La Dinastia del Drago Nero [Completa]

4] UN ORRIBILE DESTINO

Il terzo e ultimo anno eravamo ormai ottimi amici, ci chattavamo spesso e andavamo molto d'accordo. Io non gli avevo ancora rivelato la mia vera natura e non intendevo farlo.

Nel frattempo avevo imparato a controllare il sangue nero e volavo più alta delle nuvole.

Temevo che Axel non sarebbe più stato mio amico una volta scoperto tutto e avrei perso il mio unico amico.

Però un giorno fui io a scoprire il vero Axel, era l'ultimo giorno di scuola: quel giorno era strano, non mi parlava e rispondeva male.
Uscendo da scuola mi fermai a parlare con lui per sapere che cosa avesse ma mi allontanò e mi disse

'Razza di stupida, credevi veramente di poter essere mia amica, illusa, ti ho sempre mentito, volevo solo divertirmi a sapere cosa si cela dentro l'anima di una emarginata come te'

Detto questo si allontanò e uscì con i suoi amici battendo loro il pugno.
Appena se ne andarono scoppiai in lacrime
'Che stupida che sono... mi sono d-d'avvero illusa di poter avere un amico... sono una stupida, una stupida' balbettai.
Allora mi tolsi l'anello, spiegai le ali e uscii dalla finestra.
Piansi per tutto il tragitto e quel pomeriggio non mi presentai alle lezioni.
Per sfogarmi decisi di fare un giro per i cieli, era sera e io avevo freddo, volai oltre le nuvole, sentivo il vento che mi attraversava come se mi stesse guardando l'anima e poi le soffici nuvole come il morbido piumone invernale, iniziai a urlare e a piangere come non avevo mai fatto prima.
Verso mezzanotte tornai al dormitorio e cercai di dormire ma senza successo, continuavo a pensare ad Axel, non era possibile che mi trattasse così, o forse si, non ero più convinta di chi fosse Axel.
Dopo una notte insonne ricominciai a studiare alla Kaugi e allenarmi, sta volta nelle arti da combattimento, la preside dice che sono ormai pronta per iniziare il vero allenamento e andare poi in missione quando supererò il secondo programma.
In questo non ebbi difficoltà e presto diventai una dei migliori della scuola, della mia età si intende.
A scuola ero brava, avevo bei voti, e studiavo con costanza ma riguardo ad amici ero ancora a zero.

Imparai ad evocare Eques, un pegaso dal manto nero e le ali da corvo, era davvero bello, non so perché un pegaso e non un drago, forse perché mi piacciono molto i cavalli.
Sul polso destro mi apparve un piccolo tatuaggio che rappresentava un pegaso stilizzato, e per evocare Eques mi bastava avvicinare la mano sinistra e chiamarlo per nome.

Ma io non ero felice in parte, continuavo a pensare a quelle parole

'Razza di stupida, credevi veramente di poter essere mia amica, illusa, ti ho sempre mentito, volevo solo divertirmi a sapere cosa si cela dentro l'anima di una emarginata come te'

Non mi davo pace ero disperata e non riuscivo a smettere di pensarci.
D'un tratto qualcuno bussò alla mia porta, era Sara, mi disse che dovevo andare dalla preside perché mi doveva parlare, io obbidii e andai nel suo ufficio.
Entrai e vidi la preside con uno sguardo triste, ma non volevo immischiarmi e lasciai perdere.

'Ascoltami bene Kira devo darti una brutta notizia, i tuoi genitori sono stati coinvolti in un terribile incidente stradale, lo hanno detto stamattina al telegiornale'

'M-Ma stanno b-bene vero?'

'Mi spiace ma non ce l'hanno fatta, sono...morti'

'No no no no no n-non è possibile, è una bugia' dissi io piangendo

'Non è una bugia Kira. Posso solo dirti che mi dispiace molto'

Detto questo tornai nella mia stanza e piansi ancora più forte fino a che le mie lacrime non diventarono nere come il mio sangue.
Da quel giorno non trovai più la forza di sorridere, non potevo farlo, decisi di diventare sempre più forte, ma il mio cuore ormai era di ghiaccio, e non avrei permesso a nessuno di scioglierlo.