§9§

446 23 0
                                    

jimin'smom 's POV

appena arrivai a casa un sentimento di paura coprì il mio corpo.
ero uscita con jihyung la sera prima, e spesi la notte da lui, sembra che lui mi sappia amare davvero. non come il padre di jimin.
ebbi quella sensazione di paura alla vista della porta di casa spalancata.
corsi dentro.

«jimin?» chiamai. nessuna risposta.
"e se avessero rapito mio figlio? se lo avessero ammazzato?" furono subito i miei primi pensieri.
andai in camera sua, in cucina e in studio. nessuna traccia. quella era la paura più grande che una madre potesse vivere, almeno, quello che pensavo lo fosse, fino a quando arrivai in bagno dove vidi un lametta data barba sporca di sangue.
subito estrassi il telefono dalla borsa per provare a chiamarlo.

«pronto mamma?» tirai un sospiro di sollievo.

«amore dove sei? tutto bene? perché lo hai fatto ancora? mi spiace, dovevo essere con te.»

«mamma, tutto bene. cioè, ora sono in ospedale, ma sto bene.»

«okay ora arrivo e mi racconti tutto, tesoro come ho potuto lasciarti solo»

«mamma sto bene, stai piangendo?»

«certo jimin! ora arrivo»

«mamma, poi devo presentarti una persona davvero importante»

«va bene amore, ora la mamma arriva piccolo»

jimin's POV

durante la telefonata non pensai ad una cosa. quella persona importante sarebbe stata yoongi.
e mia madre lo odiava.

«cazzo» sussurrai portando una mano a coprirmi la bocca.

«eccomi jimin, ci sono. che è successo? sembri preoccupato» disse yoongi, tornato dal bagno notando la mia espressione.

«mia madre. sta venendo.»

«ah...» disse sedendosi di nuovo vicino a me.

«ma non mi interessa.» gli dissi guardando ai piedi del letto.
«potrei litigare anche con lei. infondo ho promesso di non lasciarti mai» e gli mostrai uno dei miei più caldi sorrisi.

«jimin. non devi arrivare fino a questo punto per m-»

«no yoongi. io ti amo e darei la vita per te

la nostra conversazione venne interrotta da un rumore proveniente dalla porta.

«park, una signora, che sostiene di essere vostra madre, è venuta a trovarla, la faccio accomodare?» disse un'infermiera.

yoongi mi guardò e io annuì verso di lui con un sorriso accennato.

«certo, la faccia entrare, grazie»

appena la vidi notai i suoi occhi luminosi guardarmi, per poi spegnersi alla vista di yoongi.

«salve signo-» cerco di presentarsi yoongi, ma subito venne interrotto, come previsto, da mia madre.

«cosa ci fa quel malvivente vicino a te? vattene schifoso, hai rovinato tu mio figlio?» disse subito avvicinandosi a yoongi, tenendo una speciale di distanza di sicurezza.
io mi sentì disgustato e arrabbiato allo stesso momento. non avevo mai provato odio verso mia madre, in quel modo.

«mamma. come puoi dire queste cose? tuo figlio stava per morire e non solo non ti preoccupi di come possa stare, ma insulti la persona che ama? senza nemmeno conoscerla poi, cosa ti è preso?»

«jimin io sono d'accordo con la tua scelta di essere gay, ma scordati di frequentare questo schifo»

«mamma smettila.» dissi.
già sentivo la rabbia bollire dentro di me.

«mamma smettila? non esis-»

«okay, io mi aspettavo un "jimin, amore, come stai? tutto bene?" non di certo questo comportamento.
e se voglio amare yoongi lo posso amare. tu non me lo puoi impedire. non mi farà del male, anzi sai che ha detto? di amarmi per sempre e che non mi lascerà mai, cosa che, indovina? tu non hai mai fatto.
e non mi interessa, potrai anche smettere di considerarmi tuo figlio, ma di certo non smetterò di amarlo.» cercavo di non urlare non volendo che le persone fuori sentissero la discussione.
yoongi stava fermo, seduto vicino a me tenendomi la mano, mentre io ero sempre sdraiato nel letto.

«jimin»

«no, fottiti.»

«JIMIN COME TI PERMETTI?» urlò

«BASTA ORA VATTENE» non riuscì più a trattenermi.

«io non.
basta ora è troppo.» prese e se ne andò via sbattendo la porta della mia stanza.
appena uscì mi girai dall'altra parte del letto e scoppiai in lacrime nascondendomi portando le mani in viso, ma subito sentì un caldo avvolgermi. era yoongi. lui era sempre lì per me.

«jimin, tranquillo. hai me. so cosa voglia dire avere i genitori contro le proprie scelte. o se ne fregano o si abituano o abusano di te. a me è andata male. però non essere triste ora. io non ti lascerò mai, come promesso.» mi sussurrò all'orecchio.

io mi girai per essere faccia-a-faccia con lui.
poi mi strinsi nelle sue braccia, appoggiato al suo petto.
lui strinse le sue braccia attorno a me è baciò il mio capo.

«sfogati pure, ne hai bisogno»

«è...è solo che...i-io non capisco, p-pensavo potesse capire i-invece...» e sprofondai ancora tra le lacrime.

«shh tranquillo» mi rassicurò arruffando la sua mano destra tra i miei capelli.

-----------------------------------------------------------------

i prossimi tre giorni li passai all'ospedale, dato che i dottori mi avevano detto di rimanere a letto e riposarmi.
ogni giorno yoongi era con me, anche di notte e la mattina entrava nella stanza con un bouquet diverso.

«buongiorno principe» disse entrando nella mia stanza l'ultimo giorno con delle rose rosse nella sinistra.
i suoi occhi erano pieni di amore, passione. ogni volta che li guardavo finivo per pensare a quanto fossi fortunato: yoongi era conosciuto per il suo cuore di pietra, i suoi 67 omicidi, dichiarati alla polizia, e la sua follia. e a me piaceva. tutti e due i lati.

«...jimin?» mi chiamò schioccando due dita davanti ai miei occhi, facendomi scuotere la testa e distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

«fammi indovinare, ancora perso nei pensieri?» mi disse, le mie gote divennero rosse quasi come le rose a pensare di dirgli cosa stessi pensando.

«a volte mi chiedo cosa accada nella tua testa» mi disse con una risata soffice.

«n-nulla, davvero» dissi coprendomi la faccia dal rossore.

lui mi sorrise e spostò le mani dal mio viso, notando fossi arrossito.

«perché ti metto in imbarazzo jiminie? semplicemente non lo capisco.» mi disse con un sorriso.

«solo...tu. tu mi fai arrossire.
solo a pensare a te, i tuoi occhi scrutare dentro i miei, le tue dita percorrere le mie linee, le tue labbra abbracciare le mie, la tua voce che manda brividi lungo tutta la mia schiena...
tu.»

«mhh... provvederò a comportarmi sempre così se la pensi in questo modo...» disse ed il suo sorriso si trasformò in un ghigno.

«ah, sul serio?»

«oh, jiminie. dopo vieni con me. ti pesento un po' di persone, e... vedremo»

«centra... con la banda?»

lui rispose alzando il sopracciglio sinistro.

good or bad?  \\pjm×myg\\Where stories live. Discover now