§11§

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yoongi's POV

non appena fuori dall'ingresso dell'edificio bianco e malinconico abbracciai jimin.
mentre lo portavo fuori non lo guardavo nemmeno, camminavo tenendolo per il polso, con mille pensieri nella testa.

«perché mi abbracci così di improvviso?» disse jimin con una risata leggera al seguito della frase.

«non lo so.» gli dissi tenendo ancora la sua vita tra le mie braccia.

«cerca di non sapere mai il motivo allora» mi disse con un tono di voce quasi inesistente.

ruotai il capo per posare un bacio sulla sua guancia, che divenne subito dopo di un colore roseo.
adoravo quando si imbarazzava, quando io lo mettevo in imbarazzo.

«ora dobbiamo andare» gli dissi prendendolo per il polso nuovamente.

«ah, yoongi mi fa male il polso!»

«oh scusa jiminie» gli dissi prendendogli la mano.

«aspetta-
ma non hai nulla sui polsi» gli dissi fermandomi e girandomi verso di lui.

«lo so, volevo solo tu prendessi la mia mano» mi disse con un largo sorriso piantato sul volto e le sue guance divennero ancora più scure.
io gli sorrisi, per poi riprendere a camminare verso la fermata più vicina.

«yoongi, di preciso dove stiamo andando?»

«in un magazzino, vicino a casa mia. come ho detto prima conoscerai i ragazzi della banda, diciamo... ne hai la stoffa»

gli spiegai e poi lo trascinai con me sopra il mezzo stranamente quasi vuoto.

per tutto il viaggio ci fu silenzio, solo qualche sguardo e un po' di sorrisi.
non era un silenzio imbarazzante o fastidioso, eravamo solo felici di vivere l'uno la presenza dell'altro.

l'autobus frenò bruscamente, come al solito, ad una fermata presso casa mia.

jimin essendo più vicino alla porta, scese per primo e io potei fare a meno che...

«ah yoongi! che cazzo mi tiri uno schiaffo sul culo?!» si girò verso di me.
non dissi nulla, lo guardai semplicemente ridendo.

«so che ti piace quando lo faccio, ammettilo»

«argh sei incredibile...» disse procedendo verso il magazzino, sotto la mia guida.

ecco, eravamo davanti al luogo della mia infanzia. qui ho conosciuto taehyung: avevo forse 7 anni o di più ed ero scappato finalmente da casa, dai miei genitori più precisamente.
perso mi sedetti alla porta del luogo e iniziai a piangere, fino a quando non sentì un "ehi tutto bene?"
era un bambino della mia età, anzi più piccolo di qualche anno. io lo guardai e lui mi raccolse da terra e mi abbracciò.
da quel giorno il magazzino abbandonato divenne il nostro punto di incontro, fino... beh fino a creare la banda al quale siamo a capo ora.
taehyung ha avuto un'infanzia abbastanza difficile, era orfano, i suoi erano morti in un incidente, anche se non si è mai saputo di che tipo. questo gli causò problemi come schizofrenia, disturbi alimentari e gli diede voci nella testa. col passare del tempo l'ho diciamo curato, ma la sua pazzia non si è del tutto arrestata ed è per questo che lo chiamiamo "D Joker" dato che pure lui era del Daegu.

entrammo e subito fui accolto da urla di gioia chiamare il mio nome o "il Daegu Demon!" o altri che esultavano il mio ritorno.

«hyung cazzo se sei mancato! chi hai portato oggi?» mi fece subito taehyung appena mi vide portandomi un suo grande abbraccio.

«ragazzi lui è jimin, guai a voi se lo guardate o lo toccate okay? ora fa parte della banda» dissi a tutti i ragazzi presenti all'interno.

«ah quel jimin!» disse taehyung.

«jimin ci sono poche regole qua dentro, nella banda dico: rispetta tutti e se qualcuno non ti rispetta, non esitare a tirare fuori l'arma, può anche accadere il contrario, intesi?» continuò a parlare taehyung ma voltato verso jimin.

«tae vieni un secondo, ti devo parlare, ho saputo che è mancato uno della banda» e gli feci segno con la mano di seguirmi fuori per poterne parlare seriamente.

«jimin torno subito.
Ah se qualcuno osa toccarlo non vedrà più la luce dell'alba» dissi prima a jimin e poi alla banda.
tutti mi guardarono, chi tranquillamente, chi terrorizzato.

appena fuori taehyung non esitò a tirare fuori un sigaretta per poi dirmi tutto.

«okay, c'è questo ragazzo... jungkook, diamine, è stupendo e vorrei poter ogni gior-»

«taglia corto tae, non voglio sapere della tua vita sessuale con qualche ragazzino» gli dissi velocemente, ogni volta che parla si perde sempre.

«okay, ero in macchina con lui e uno, credo seokhyung, continuava a darmi della femminuccia perché provo dei sentimenti per qualcuno dopo molto e nulla. l'ho accoltellato, tuttavia non ha rispettato il capo giusto?» disse alzando le spalle.

io alzai gli occhi alla sua solita pazzia.
sapevo già fosse stato lui ad aver assassinato qualcuno, lo ha sempre fatto qualvolta mi fossi assentato, anzi, lo ha sempre fatto e basta.

«vuoi?» mi chiese sporgendo la sigaretta alle mie labbra.

io la presi e feci un paio di tiri.
taehyung nel frattempo prese il telefono, qualcuno lo stava chiamando. così rimasi fuori a finire la sigaretta di taehyung.
ero preso dal rilassarmi quando sentì una voce urlarmi da dietro.
mi girai, era hoseok, quello stronzo. con lui c'erano altri due ragazzi, uno alto con dei capelli grigi-mori e uno un po' più basso e molto magro.

«dov'è?» mi chiese ancora in lontananza.

«jung vedi di andartene prima che possa farti diventare rosso. potrebbe essere un peccato sai? la tua faccia si abbinerebbe ai tuoi capelli»
gli risposi tirando un'ultima volta per poi buttare il mozzicone a terra.

«senti, sarai pure il capo di una banda o un killer, ma io non la smetterò fino a quando non avrò indietro il mio jimin.»

«il tuo jimin?» dissi per poi scoppiare a ridere.

«chi sono sti due ragazzetti? guardie del corpo?» continuai a schernirlo.

«credi ne abbia bisogno?»

«ah, è una sfida quindi?» dissi facendo un'espressione "sconvolta".

«non avrebbe senso per te»

feci un movimento con la testa e poi mi staccai dal muro su cui ero appoggiato precendentemente.

«se la mettiamo in questo modo...» e gli mollai un pugno sulla parte destra del volto e lui cadde a terra.

«ora scusa, ma non voglio sprecare il mio tempo. anzi ho voglia di rientrare e scoparmi jimin»

«non toccarlo orfanello»

stavo per entrare di nuovo. poi quel nome mi fece fermare.
senza rimpianto mi girai e tirai un calcio nello stomaco di hoseok; subito dopo i due ragazzi che erano con lui si avvicinarono a me come per sfidarmi, allora prima che potessero toccarmi tirai un pugno prima al moro e poi al magro, per poi tirare altri calci ad hoseok.

«figlio di puttana prova ancora a dirmi cosa fare e soprattutto a chiamarmi in quel modo e vedrai che questo era solo un assaggio.»

senza aspettare i due raccolsero hoseok e scapparono via, da dove erano arrivati.

io ritornai all'interno e vidi che jimin si era già inserito bene nel gruppo: stava seduto ad un tavolo ridendo con una sigaretta pendergli dall'angolo del sorriso e... e una mano attorno alla sua vita.

«hei tu, che cazzo pensi di fare?» dissi avvicinandomi alla ragazza che lo teneva.
tutta la gente attorno fece versi come "uush"

«n-nulla»

«ecco vedi di non toccarlo più»
poi guardai jimin. lui si avvicinò a me e sussurrò:
«scusa.

verrò punito daddy?»

«ovvio babyboy» gli risposi e poi lo baciai, si davanti a tutti.
quando ero con jimin dimenticavo tutto il resto. persino di chi fossi.

(a/n: non credo di fare la punizione lol, ditemi voi
per me ho già fatto troppa smut tbh)

good or bad?  \\pjm×myg\\Where stories live. Discover now