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Jimin si chiuse a chiave in camera, visto che Gunhee non era presente, e prese il telfono, componendo in fretta il numero di Taehyung.

"JIMINNIEEEE", urlò questo non appena rispose al telefono. L'arancione iniziò a singhiozzare e si sdraiò sul letto.

"Jimin, cosa hai?", chiese Tae cambiando il tono di voce. Si poteva capire che si stava preoccupando.

"V-voglio tornare a-a c-casa... Tae...", singhiozzò al telefono con il proprio migliore amico. Non ce la faceva più, era tutto troppo pesante, non riusciva a sopportare tutto quello, non era abbastanza forte.

"Jimin...", Tae prese un respiro prolungato. Il maggiore sapeva che si stava sforzando di trovare le parole giuste. Non aveva mai sopportato vederlo, oppure anche solo sentirlo, piangere.

"È il tuo sogno, Jimin... non puoi rinunciare. Non permettere che qualcuno ti porti via il tuo sogno".

"Non... è s-solo quello... i-io... non p-posso restare qui, TaeTae... Sabato m-mi ritirerò e t-tornerò da voi", concluse, riattaccando il telefono in faccia all'amico.

Jimin si raggomitolò su se stesso e strinse con le braccia le proprie gambe, lasciando che le lacrime continuassero a rigare il suo volto.

Non poteva continuare così. Non poteva continuare a sentirsi speciale ogni volta che Suga gli parlava e poi sentire il suo cuore trafitto da coltellate ogni volta che leggeva qualcosa su di loro, un attacco contro se stesso.

Aveva preso la sua decisione.

💋No matter what /YoonMin/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora