§15§

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(a/n: scusatemi davvero, ma avevo queste settimane piene di verifiche, in più avrei dovuto pubblicare ieri ma mi si era eliminata dal nulla metà capitolo..
domanda: preferite yoonmin o taekook? dato che devo iniziare una nuova ff...)

jungguk's POV

«ti amo»
a parlare era taehyung, sdraiato vicino a me, posato sul gomito sinistro, nel mio letto.
poi mi baciò.
senza che me ne potessi accorgere, distratto dal bacio, iniziò a solleticarmi sul ventre.
e una guerra ebbe inizio.
«stai fermo!»
«neanche se mi paghi»
«ti prego ti pre- ah basta!»
poi salì sopra il mio corpo bloccandomi e capii di non avere più scampo.
«TAEHYUHAHAHAHA» urlai ridendo.
«TI PREGO STO MORENDO»
«pregami.»
«tae ti prego!»
non smetteva.
«daddy? daddy ti prego basta!»
si fermò.
«seriamente? perché smettessi dovevo chiamarti daddy?» era sceso da me, ma entrambe ridevamo ancora.
«buongiorno kookie» parlò dal nulla.
«oggi voglio portarti fuori, voglio farti una sorpresa» affermò
«dove andiamo?»
«te lo dicessi non sarebbe più una sorpresa, non credi?»
era incredibile: poteva sembrare pazzo o stupido, ma sapeva essere più saggio di chiunque altro. lui viveva in un suo mondo, era fuori dal normale.
in quel momento realizzai di essere innamorato della sua mente. un bel casino, già.
«ti amo. tanto. ti amo tantissimo kim taehyung.»

jimin's POV

«hai ragione, non ti lascerò mai.» risposi.
il resto della "mattina" rimanemmo fermi nel letto, tra baci e coccole, io sopra a lui e le sue mani che accarezzavano con tocco delicato le mie forme.
insieme a lui mi sentivo pienamente a mio agio.

il telefono di yoongi iniziò a squillare.
«ah jimin, puoi rispondere te?»
era davvero pigro quando si metteva...

«pronto?»
«yoongi? ho bisogno di yoongi. ah sei jimin, ciao»
taehyung era davvero un personaggio, a volte parlava da solo.
«si è qui, te lo passo»
successivamente porsi il telefono al viso di yoongi.
i due parlarono della banda, e a quanto pare tae aveva chiesto a yoongi le chiavi di qualcosa, forse di un magazzino, ma non ne ero sicuro.
«va bene, vieni qua tra dieci minuti che ti do le chiavi» disse in fine yoongi dopo diversi tentativi da parte dell'altro per convincerlo.

«che chiavi gli devi dare?» chiedi una volta poggiò il telefono al lato del letto.
«di uno dei magazzini abbandonati, per quanto abbia capito..vuole portarci jungguk, non so che abbia in mente, nessuno lo sa mai»
disse alzando le spalle.
«oh, capisco» annuì.

finalmente dopo ancora una mezz'oretta ci alzammo, ci infilammo dei vestiti e iniziammo a pranzare.
«da quando sei anche bravo a cucinare?» domandai assaporando la pasta che aveva cucinato yoongi. lui sorrise.
«sai, quando vai via così presto dalla tua casa devi imparare a fare le cose per te..»
«giusto» dissi, per poi deglutire un altro boccone.
finito il pranzo mi alzai per sparecchiare.

«yoongi-hyung?»
«dimmi piccolo»
«puoi suonare per me?»
«come desideri»
assecondò la mia richiesta e si alzò per dirigersi verso il grande e amato pianoforte di legno.
poi posò le sue delicate mani sui tasti.
chiuse gli occhi.
respirò profondamente un paio di volte e iniziò a fare pressione sulla tastiera.
la melodia era molto dolce, quasi romantica, ma c'era sempre quel tocco suo di "rabbia".
inconsapevolmente iniziai a muovere il mio corpo attorno a lui, ero perso pure io nella musica.
quel momento fu catturato nella mia mente: l'amore della mia vita, la mia passione e una melodia meravigliosa.
«jimin..
non mi avevi detto di essere così bravo a ballare.»
arrossì al complimento, come al mio solito.
lui si alzò dallo sgabello e si sporse verso il mio viso.
«sai che non posso trattenermi quando le tue gote diventano così rosse.» sussurrò delicatamente a qualche centimetro dalla mia bocca che successivamente fece contatto con la sua.
«n-non doveva venire taehyung?» cercai di cambiare discorso chiaramente imbarazzato.
«jimin, jimin, jimin.. come è possibile che voglia sempre scoparti?» disse piano mentre con il pollice destro mi sfiorò le labbra.
«comunque si, ma conoscendolo si starà facendo jeon.» riprese dalla mia domanda.
e per quanto conoscessi io jungguk, si sarà fatto sbattere da qualche parte da tae..
«forse è conveniente andare li» suggerii.
«mh si, hai ragione piccolo. mezz'oretta e torno subito, aspettami qui.»e fece per mettersi il giaccone di pelle ed uscire dall'abitazione.

yoongi's POV

andai verso il magazzino, ma arrivato non vidi nessuno. scesi dalla moto per vedere se fosse da qualche parte li vicino.
neanche un sospiro.
allora presi il telefono per provare a chiamare taehyung, ma appena estrassi l'iPhone un dolore acuto mi colpì al capo.
poi tutto nero.
• • •
quando aprii gli occhi vidi attorno a me tutto scuro. dinanzi a me c'era un tavolo probabilmente di metallo, io ero su una sedia. solo una piccola luce ad illuminare il piano.
provai a muovermi ma il nastro adesivo che mi teneva i polsi legati me lo impediva.
«chi cazzo mi ha messo qui? non ne uscirai vivo chiunque tu sia.» urlai.
di improvviso entrò una persona e si sedette davanti il mio posto.
«tu? vuoi uccidere me?»
non era vero.
non poteva essere vero.
«come stai figlio? o forse dovrei dire figlio di puttana.» quella voce mi faceva salire conati di vomito.
«cosa cazzo vuoi? me ne sono andato, non ti ho più dato fastidio.» dissi freddamente.
nel frattempo provai ad afferrare dalla tasca posteriore il mio coltello.
«oh piccolo, ti abbiamo tolto il coltello, ti saresti potuto ferire» disse ironicamente. peccato che il telefono ci fosse ancora..
«lasciami and-» non feci in tempo a finire la parola che mi tirò un pugno facendomi sanguinare il labbro.
«TU ORA SEI FELICE E IO NON VOGLIO QUESTO. TU DEVI SOFFRIRE MIN YOONGI!» mi urlò. non potei fare a meno che lasciar cadere le lacrime dai miei occhi.
il mio incubo. era davanti a me.
per quanto potessi essere il più pericoloso killer con lui perdevo tutte le mie forze.
lui uccise mia madre davanti i miei occhi e questo mi segnò per sempre.
poi lui se ne andò dalla sala, lasciandomi da solo.
«jimin.. ti prego vieni qui, ho bisogno di te..» sussurrai con le lacrime in volto.

jimin's POV

yoongi ci stava mettendo troppo.
era passata quasi un ora ed ero preoccupato.
iniziai a chiamare taehyung ma mi disse di non averlo visto. lì andai in panico.
come non lo aveva visto? dov'era? perché mi aveva lasciato?
provai a chiamare lui.
«dai yoongi, rispondi ti prego.» continuavo a ripetere.
«jimin» sussurrò yoongi dall'altra parte del telefono.
«o dio santo yoongi, dove sei? perché sussurri e perché piangi? che è successo»
chiesi preoccupato.
«sta arrivando. vieni veloce, dietro il magazzino. porta la banda ti prego.» il suo pianto era strozzato.
poi appese subito.
chi stava arrivando?
yoongi era in pericolo e ora dovevo salvarlo io.
presi subito le chiavi della macchina e mentre acceleravo iniziai a chiamare tutti quelli della banda dicendo che yoongi era in pericolo.
durante tutto il processo continuavo a piangere come un matto, ma cercavo di tenere sotto controllo la situazione.
arrivato davanti l'entrata vidi quasi tutti quelli della banda.
«cosa è successo jimin? perché piangi?» chiese taeyong.
«yoongi, mi ha chiamato. ha detto che sta arrivando. cazzo, ho capito chi è, merda!
venite tutti, dobbiamo andare nel retro. tutti con le armi a portata.» realizzai chi fosse. suo padre.

good or bad?  \\pjm×myg\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora