- Intermezzo - La fede del coniglio

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Sono un tenero coniglietto che saltella per i verdi prati di chissà dove. Zampettando qua e là, cagando palline di soffice merda profumata, mi ritrovo davanti a un enorme tronco di noce. Guardandolo dal basso verso l'alto sembra che le fronde tocchino il cielo.
Il sole si nasconde timido, ma incredibilmente scintillante, dietro i rami e le foglie. I frutti di noce sono maturi e avvolti in turgidi involucri verdi e brunastri; sono sparsi in ordine casuale come biglie lanciate in aria dalla natura forse un po' troppo giocosa: tanto da sembrare quasi infantile.

Muovo il mio musetto rosa in direzione della corteccia e provando a cogliere l'odore del muschio che riposa sul tronco, al riparo dalle intemperie.

Che bello sarebbe riuscire a raggiungere almeno una noce, staccarla dal peduncolo con colpo deciso di incisivi e portarmelo nella mia tana accogliente e fresca. Sarebbe un ottimo contorno da gustare con qualche boccone di ciecotrofo appena sfornato dal mio didietro.

Mi avvicino, ma la terra è insolitamente soffice. Poi, all'improvviso, sento qualcosa serrarmi le zampe e portarmi con violenza verso l'alto.
Delle mani callose si avvicinano e tagliano la corda che mi tiene sospeso a testa in giù; mi afferrano, mi ributtano a terra e m'infilano in un sacco nero.
È buio, non riesco a respirare.
Tocco col muso delle sfere, e dal loro odore riesco a riconoscerle: sono le noci verdi del grande albero.
Le mani callose ne buttano altre nel sacchetto; altre, e altre ancora. Qualcuna mi colpisce in testa, ma riesco a restare lucido a causa dell'adrenalina che ho in corpo.
Un altro coniglio sarebbe già morto, con tutta quest'adrenalina che scorre nelle mie esili vene, ma io no: sono forte.

La mia forza è la fede.
Sono un coniglio religioso, e il mio dio è il Gesù pasquale.
Quando un coniglio credente va in paradiso, la sua anima si trasmuta in cioccolato purissimo e la pelle diventa dorata e scintillante, ma per aspirare alla scioglievolezza ultraterrena serve un lavoro di meditazione e calma interiore.

Al momento è molto difficile per me. Sono in un sacco pieno di noci, sballottato in tutte le direzioni e al buio più completo.

Finalmente il sacco si apre e vengo afferrato per le orecchie.
È solo ora che ha inizio il mio cammino verso il supplizio.

Vengo messo a testa in giù, legato per le zampette posteriori.
Due mani gracili cominciano a staccare il mallo dalle noci, per poi batterle con forza fino a frantumarle.
Sono immobile, prego per l'intercessione di Lindt affinché il Gesù pasquale mi dia la forza.

Una lama si avvicina alla gola e mi recide di netto la vena principale. Vedo sgorgare il mio sangue dentro un contenitore sotto la mia testa.
La lama incide anche il mio ventre e il dolore si fa lancinante, anche se per pochi secondi.
Ho la pelle della schiena che mi casca floscia sugli occhi, e la mia carne scuoiata è esposta al freddo della morte.
Addio per sempre. Ora sono solo una ricetta.

Voi che leggete le mie memorie, pregate per me.
Risorgerò a Pasqua.
Nei centri commerciali.

Era un bravo vicino. Salutava sempreWo Geschichten leben. Entdecke jetzt