(31) cry

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Uno, due, tre, quattro.

Cinque, sei, sette, otto.

Jimin ripeteva nella sua mente queati otto numeri, cercando di muoversi a tempo e non sbagliare i passi.

Era in sala prove da un'ora, ormai, e credeva che tutti fossero nel mondo dei sogni, compreso Suga.

Fu sorpreso, quindi, quando la porta si aprì; talmente sorpreso che perse l'equilibrio e cadde a terra, sbattendo la spalla contro il pavimento freddo.

Si morse le labbra per non gridare a causa del dolore e, a fatica, si rimise seduto, lanciando uno sguardo verso la porta per vedere chi fosse stato a disturbarlo.

Non appena aveva visto Jimin cadere, il suo fiato si era mozzato ed i suoi occhi si erano sgranati. Si avvicinò al ragazzo, non appena questo lo vide, e tastò la spalla del minore; come per verificare che non ci fosse niente di rotto.

"Ti fa male?", chiese premendo direttamente nel punto su cui era caduto.

Jimin chiuse gli occhi e si morse l'interno guancia per non far vedere che sì, gli faceva male. Scosse quindi la testa, alzandosi da terra ed andando a prendere la bottilietta di acqua che si era portato dietro.

"È tardi, Jimin-ah, dovresti andare a riposare", provò di nuovo il verde.

"Non ho sonno", rispose l'altro osservando Suga.

"Jimin-ah...", Suga si passò una mano tra i capelli e sbuffò, "non devi stancarti così tanto, ed hai preso una botta alla spalla. Dovresti riposare e...", venne interrotto dall'altro.

"Devo migliorare. Non sono pronto per sabato e non voglio essere tra i cinque della nostra squadra che verranno eliminati".

"Tu sei uno dei pochi che so per certo non verrà eliminato. Hai un talento naturale per ballare e..."

"E tutti mi odiano. Quindi devo allenarmi per impressionare gli altri quattro giudici, oppure, con solo il voto da casa, sabato andrò fuori", Jimin non voleva piangere, non ancora. Ma quelle parole erano così dure e così vere, che, senza neanche rendersene conto, le lacrime stavano già scivolando sul suo volto.

Yoongi si sedette con le spalle al muro, afferrando l'arancione per il polso e trascinandolo giù con sé. Lo costrinse a nascondere il viso nell'incavo della sua spalla ed iniziò ad accarezzargli i capelli.

"Sfogati, Jimin...", disse solamente, rimanendo in quella posizione ad accarezzare e stringere quel ragazzino, come a volerlo proteggere.

💋No matter what /YoonMin/Where stories live. Discover now