Capitolo 19

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Lucinda

"Che ne dici se andiamo a fare colazione?" Chiese, mentre la mia testa si appoggiava al suo petto.

"Va bene" risposi, accoccolandomi di più a lui.
"Se fai così, posso fare a meno anche di mangiare" replicò, prendendomi per le spalle e facendomi girare verso di lui.

Si abbassò di poco e mi baciò le labbra, in modo sensuale e pieno di passione. Ricambiai subito, incastrando le mie mani nei suoi capelli castani.

Lui mi prese in braccio, continuando a baciarmi.

Si staccò da me e sorrise. "È meglio andare" affermai cercando di scendere dalle sue braccia, senza successo. Lo guardai male.

"Piccola, non puoi andartene così" sussurrò, avvicinandosi al mio viso. "E invece sì" dissi riuscendo a scendere dalla sue braccia.

Un forte mal di pancia mi colpì, facendomi piegare in due. «Che diavolo?» pensai, mentre cercavo di rimettermi dritta.

"Lucinda!" Gridò Sebastian, aiutandomi a sedermi sul letto. "Che hai?" Continuò, guardandomi preoccupato.

Il dolore passò all'improvviso facendomi sospirare di sollievo. "Non lo so, è stato un dolore temporaneo" soffiai, sorridendogli.

Lui mi guardò ancora più preoccupato.
"Tranquillo, sto bene" dissi baciandolo a stampo.

"Andiamo a fare colazione" continuai, mentre Joseph mi affiancava e mi prendeva la mano.
"Sì" disse aprendo la porta.

Cominciammo a camminare per i lunghi corridoi che ormai conoscevo bene. Scendemmo le scale e ci trovammo davanti la porta che ci avrebbe condotto verso la sala da pranzo.

Entrammo e, come ogni volta, i lupi presenti si inginocchiarono.

Non mi ero ancora abituata, pensavo proprio di non abituarmici più. Ci sedemmo sulle sedie e aspettammo che arrivassero i piatti.

"Lucinda" mi chiamò Joseph, prendendomi la mano. Mi girai lentamente.
"Dimmi" affermai, mentre cercavo di decifrare la sua espressione facciale.

"Stai bene?" Domandò, mentre leggevo nei suoi occhi preoccupazione e ansia. "Certo, non ti preoccupare" replicai, intrecciando la sua mano con la mia.

Arrivarono i piatti. Appena mangiai un toast con la Nutella, la nausea si impossessò del mio corpo.

«Che diavolo mi sta succedendo?» pensai, mentre cercavo di non vomitare davanti a tutti.
Mi alzai di scatto e corsi fuori dalla stanza sotto lo sguardo attonito dei presenti.

Andai in bagno e vomitai quel poco che avevo mangiato. "D'accordo, respira" mi dissi, sperando di calmarmi.

Sgranai gli occhi. «Non è che sono incinta?» pensai, mentre portavo una mano sul mio ventre.

La porta del bagno di aprì di scatto, rivelando un Joseph preoccupato. "Cos'hai? Perché sei scappata?" Domandò, mentre mi prendeva il viso tra le mani.

"Ho avuto, ehm, un attacco di panico" risposi, cercando di essere convincente. Lui mi guardò in modo strano, dopodiché mi abbracciò. "Non mentirmi, ti prego" sussurrò al mio orecchio, provocandomi dei brividi.

"Non ti sto mentendo, avevo bisogno di uscire dalla stanza, tutto qui" affermai, avvolgendo le mie esili braccia intorno al suo busto.

"D'accordo". Sospirò e si staccò da me. "Devo andare, ci vediamo, a dopo" soffi tristemente, avviandosi verso la porta.

Abbassai lo sguardo e sbuffai. "A dopo" mugugnai, andandomi a sedere sul letto.

Ad un certo punto mi venne un'idea geniale.
Uscii dalla stanza e mi diressi verso un lungo corridoi. Lo percorsi in tutta fretta. Arrivai davanti ad un a porta blu, dopodiché la aprii.

La ragazza dai lunghi capelli rossi, appena mi vide, mi venne incontro. "Mia Luna" sussurrò, facendo un piccolo inchino.

"Le potrei chiedere un favore?" Domandai, in modo più dolce possibile. "Ma certo, e non mi dia del Lei" disse sorridendomi.

"Nemmeno lei allora" replicai, guardandola intensamente. Lei scosse la testa. "Va bene" affermai, mentre cominciava a ridere.

"Dimmi pure" continuò, guardandomi felice.
"Credo di essere incinta, ma non ne sono sicura" dissi abbastanza imbarazzata.

L'infermiera mi guardò sconvolta. "Non ci posso credere!" Urlò, iniziando a saltellare.
"Ma non ne sono sicura" dissi, interrompendola.

"C'è solo un modo per scoprirlo" disse sorridente per poi inginocchiarsi. Mi appoggiò due mani sulla pancia.

Dopo minuti interminabili la vidi sgranare gli occhi. Cominciai a preoccuparmi.
"C'è qualcosa che non va?" Chiesi, sperando in una risposta negativa.

Lei si alzò molto lentamente. "No, affatto, lei è incinta" rispose, mentre vedevo i suoi occhi inumidirsi.

Deglutii. «Dio mio» pensai, sgranando gli occhi. Dopo pochi secondi, un sorriso prese possesso delle mie labbra.

"Non ci posso credere" sussurrai, mentre sentivo delle lacrime bagnarmi il viso. L'infermiera era nella mia stessa situazione.
La abbracciai di scatto.

"Grazie" soffiai stringendola ulteriormente. Lei, anche se titubante, ricambiò.

Non riuscivo neancora a crederci. Mi staccai da lei. "Ora devi dirglielo al Re" disse entusiasta.
"Si" soffiai, scuotendo la testa e sorridendo come un'ebete.

La ringraziai nuovamente e uscii dalla stanza.
«Sono incinta» pensai, mentre liberai tutta la mia felicità in un pianto gioioso. Corsi in camera e mi stesi il letto. Ero felice.

Joseph mi aveva fatto il dono più bello. Non vedevo l'ora che tornasse.

Ore dopo...

Non avevo nemmeno pranzato, stavo ancora abbastanza male. Era quasi l'ora di cena.
«Quando torni Joseph?» pensai, mentre sospiravo e andavo davanti alla finestra.

Ad un certo punto la porta si aprì. Mi girai subito. Era il mio compagno.
"Joseph" disse andandogli incontro e abbracciandolo.

Lui ricambiò subito. "Andiamo a mangiare? Sto morendo di fame" disse al mio orecchio. Sghignazzai ed annuii.

Avevo deciso di dirlo davanti al branco. Uscimmo dalla porta e, dopo aver percorso la rampa di scale, entrammo nella sala.

"Stai meglio di oggi?" Chiese, con voce preoccupata. "Non sai quanto" risposi prendendogli la mano, mentre passavamo in mezzo ai tavoli.

Ci sedemmo sulle sedie. «D'accordo, fatti coraggio» pensai mentre mi alzavo in piedi.
Vidi con la coda dell'occhio Joseph, che mi stava guardando confuso.

"Potrei avere la vostra attenzione?" Chiesi rivolta a tutti il branco.

I presenti si girarono verso di me e si zittirono.
"Devo fare un annuncio!" Gridai, in modo che mi sentissero tutti.

«Avanti, dillo» pensai, mentre sentivo il mio cuore battere sempre più forte. Sorrisi e dissi:
"Tra poco ci sarà un principino o una principessina che girerà per questo castello".

Mi girai verso Joseph che aveva gli occhi sgranati.

«Forse non l'ha presa bene».







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Eccomiiii

Sono riuscita a pubbliareeeeeee.

Contenti?.

Piaciuto il capitolo?.

Nel prossimo capitolo metterò un salto temporale credo.

O forse in quello dopo.

Alla prossima!

The Alpha King: The BeginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora