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a/n: okay, devo scusarmi perchè la mia prima fanfiction, ed è da molto che non scrivo qualcosa, quindi mi scuso se il linguaggio non è molto sviluppato o se per un po' di giorni non pubblico nuovi capitoli.
ily

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jimin's POV

una luce che filtrava attraverso le tende di camera mia mi illuminava e riscaldava il volto.
«jiminie?» la calda e accogliente voce di mia madre mi fece aprire gli occhi.
«mh..ciao mamma.. CHE ORE SONO?!» dissi sedendomi sul letto con tono preoccupato e con gli occhi sgranati, dovevo essere in ritardo per l'università.
«piccolo è sabato, non hai università oggi» subito il mio volto si rilassò.

erano già passati cinque giorni da quella sera. per tutti questi giorni non lo vidi, nemmeno di sfuggita, e questo mi fece sentire in qualche modo vuoto.

«okay piccolo, ora se hai fame giù c'è la colazione già pronta. ah, e un consiglio, faresti bene ad avere fame, ho fatto le mie brioches!»

i miei occhi si illuminarono: era da molto che mia madre non cucinava qualcosa, insomma, da quando mio padre se ne andò via...

«mi vesto e arrivo!» dissi con uno dei miei più sinceri sorrisi.
lei uscì dalla mia camera e io aprì l'armadio. "uhg.. non ho ancora tolto quei vestiti" mi dissi appena vidi i pantaloni attillati su un ripiano. "quella sera deve essere stato ubriaco, non può averti baciato per sua spontanea volontà, non montarti la testa jimin" pensai continuamente.

mi infilai dei pantaloni a sigaretta neri e dentro misi una camicia color indaco. per qualche motivo decisi di vestirmi elegante, abbastanza diverso dal solito. finito di vestirmi scesi giù. per le scale correva un profumo di cioccolato e pasta fresca che mi fece ricordare di quando ero piccolo. mi sentivo veramente felice, dopo un po' di tempo.

«jimin!» mia madre mi guardò con uno sguardo di stupore.
«amore stai benissimo, posso chiedere per quale occasione? qualche ragazza eh?» alzai gli occhi e feci un'espressione quasi di disgusto all'ultima frase; a lei non lo avevo ancora detto, avevo paura della sua reazione.

«perché hai alzato gli occhi? ho detto qualcosa di male?» mi disse e io ci pensai su un paio di volte, per poi risponderle. è mia madre, non posso tenerle tutto nascosto.

«no... beh si» mentre parlavo non riuscivo a guardarla negli occhi, avevo paura, paura mi avesse cacciato di casa o qualcosa di peggiore.

«amore, scusa, posso sapere che ti ha fatto innervosire?» la sua preoccupazione mi fece sorridere, era da molto tempo che non si comportava così, forse aveva oltrepassato mio padre.

«beh.. c'è questa cosa che voglio dirti da molto tempo.. solo che.. che non so come dirtelo ecco»

«oh, ma tu sai che puoi dirmi tutto»

«lo so, lo so. okay, mi prometti un paio di cose?» lei annuì in risposta.

sospirai per poi continuare.
«okay, mi prometti che non reagirai male e che mi accetterai per quello che sono?»

«ma certo, ora dimmelo, mi stai facendo preoccupare...»

«okay mamma. io...ehm ecco.»
«sono gay.»

il silenzio stava facendo congelare la stanza ed il sangue nelle mie vene, prima che sul viso di mia madre si formasse uno dei suoi sorrisi più belli.

«jimin. credevi davvero non ti avessi accettato per questa cosa? per amare qualcuno?»

«wow, sono felice tu la pensi così. non so comunque, avevo paura fossi omofoba o qualcosa del genere...»

good or bad?  \\pjm×myg\\Where stories live. Discover now