Capitolo 6

2.4K 151 28
                                    

Bjorn

Mi svegliai di soprassalto sopra al mio letto.
La mia fronte era imperlata di sudore e il mio respiro era irregolare.

Girai la testa di lato e vidi Madeleine. "Donna!" Gridai. I suoi occhi nocciola si posarono nei miei dorati.

Sbuffò e si alzò dalla sedia posta davanti al letto. "Cosa diavolo è successo?" Domandai in modo brusco mentre mi tenevo la testa fra le mani.

"Sei svenuto" disse scocciata. "Non ti conviene tirare la corda con me sapendo già la fine che farai dopo che mi avrai dato ciò che voglio" affermai, avvicinandomi a lei.

"Sei un vero mostro" sussurrò lei, guardandomi in cagnesco. "Lo so" risposi, prendendole una ciocca di capelli biondi, quasi bianchi, tra le dita.

Era anche lei un ibrido, ovviamente non dalla nascita, non si nasceva ibrido, si diventava.

"Mi dispiace davvero che una ragazza innocente come te debba avere a che fare con uno come me" ammisi tranquillamente. Non mi interessava se avrebbe sofferto.

Dopodiché mi diressi in bagno. 'Bjorn' cominciò la voce nuovamente. Scossi la testa e la ignorai.

'Ti do un altro compito, ascoltami bene' continuò, facendomi provare dei brividi di paura lungo tutto il corpo.

'Cosa vuoi ancora?' Chiesi, mentre stringevo i pugni e guardavo l'espressione del mio volto riflessa nello specchio.

'Dovrai uccidere cinque persone, a meno che tu non voglia vedere collassare il tuo Regno' sussurrò, mentre la sua risata mi inondava le orecchie.

'Chi?' Domandò ormai, senza ribellarmi.
'Te lo dirò a tempo debito'.

Detto questo il 'demone', come lo chiamavo io, si dissolse nel nulla. Mi risciacquai il viso con l'acqua ghiacciata, cominciando a fare dei respiri profondi.

«Sta calmo» mi dissi a mente. Il respiro tornò regolare, così potei sedermi sul pavimento.

«Non voglio uccidere ancora» pensai, mentre sentivo i miei occhi inumidirsi. Non piansi perché non ero debole. Non lo sarei mai stato.

Joseph

Camminammo ad attraversare il bosco fino ad arrivare davanti al mio castello.

"Bjorn è messo proprio male" commentai, ripensando a quello che era successo in precedenza.

"La maledizione allora è vera" disse Samuel, guardandomi intensamente negli occhi.

Non riposi ma ricambiai lo sguardo.
"Samuel!" Gridò una voce di donna che mi fece alzare la testa di scatto.

Il diretto interessato sorrise e si diresse verso la ragazza dai lunghi capelli biondi.

"Mereope, hai per caso visto Lucinda?" Le chiesi, mentre era intenta ad abbracciare il suo compagno.

"Sì, ha detto che voleva a fare un giro per il castello" mi rispose.

Detto questo mi incamminai verso quest'ultimo. Entrai e cominciai a cercare Lucinda.

"Lucinda!" Urlai, in modo che mi sentisse. Non ricevetti nessuna risposta.

Continuai a camminare per i corridoi fino a quando non la intravidi parlare con una bambina.

"Eccoti qui" disse andandole incontro sorridente. Lei alzò la testa di scatto e, appena mi vide, mi sorrise a sua volta.

Dopo aver congedato la bambina, che corse lungo il corridoio, mi venne vicino.

"Sei stato da Bjorn, vero?" Domandò, sorprendendomi. "Si" riposi guardandola.
"Perché?" Chiese nuovamente lei, scuotendo la testa.

"Perché voglio sapere cosa ti ha fatto" affermai in tono burbero. Sospirò.

"Te lo vorrei dire, ma non so come fare" sussurrò, abbassando lo sguardo.

"Dimmelo e basta, quello stupido essere ha già i suoi problemi, non ti farà più del male" dissi cercando di prenderle la mano. Lei però la ritirò subito.

Sospirai pesantemente e continuai dicendo:
"Non sai quanto vorrei avere un contatto fisico con te, ma tu non vuoi e questo mi distrugge".
Lei mi guardò negli occhi.

"Provo a fare un eccezione" soffiò, prendendomi delicatamente la mano. La vidi sorridere.

Sorrisi a mia volta. "Non è poi così male, no?" Le chiesi, mentre mi godevo la sua bellissima espressione felice.

"No, affatto" rispose ridendo. "Re" disse una voce, rovinando quel momento.

Mi girai, ritrovandomi davanti Jared, il mio beta. "Che c'è?" Chiesi con una nota di rabbia nella voce.

"Ci sono problemi con i lupi" disse lui, facendomi preoccupare. «Proprio ora» pensai alzando gli occhi al cielo e stringendo i pugni.

"Arrivo" dissi rivolgendomi a lui. "Ora devo andare, mi dispiace" ammisi tristemente.

"Non fa niente" sussurrò lei sorridente, mentre mi lasciava la mano. La guardai un'altra volta ancora, poi seguii il mio beta.

Arrivammo davanti alla stanza delle riunioni.
Entrai. "Mio Re" dissero le persone presenti, all'unisono.

Guardai Jared interrogativamente. "Si ricorda che due mesi fa aveva indotto una procedura seconda la quale i lupi dovevano scegliere trenta rappresentati e poi venire qui, oggi?" Mi sussurrò all'orecchio in modo che solo io potessi sentire.

Era vero, me ne ero completamente dimenticato.

"Benvenuti" dissi sedendomi a capo tavola, mentre i presenti si sedevano nelle sedie libere intorno al tavolo.

"I nostri lupi non ne vogliono sapere di sottostare alle sue regola, Maestà" affermò un uomo, che proveniva dal continente asiatico.

"Vorrebbero fare parte di un branco piccolo, non grande come questo che comprende tutti i lupi esistenti" continuò, cercando di non farmi arrabbiare. Ci pensai.

«Beh, così posso controllare più confini e Stati, non avrò più così tanta responsabilità».

"D'accordo, vi do questa possibilità" soffiai, mentre cominciarono ad applaudire felici.
"Ma ad una condizione" continuai, mentre sui loro visi si dipingeva una maschera di preoccupazione.

"Quale?" Chiese l'uomo che aveva parlato precedentemente. "Sarò sempre io il vostro Re" affermai alzandomi di scatto a guardandoli uno ad uno.

Annuirono. "Bene, potete andare" continuai alzandomi e uscendo dalla grande sala.

"Ha fatto bene, Mio Re" disse Jared, affiancandomi. "Grazie" sussurrai solamente.

"Siete riusciti a tradurre quella stupida frase?" Domandai ancora, mentre sentivo la mia rabbia crescere.

"No" disse l'altro, abbassando il capo. Ringhiai e, senza salutarlo, andai nuovamente a cercare la mia compagna.

La trovai nel luogo di prima intenta a guardare il paesaggio esterno. "Lucinda" dissi piano, sperando mi sentisse lo stesso.

Lei girò piano la testa. "Com'è andata?" Mi chiese, mentre sentivo la sua preoccupazione crescere.

"Bene" affermai in modo sicuro. Dopo quelle parole si girò nuovamente verso la finestra.

"Ho deciso di dirti il mio segreto" sussurrò sospirando, mentre i suoi occhi si inumidivano.

"Qual è?" Chiesi, avvicinandomi a lei.
Le parole che mi disse dopo, mi distrussero.






~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ehiiii!

Mi spiace lasciarvi con la suspance.

Piaciuto il capitolo?

Alla prossima :)

The Alpha King: The BeginningWhere stories live. Discover now