Capitolo 1

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Joseph

Mi svegliai svogliatamente tra le coperte del mio letto. Aprii lentamente gli occhi e guardai fuori dalla grande vetrata.

Quella mattina il cielo era nuvoloso e scuro, come se volesse dirmi cosa sarebbe successo di lì a poco. Sbuffai e mi alzai.

Camminai di malavoglia sul pavimento freddo fino a raggiungere la porta del bagno. Mi misi sotto il getto d'acqua calda che non mi calmò affatto, anzi, mi fece grugnire di frustrazione.

«Spero di sfogarmi oggi» pensai, poggiando la mano sulla mattonella bagnata dall'acqua.

Abbassai lo sguardo e mi godetti ancora un altro po' quella doccia. Dopodiché uscii e mi vestii.

Bussarono alla porta, facendomi ringhiare forte. «Mai un attimo di pace» pensai, avvicinandomi a quests e aprendola di scatto.

Appena la aprii, un ragazzo dai capelli ricci neri e gli occhi azzurri mi comparì davanti. "Jared, che vuoi?" Chiesi in tono burbero e freddo.

Lui tremò visibilmente, facendomi roteare gli occhi al cielo. "Sono venuto per dirle che dobbiamo prepararci all'incontro con Bjorn" rispose lui, trattenendo il fiato.

Alzai la mano, mentre lui indietreggiava, ma io gli detti lo stesso una leggera pacca sulla spalla.

"Bell'idea, ci stavo proprio pensando" dissi, mentre sul suo viso si formava una smorfia di sollievo.

Detto questo, ci incamminammo alla volta della stanza dove si svolgevano gli allenamenti.

Arrivammo davanti ad una porta, non molto alta e non molto spessa. Con una leggere spinta si aprì, rivelando una stanza davvero sublime.

Quest'ultima era davvero grande e spaziosa. I muri erano blu come la notta mentre il pavimento era di legno chiarissimo, quasi bianco.

Era anche molto equipaggiata. Disponeva di molte apparecchiature per i pesi e molto altro.
I lupi presenti interruppero il loro allenamento.

Si girarono e si inginocchiarono al mio cospetto, facendomi sentire potente, rispettato e soprattutto temuto. Dopodiché li congedai con il semplice movimento della mano. Io e Jared ci dirigemmo al centro della sala.

"Non ci andrò piano, quindi preparati" affermai, mettendomi in posizione d'attacco.
Il ragazzo davanti a me deglutì rumorosamente, ma replicò: "Sono già pronto".

Sorrisi. Dopo pochi secondi lo attaccai, colpendolo alla gamba. Cadde a terra provocando un tonfo.

"Alzati!" Gli gridai, indignato per la sua debolezza. Lui, con grande fatica, si alzò e si mise nuovamente in posizione d'attacco. Lo attaccai un'altra volta, ma al viso. Lui si protesse e mi colpì al fianco destro.

Misi una mano sul punto e cominciai ad applaudire.

"È così che ti voglio oggi, un vero combattente" sussurrai, continuando a complimentarmi con lui.

"Ma non credere che sia finita" continuai, mentre un sorriso sadico si formava sulle mie labbra.

Detto questo, continuammo a combattere per una bella ora. Jared cadde a terra sfinito e grondante di sudore.

"Per oggi può bastare, va a riposarti che tra tre ore si parte" aggiunsi, asciugandomi la fronte e cominciando ad incamminarmi verso la stanza.

«È meglio per te se non mi freghi Bjorn» pensai, scroccandomi le dita. "Re".

Una voce mi risvegliò dai miei pensieri.
Sorrisi mentre una risata inquietante usciva dalle mie corde vocali.

"Amico" dissi, andando incontro all'uomo davanti a me. Quest'ultimo mi sorrise a sua volta e allargò le braccia per accogliermi.

Ricambiai subito l'abbraccio amichevole. "Che mi racconti Samuel?" Domandai guardandolo meglio.

Erano anni che non lo vedevo. Non era cambiato di una virgola. I suoi capelli castano scuro erano cortissimi, mentre i suoi occhi verdi come il bosco erano concentrati sui miei.

Il suo fisico era quasi come il mio, ma meno possente. "Beh, ho trovato la mia compagna" disse con un sorriso ebete sul volto.

Scossi la testa. Ero felice per lui ma non per me. "Come si chiama?" Chiesi, guardandolo negli occhi.

"Mereope" disse questo mentre i suoi occhi si perdevano nel vuoto, forse stavano ricordando la compagna.

Lo guardai tra il divertito e il confuso. Non pensavo che una persona come lui potesse ridursi così.

"La troverai" continuò ad un certo punto, serio come non lo era mai stato fino a quel momento.

Sospirai. "Lo spero amico, lo spero" affermai dandogli una leggera pacca sulla spalla.

Lui ricambiò, poi cominciò ad osservarmi da capo a piedi.

"Vedo che ti sei allenato" constatò, scuotendo la testa e cominciando a ridere. Corrugai la fronte, non capendo quel suo cambiamento d'umore improvviso.

"Hai ucciso qualche altro tuo lupo?" Continuò, asciugandosi gli occhi dalle lacrime causate dalle risate precedenti. "No" dissi solamente.

Con un cenno della mano lo salutai e mi diressi nella mia stanza. Dopo poco ero pronto per andare al castello del mio sudicio nemico, insieme a Jared.

Volsi lo sguardo proprio verso di lui, era distrutto, forse non dovevo andarci così pesante.

"Pronto?" Chiesi più a me stesso che a lui. "Si" affermò, anche se titubante. Dopodiché uscimmo e ci dirigemmo verso il castello di Bjorn.

Sentivo che qualcosa, in quel castello, mi avrebbe cambiato la vita. "Mio Re, qualcosa la turba?" Domandò Jared, guardandomi preoccupato.

"No, solo uno stupido sentore" risposi, mentre continuavamo a camminare. Alzai lo sguardo e vidi un castello immenso.

Era grande e alto. Le sue mura di granito erano lucenti mentre il portone centrale di legno era già aperto.

"Joseph!" Gridò la voce del sudicio essere che era appena uscito dalla sua dimora.

Alzai gli occhi al cielo e lo aspettai. "Finalmente sei qui" esordì in modo teatrale.

"Hai portato l'amichetto?" Continuò, squadrando Jared da capo a piedi. "Passiamo agli affari" tagliai corto, scatenando la sua risata.

"Sempre il solito, entriamo" disse, cominciando ad incamminarsi verso l'entrata del castello, seguito da noi. Ci condusse in una stanza ampia.

Al centro era posto un tavolo davvero lungo, su cui c'erano un foglio e una penna elegante.

"Accomodatevi" disse, sedendosi a capotavola.
Lessi il contratto.

"Spero che non darai più fastidio dopo che io firmerò questo contratto" replicai, guardandolo negli occhi.

"Certo che no" affermò, sorridendomi rassicurante. Presi la penna tra le dita e, prima che potessi firmare il foglio, bussarono alla porta.

"Chi osa interrompere le mie commissioni?" chiese Bjorn a gran voce. La porta si aprì, rivelando una ragazza minuta, vestita di stracci.

Bjorn stava per avviarsi verso di lei con l'intento di farle del male, ma io mi alzai di scatto e lo scaraventai addosso al muro.
La guardai. "Mia".

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Eccomi!

Scusate se ho postato ora!

Come vi è sembrato il capitolo?

Alla prossima

The Alpha King: The BeginningWhere stories live. Discover now