Capitolo 17

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Joseph

Ero nel mio ufficio, mentre continuavo a camminare aventi e indietro. Non sapevo il motivo di quelle immagini che mi erano passate per la mente quella mattina.

Ma sapevo cosa avevo visto, solo che non volevo crederci. «Sarà uno stupido giochetto» pensai, mentre mi sedevo sulla sedia posta davanti alla scrivania di legno.

Sbuffai pesantemente e mi strofinai gli occhi.
Sentii uno scricchiolio provenire dalla porta e, dopo pochi secondi, si spalancò.

"Alpha" disse Jared appena entrato, abbassando il capo. "Che c'è?" Chiesi, mentre le mie mani cadevano a peso morto sul tavolo.

Lui aggrottò la fronte e mi si avvicinò. "Sta bene?" Domandò, sedendosi sulla sedia davanti alla mia.

"Si, dimmi" risposi, cercando di nascondere la nota di ansia nella voce. "Nel castello di Bjorn stanno avvenendo dei movimenti strani" disse assottigliando gli occhi.

"Che tipo di movimenti?" Chiesi alzandomi di scatto, mentre l'ansia prendeva possesso del mio respiro.

"Delle persone, si crede dei lupi, visitano periodicamente il castello, ma non me sappiamo il motivo" affermò, guardandomi intensamente.

"Dobbiamo attaccarlo" dissi, sbattendo il pugno sulla scrivania. Il mio beta indietreggiò e sgranò gli occhi.

"Con tutto il rispetto, non penso sia una buona idea, Signore" sussurrò, mentre un ringhio spaventoso squarciò l'aria: il mio.

"Farai quello che ti dico" sibilai a denti stretti, mentre respiravo a grandi boccate. Lui annuì, abbassò lo sguardo e aprì piano la porta. Quando uscì, sospirai pesantemente, dirigendomi verso la finestra.

«Non accadrà, non lo posso permettere» pensai, mentre guardavo le foglie degli alberi muoversi grazie al soffio del vento. Appoggiai la testa al vetro, mentre il fiato appannava quest'ultimo.

Lucinda

Sapevo che Jospeh aveva visto qualcosa. Sapevo anche che mi aveva mentito, anche se non ne capivo il motivo. Ero in camera, stesa sul letto.

«Oh Joseph» pensai, mentre chiudevo gli occhi e ripensavo alla scena accaduta la mattina stessa. Sospirai e scossi la testa. Avevo uno stato di preoccupazione che non riuscivo a comprendere.

Ad un certo punto la porta si aprì di scatto.
Mi alzai subito e misi seduta. Sospirai sollevata quando vidi il mio compagno entrare.

"Joseph, mi hai spaventata" soffiai, mettendomi una mano sul cuore. Lui sorrise.
"Scusa, mia dolce compagna" sussurrò quest'ultimo, facendomi alzare gli occhi al cielo.

Uscì nuovamente, per poi entrare con un vestito magnifico. Boccheggiai per qualche minuto. "Ora io devo andare, Mereope verrà qui, questo è per la sorpresa" disse indicandomi quest'ultimo che aveva appena appoggiato sul letto.

Si avvicinò a me, baciandomi le labbra molto velocemente. Non feci in tempo a ricambiare che si staccò.

Uscì dalla porta, lasciandomi in balia dei suoi pensieri. Guardai il vestito. "Oh mio dio" sussurrai, coprendomi le labbra con la mano.

Era fantastico, non sapevo nemmeno come descriverlo. Era blu, la parte superiore era in pizzo, molto delicata, invece la parte della gonna era quella che preferivo di più.

Quest'ultima era attillata e sembrava risplendere. Lo presi e, andando davanti allo specchio, me lo misi davanti al corpo. Stavo davvero bene.

Sentii dei passi farsi sempre più vicini, fino a che la porta non si aprì. "Mereope" dissi, appoggiandolo nuovamente sul letto e andando ad abbracciarla. Lei ricambiò subito.

"Non sai quanto sono agitata per il ballo, insomma, se magari combino qualcosa di stupido? E se.." cominciò, ma io la zittii subito.
Piegai la testa di lato e le sorrisi dolcemente.

"Non combinerai nulla di sbagliato" affermai sicura, appoggiandole una mano sulla spalla.
Lei mi sorrise grata, poi, and un certo punto, fece un piccolo gridolino.

"Ti ha marchiata!" Gridò, mente batteva le mani. Alzai gli occhi al cielo, dopodiché mi misi a ridere.

"Già, ma ora pensiamo a prepararci" replicai tranquillamente. Detto questo cominciammo a vestirci e truccarci.

Non mi ero mai truccata in tutta la mia vita, così lasciai fare a Mereope, più esperta di me.
Mi misi davanti allo specchio. Il vestito mi calzava a pennello, valorizzava le mie forme, avrei fatto impazzire Joseph, ne ero certa.

Il mio trucco era leggero e non troppo vistoso.
"Stai benissimo!" Urlò la compagna di Samuel, guardandomi a occhi sgranati. Anche lei era magnifica.

Aveva scelto un vestito verde, che le metteva in risalto i suoi meravigliosi occhi azzurri. La gonna era larga e non attillata come la mia.

"Tra quanto inizia questa fantomatica sorpresa?" Domandai ormai curiosa per quello che mi avrebbe aspettato.

"Cavolo, dobbiamo sbrigarci, inizia tra cinque minuti" disse cominciando a fare dei respiri profondi.

Dopodiché uscimmo dalla a porta. «D'accordo, ce la puoi fare» pensai a mente, mentre vedevo la rampa di scale farsi sempre più vicina.

Presi un bel respiro e avanzai ancora per qualche metro. In fondo alle scale vidi il mio compagno insieme a Samuel aspettarci.

"Non ce la faccio" soffiò Mereope, guardandomi preoccupata. "Andiamo, si che ce la puoi fare" la convinsi, facendole l'occhiolino.

Dopodiché cominciammo a scendere le scale.
Al nostro primo passo, i nostri compagni si girarono contemporaneamente.

Gli occhi di Joseph si spalancarono alla mia vista, facendomi arrossire lievemente. Il diretto interessato era stupendo.

Portava uno smoking che gli fasciava perfettamente i muscoli. I suoi capelli castani erano in perfetto ordine. Non poteva capitarmi un compagno più bello.

Finalmente scesi l'ultimo gradino. Joseph mi prese subito a braccetto. "Sei bellissima" sussurrò al mio orecchio, facendomi arrossire ancora di più.

"Grazie" sussurrai a mia volta, piano. Dopodiché ci avviammo verso un corridoio che non avevo mai visto.

Erano sempre di pietra, ma sembrava essere più 'lucente'. Dopo aver camminato ancora per poco, ci ritrovammo davanti un porta gigante e alta.

Era bianca, ornata da dei disegni color dell'oro.
"Wow" commentai. "Non hai ancora visto niente" affermò lui, sorridendomi.

La sua mano aprì la grande porta. La sala che mi si presentò davanti era davvero bellissima.

I muri erano blu notte, al centro di questa erano disposti dei tavoli con sopra del cibo, che a prima vista sembrava delizioso.

Questa era illuminata da un lampadario, posto sopra le nostre teste. La marea di persone, appena ci vide, si prostrò ai nostri piedi.

"Ringrazio tutti di essere qui, e ora godetevi la festa in onore della mia compagna, nonché Regina, Lucinda" soffiò, mentre la folla iniziava ad applaudire.

«La festa è per me?» pensai sbalordita, mentre guardavo Joseph.









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Eccomiiiii!

Devo cambiare qualcosa della storia?

Come vi è sembrato il capitolo?

Alla prossima!

The Alpha King: The BeginningOn viuen les histories. Descobreix ara