Capitolo 23: Who is the problem?

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«T.. Taylor che.. Ci fai qui?»
«Chi dovresti denunciare scusami?» domanda di nuovo

Se questo è un incubo svegliatemi, vi prego.

«Sto aspettando una risposta»
«Taylor..» dice Matthew
«Tu zitto che non sto parlando con te.» borbotta lui «Esigo una risposta.»
«Stavamo parlando di un sogno»
«Chissà perché ma non ci credo»

Non piangere.

«Espinosa fuori» dice incazzato Taylor
«No.»

Taylor si avvicina a me e mi prende per il braccio.

«Rispondi!» urla
«Mi fai male! Lasciami!» urlo in risposta

Accade tutto velocemente.
La mia mano chiusa a pugno finisce sul suo volto facendogli mollare la presa per poi cadere a terra.

«Oh mio Dio» mormora Matthew
«Ols.. io..»
«Fuori! Ti voglio fuori di qui!» urlo con tutta la forza che ho

Lentamente si alza e se ne va a testa bassa.

«Olly..»
«Ti prego va via» mormoro
«Non ti lascio da sola»
«Perché ti ostini a starmi accanto? Cos'ho ti tanto speciale?»
«Mi piaci»
«T.. Io? Ti piaccio? In che senso?»

Lui alza gli occhi al cielo, si avvicina a me e mi bacia.

Mi piaci.
Mi piaci.
Mi piaci.

«Oops! Matthew, caro, non sapevo fossi qui.. Ti fermi a cena si?» chiede in imbarazzo mia mamma
«Se non è un disturbo volentieri»
«Ma che disturbo e disturbo! Sapete dove sia Tay?»
«No» rispondo duramente
«Va bene del pollo?»
«Certo!» esclamiamo in coro io e Matthew

Ci sorride ed esce dalla mia stanza quasi correndo.

«Dopo mi farà il terzo grado me lo sento» dico buttandomi sul letto
«Calvin mi ammazza» borbotta Matt sdraiandosi vicino a me
«Mi fa male la mano»
«E ci credo! Hai mollato un destro da paura a Taylor»
«Tu non facevi nulla»
«E che dovevo fare? Picchiare il mio migliore amico?» borbotta acidamente
«Mi stava facendo male cazzo!»

Non avevo mai pensato che un giorno avrei picchiato Taylor e non pensavo potesse succedere una cosa simile. Okay, forse qualche volta ci ho pensato ma solo perché è un'idiota patentato e le botte servirebbero per farlo svegliare ma non avrei mai immaginato che lo picchiassi per una cosa così..
Spero solo che non mi venga un livido sul braccio perché se no può dire ciao ciao alle sue bandane, e a sto giro sono seria e non come le altre volte in cui lo prendevo in giro mettendo una bandana vicino ad un accendino, gliele brucio davanti agli occhi.

A Taylor voglio un mondo di bene, lo considero mio fratello a tutti gli effetti come considero Calvin e Grace i miei genitori ma oggi si è comportato malissimo nei miei confronti. "Farmi" del male non è risolvere i problemi, io ho reagito di istinto e se si è offeso pace. Non doveva, fine del discorso.

«Ma tutta quella forza nel destro?»
«Ogni tanto vado in palestra a fare boxe» rispondo facendo spallucce
«Fai boxe?»
«È ciò che ho detto»
«Dove?» chiede
«Più o meno è tra la scuola elementare e il sushi»
«Ho voglia di sushi»
«Che schifo il pesce crudo» dico disgustata
«Ma come! È la cosa più buona al mondo!»
«La pizza è la cosa più buona al mondo!» esclamo «Io ti lascerei senza cena dopo ciò che hai detto sai?»
«Non oseresti»
«Tu dici? Mamma! Matthew n.. Aiuto! Lasciami!» urlo in preda alle risate
«Cosa ottengo in cambio?»
«Ti butto a terra»
«E io che pensavo di ottenere un bacio» sussurra guardandomi intensamente negli occhi
«Si?»

Annuisce e mi bacia.

Ogni volta che lo bacio provo una sensazione bellissima. Lui mi piace molto e quando sono vicino a lui ho le farfalle nello stomaco come in questo momento.
È una cosa che non so spiegare a parole, ciò che sto provando è una cosa non ho mai provato, è tutto nuovo, non so come comportarmi perché ho paura di soffrire e ho paura di perdere tutto ciò che piano piano sto costruendo.. Ho paura di fare un passo falso, una mossa sbagliata, e far crollare tutto quello che con fatica ho costruito in questi anni.
Ho paura di troppe cose e non mi va bene. Dovrei solamente rilassarmi ma non è facile, non lo è affatto.

«Ragazzi! La cena è pronta!» urla mia madre dalla cucina facendoci prendere un colpo tanto che ci tiriamo una testata a vicenda
«Ahio!» mormoro per poi scoppiare a ridere
«Tu sei tutta matta»
«Muoviti che ho fame» brontolo scendendo dal letto

Matthew si alza velocemente dal mio letto e altrettanto velocemente mi carica in spalla, esce dalla camera e corre per le scale ottenendo da parte mia dei pugni sulla schiena.

«Ma cosa state facendo?» ci chiede mio padre ridendo
«Mi aveva detto di muovermi perché aveva fame, l'ho presa alla lettera» risponde Matthew mettendomi a terra
«Ti odio»

Mi vado a sedere a tavola e mentre aspetto che mia madre porti il pollo mi lego i capelli.

«Dove mi siedo?» mi chiede Matthew
«Dove vuoi»
«Mi dispiace per prima..»
«Non ne voglio parlare, non è il momento» borbotto alludendo al fatto che ci sono Calvin e Grace a pochi passi da noi
«Eccoci! Ho fatto anche delle verdure grigliate» dice mamma posando sul tavolo pentole e quant'altro
«Ma Taylor?» mi chiede papà
«Non sono la sua cazzo di balia»
«Modera il linguaggio signorina!» esclama guardandomi male
«Non posso manco parlare ora?»
«Quello non è parlare, non credo che ti abbiano educata degli scaricatori di porto!»

Mi alzo e corro in camera.

Spalanco la finestra e mi siedo sulla ringhiera del balcone con in mano una mia foto da piccola in compagnia di Samuel, Kayla e Thomas.
In quella foto eravamo in gita al mare e mi ricordo ancora che battei sia Sammy che Tom nella corsa a chi si buttava per primo in mare, passammo tutta la giornata ad affogarci l'uno con l'altra anche se ci ripresero varie volte.. Prima di andarcene ci facemmo scattare quella foto dalla maestra, che aveva proposto alla direttrice di portarci li in gita, come ricordo.
Thomas il giorno seguente venne adottato e non lo vidi più.
Mi manca moltissimo.

«Posso entrare?»
«Va via» dico girandomi verso la stanza

Matthew invece di fare ciò che ho detto entra e si guarda attorno cercandomi.

«Sono sul terrazzo» dico nascondendo la foto nella tasca dei pantaloni
«Potresti cadere ne sei consapevole?»
«Non sono mai caduta»
«Non lasciarmi più da solo con i tuoi» borbotta mettendomi una mano sulla spalla
«Mi ricorderò di farlo più spesso allora» ridacchio facendogli l'occhiolino

Poggio le gambe sul pavimento del terrazzo e rientro in camera togliendomi la felpa.

«Voglio uscire»
«Non ti faranno mai uscire e lo sai, tuo padre è incazzato come una iena»
«Ma ti devo sempre spiegare ogni cosa? Non esco dalla porta principale» borbotto aprendo l'armadio
«Qual'è il tuo problema?»
«Il mio problema è la gente che mente, ma non capisco il perché di questa domanda»


A Last Step|| Matthew EspinosaWhere stories live. Discover now