Capitolo 11

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"Potresti accompagnare Yoongi a casa sua?" chiese Seokjin, facendo fare un verso infastidito a Yoongi.

"Non voglio tornare a casa con lui!" protestò, alzando la testa dal bancone con espressione scocciata. Jimin non riuscì a non pensare che, in quel momento, il detective sembrava una specie di bambino troppo cresciuto. Il barista ignorò le proteste del suo migliore amico, continuando a guardare il ragazzo.

"Come puoi vedere lui è troppo ubriaco per guidare. E io non posso lasciare il locale prima di un paio d'ore." spiegò, per poi fare un profondo inchino. "Ti prego, fammi questo favore." mormorò. Jimin sentì le proprie guance diventare rosse.

"N-no Sunbae! Alzati, ti prego, n-non c'è bisogno..." balbettò imbarazzato, gesticolando con agitazione. "Non c'è problema, posso farlo. Però io non ho una macchina. Non saprei come portarlo a casa sua e poi... non conosco nemmeno l'indirizzo..." aggiunse, grattandosi la nuca.

"Il mio nome è Seokjin. Puoi anche chiamarmi Hyung." disse il più grande, sorridendo leggermente. "Per quanto riguarda la macchina, non è un problema, puoi usare quella di Yoongi." aggiunse, avvicinandosi al registratore di cassa e prendendo un foglio di carta e una penna. "E invece, per quanto riguarda l'indirizzo... ecco a te." concluse, scrivendo rapidamente qualcosa sul foglietto e porgendolo al ragazzo, insieme alle chiavi dell'auto del detective.

"A nessuno interessa la mia opinione a riguardo?" sbuffò quest'ultimo, guardando male il suo migliore amico. "Sono un adulto, non ho bisogno di una scorta che mi accompagni a casa." borbottò. Seokjin alzò gli occhi al cielo, con espressione severa.

"Sarai anche un adulto, ma sei un adulto ubriaco che, al momento, non si regge neanche in piedi. Dovresti smetterla di bere così tanto, Yoongi, non ci sarò sempre io a farti da babysitter." lo rimproverò il più grande, ricevendo in risposta una sonora sbuffata.

"Detto dalla persona che mi riempie ogni sera il bicchiere è ironico." mormorò Yoongi, ricevendo un colpo in testa con un giornale arrotolato che Seokjin aveva tirato fuori da chissà dove.

"Non sei divertente. E adesso smettila di fare il bambino e tirati su, non far perdere tempo a Jimin." disse il maggiore. Il ragazzo non riuscì a non trattenere un un sorriso intenerito. Seokjin si comportava nei confronti di Yoongi proprio come si sarebbe comportata una madre col proprio figlio. "Jimin, non so come ringraziarti. Mi stai facendo un grandissimo piacere, stasera." ringraziò, rivolgendosi al ragazzo, il quale sorrise, mormorando un timido 'non c'è di che'. "La prossima volta che verrete qui, tu e i tuoi amici potrete bere gratis. Offre la casa." promise.

"Grazie mille, Seokjin Hyung." mormorò Jimin, facendo un profondo inchino per congedarsi dal più grande, per poi guardare il detective che, nel frattempo, aveva indossato la giacca e si era avvicinato barcollando alla porta.

"Datti una mossa, ragazzino." sbuffò, uscendo dal locale, seguito a ruota dal ragazzo, il quale notò subito la vettura familiare appartenente all'uomo, non molto distante dall'entrata del locale.

Prima che il detective potesse lamentarsi di nuovo, dato che quella sera sembrava farlo sin troppo spesso, Jimin aprì l'auto, sedendosi al posto di guida e guardandosi intorno, così da familiarizzare con l'abitacolo. Avvertì la presenza di Yoongi accanto a sé, che si era seduto con pesantezza sul sedile passeggero, ma non se ne curò, troppo occupato ad armeggiare con lo specchietto retrovisore e a ripetere mentalmente le marce.

"Per lo meno sai guidare una macchina?" chiese l'uomo, sbuffando rumorosamente, osservando con sguardo critico ogni movimento del più piccolo.

"Teoricamente sì. Ho passato con il massimo dei voti sia l'esame teorico che quella pratico." rispose quest'ultimo, infilando la chiave nel quadro e facendo partire il motore con un rombo sommesso e gentile.

Paroxysm || myg/pjmOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz