Capitolo 25

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Joseph

«È un maschio» pensai, mentre la guardavo felice. Ero ancora inginocchiato, così dopo poco, mi alzai.

Tossii in modo da avere l'attenzione del mio branco. "Vorrei fare un annuncio" dissi, mentre i presenti si guardavano tra loro.

"Tra pochi mesi daremo il benvenuto a Sebastian Blake Carter, mio erede, nonché principe" dissi, mentre un applauso si levò dai tavoli.

Mi girai verso la mia compagna che mi stava guardando sorridente.
Le sorrisi a mia volta, dopodiché mi sedetti.

3 anni dopo...

Lucinda

"Sebastian, vieni qui" dissi ormai esasperata dalla sua ennesima marachella. Una chioma nera uscì alla scoperto, facendomi sorridere.

"Perché mi fai arrabbiare?" Chiesi ancora, mentre lui rideva spensierato. "Perché è divertente" rispose con quella sua vocina splendida.

"È stato papà a dirmi di farlo" continuò, mentre portava le sue piccole braccia verso la mia direzione.

Respirai lentamente. Guardai nuovamente mio figlio e lo abbracciai.

"Quindi papà ti ha detto di distruggere tutti i fiori del giardino?" Domandai, mentre lo staccavo da me e lo guardavo in quei suoi occhi così simili a quelli del mio compagno.

Lui annuì piano e, ridendo, corse fuori dalla sua stanza. Era davvero un peste. Fui presa da un capogiro e, per non cadere, mi sedetti sul letto di mio figlio.

"Lucinda" disse Joseph, attirando la mia attenzione. "Che hai?" Continuò, mentre si sedette al mio fianco.

"Nulla, solo un mal di testa" risposi sorridendogli dolcemente. Lui mi circondò la vita con un braccio, mentre io gli appoggiavo la testa sul suo petto.

"Ti fa ancora impazzire?" Sussurrò al mio orecchio, riferendosi a Sebastian. "Sì, in fondo dovevo saperlo, è anche tuo figlio" risposi, mentre sghignazzavo.

Lo sentii sbuffare, dopodiché mi disse:
"Se vuoi oggi lo porto con me, così ti puoi riposare".

"Lo faresti davvero?" Domandai, mentre alzavo la testa e incontravo gli stessi occhi di Sebastian.

"Farei di tutto per te" affermò, baciandomi la punta del naso.

Dopodiché uscii. Mi stesi sul letto, ma mi alzai di scatto e andai in bagno visto che un conato di vomito mi prese alla sprovvista.

Dopo che ebbi finito mi sedetti sulla tavoletta.
«Che diavolo mi sta succedendo?» pensai, mentre mi tenevo la testa fra le mani.

Ad un certo punto sbarrai gli occhi. "È impossibile" sussurrai, mentre mi portavo una mano sul ventre. Sorrisi e mi misi una mano davanti alla bocca.

Uscii subito dalla porta, cominciando a correre per lunghi corridoi che mi avrebbero condotta all'ospedale del branco.

Aprii la porta blu, ritrovandomi davanti l'infermiera dai lunghi capelli rossi, che conoscevo come Jocelyn.

"Jocelyn!" Gridai, mentre la diretta interessata si girava di scatto. Appena mi vide sorrise e mi si avvicinò.

"Lucinda! Che ci fai qui?" Chiese, guardandomi palesemente preoccupata. Le sorrisi, mentre delle lacrime cominciarono a scendermi dagli occhi.

The Alpha King: The BeginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora