Otto

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Credo che abbiate presente Mrs. Doubtfire, un film del 1993 con protagonista Robin Williams nei panni di un padre separato che si traveste da tata per passare più tempo con i figli.

In realtà alla versione italiana è stato aggiunto un secondo titolo: Mammo per Sempre.

L'adattamento italiano del titolo non ha mai funzionato nonostante l'intenzione di rendere meno criptico il termine Doubtfire

Il pubblico ha preferito storpiare il termine inglese in missis dot fair, e persino dogfire, piuttosto che pronunciare quelle parole: «Mammo per Sempre»

È un titolo indigesto, soprattutto perché rimanda a un'altra pellicola: Mery per Sempre, storia drammatica di un travestito finito in carcere per tentato omicidio.

Per Mrs. Doubtfire la tivù non poteva usare con leggerezza un termine allusivo come «travestito». Insomma, immaginate una famiglia italiana degli anni novanta che si ritrova davanti allo spot: «Papà Travestito, questa sera alle venti e trenta in prima visione su Canale 5».

Ecco quindi l'idea degli adattatori: Mery è un travestito come, in fondo, lo è anche Mrs Doubtfire. Allora si decide di scegliere la locuzione «per sempre» di Mery in sostituzione di «travestito».

Mery per Sempre, Mammo per Sempre. Quando un trucco è svelato si perde l'essenza della magia stessa, ma si diventa più scaltri.

«Basta chiacchiere. Io so tutto» dice il signor Mario.

Il vecchio vicino non è stupido come la ex moglie di Doubtfire. Mi ha riconosciuto subito. Come potrei rispondere a una domanda così diretta da metterti alle corde?

Non riesco a sostenere il suo sguardo. Balbetto soltanto «ma, ma...» mentre continuo a stropicciare la parrucca.

Dice: «Non si prende in giro una persona anziana, lo sai? Bastava dirmelo. Avrei mandato mia moglie per aiutarti a pulire e fare la spesa.»

Come avrei potuto immaginare una reazione così assurda, secondo lui?

Rispondo: «Grazie, troppo gentile. Soprattutto comprensivo. Vorrei però confessarle che non è successo di proposito. È stato solo un errore.»

«Sono dispiaciuto per tua nonna, ma sono molto più deluso dal tuo comportamento. E poi, certo che è successo di proposito: di sicuro lo aveva pianificato per settimane.»

«Signor Mario» faccio io, «queste cose accadono, non si pianificano. È la vita».

Mario molla la presa. Stacca lo sguardo da me per fissare il pavimento.

«Quante volte lo abbiamo fatto qui, per terra» dice. «Se chiudo gli occhi la vedo ancora gemere come una ragazza appena sbocciata. Quanta passione, tua nonna. Ti ha mai raccontato della nostra relazione?»

Rispondo di no, ma ormai non ha più importanza. Mi chiedo se chiamerà o no la polizia.

«Dai, Carlo: dimmi dov'è?»

Potrei correre subito in cucina, prendere una padella a fondo alto pressofuso e sfondargli  quel cranio da uccello rapace prima che sia troppo tardi; poi potrei infilargli la parrucca in testa, avvolgerlo nello scialle di lana e gettarlo nel canale di raccolta dell'acqua piovana.

Immagino i titoli del giornale: «Omicidio di un uomo anziano trovato vestito da donna».

Mario per Sempre.

Resto in silenzio e penso: «okay, ora lo spadello per bene».

Sono pronto ad andare in cucina, ma a un certo punto mi si avvicina, strilla: «È in Liguria, confessa!» e fa scattare un lunghissimo coltello a serramanico puntandomelo alla gola. «Confessa che è fuggita con quel bastardo di un marinaio genovese!»

Comincio a ridere nonostante la lama pronta a penetrarmi la trachea. Credevo di essere in scacco matto e invece resto ancora in gioco. Mario pensa che mia nonna sia scappata con un altro e non ha notato la scia di unto che dal pavimento va in cantina.

Nonna non avrebbe mai sprecato l'olio d'oliva.

La tua mente è offuscata dalla gelosia, signor Mario. Non solo hai sottovalutato la mia strategia, ma hai sbagliato completamente scacchiera.

Ora faccio la mia prossima mossa.

Era un bravo vicino. Salutava sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora