo della cantina. Dove vuoi arrivare? Speri di dare la colpa a qualcuno ma allo stesso tempo vorresti che tutto rimanesse nascosto per avere qualche soldo in tasca. Sei sicuro che ne valga la pena?
Ammettilo: sei un ragazzo intelligente nella teoria, ma poco abile nella pratica.

Afferro due pastiglie di Multicentrum e le butto giù aiutandomi con un sorso d'acqua dal lavandino del bagno.  Il cartello ACQUA NON POTABILE lo vedo quando ormai è troppo tardi.
Cosa volete che mi faccia? Al massimo mi verrà mal di pancia quando sarò già sulla barca di quel rubacuori da strapazzo di Federico Schiatta-come-cavolo-si-chiama...

Come non detto.

La testa mi gira e ho la vista appannata. Che mi succede? Mi sento mancare.

Sto morendo anch'io?
Non posso, non qui...
Non nel cesso di un treno...

Era un bravo vicino. Salutava sempreWhere stories live. Discover now