Capitolo 20

889 111 26
                                    

Nella stanza calò il silenzio per una manciata di secondi. Nessuno dei tre sapeva cosa dire, troppo scioccati da quella rivelazione. Nell'aria rimbombava ancora il suono delle parole uscite fuori dalle labbra del detective: Kim Seokjin. Il migliore amico di Yoongi. La persona con il sorriso gentile sempre stampato sulle labbra, il gigante buono che non farebbe male a una mosca. O almeno, questo era quello che credevano. A quanto pare si nascondeva ben altro dietro la maschera di gentilezza del maggiore. Qualcosa di oscuro e terribile.

"Spero... spero tu stia scherzando, Min." mormorò lentamente Namjoon, stringendo impercettibilmente i pugni e guardando il suo sottoposto, ancora seduto alla scrivania con i referti in mano e la sua tipica espressione neutrale stampata in viso. Jimin si chiese come facesse ad essere così imperturbabile, tanto da non mostrare la minima espressione davanti alla consapevolezza che il suo migliore amico era, con ogni probabilità, l'assassino che cercavano ormai da mesi.

"Ho l'aria di una persona che scherza, Capitano?" chiese sarcasticamente l'uomo, guardando come il suo capo si avvicinò a lui a grandi passi e prese dalle sue mani il documento, leggendo ciò che vi era scritto. Namjoon si irrigidì, stringendo il foglio tra le dita, per poi sbatterlo sulla scrivania. Si infilò una mano nella tasca dei pantaloni, tirando fuori il cellulare e portandoselo all'orecchio.

"Voi due. Andate a recuperare il vostro testimone, voglio la sua conferma sull'aspetto del colpevole." ordinò, guardando Yoongi e Jimin, mentre aspettava che la persona dall'altro lato del telefono rispondesse alla chiamata.

"E dove dovremmo trovarlo?" chiese il detective, alzando un sopracciglio. Namjoon si avviò a grandi passi verso la porta dell'ufficio.

"Non mi importa. Trovatelo. Lo voglio in centrale tra mezz'ora." disse serio, per poi tornare a prestare attenzione al suo cellulare. "Voglio un mandato di perquisizione per l'abitazione di Kim Seokjin. E un mandato di arresto. Vi mando i dettagli per fax. No, non mi servono per domani. Mi servono adesso. Nel giro di qualche minuto voglio una squadra a casa sua, sono stato chiaro?" ringhiò al telefono, chiudendosi la porta alle spalle con un rumore assordante.

Jimin sussultò leggermente per quel gesto e guardò il maggiore, mordendosi il labbro inferiore con forza. Non aveva mai visto il Capitano perdere il controllo in quel modo, era sempre stato così serio e professionale. D'altra parte era facile immaginare perché avesse avuto quella reazione. Tutti loro conoscevano Seokjin, anche se Jimin lo conosceva soltanto di vista.

"Invece che stare lì imbambolato, aiutami a trovare i documenti sul testimone." mormorò Yoongi, facendo scorrere rapidamente le mani tra tutte le carte che aveva sulla scrivania. "Fidati, non vuoi vedere il Capitano Kim quando è davvero arrabbiato." aggiunse, controllando un plico di fogli. Jimin si avvicinò, iniziando anche lui a controllare i fogli alla ricerca del documento di cui avevano bisogno per rintracciare il testimone.

"Una volta che tutto questo sarà finito la aiuterò a mettere tutto questo in ordine." promise il ragazzo, leggendo un documento che dedusse essere di un caso precedente a quello su cui stavano lavorando insieme e lo mise da parte.

"Non ti conviene. È davvero un disastro qui... ci metteresti davvero tanto tempo." rispose l'uomo, alzando un giornale e prendendo un foglio.

"Non è un problema... mi piace mettere ordine." mormorò il moro e sorrise leggermente, prendendo un foglio. "Trovato! Song Hyon-su." esclamò sorridendo, per poi far scorrere lo sguardo sul foglio, compilato dal testimone tempo prima, così da poter essere rintracciato in caso di necessità. "Non ha lasciato nessun recapito telefonico, mi pare che disse che non aveva un telefono. Però ha lasciato il suo indirizzo di casa." spiegò, mostrando il foglio al maggiore, il quale lesse l'indirizzo e prese la sua giacca.

Paroxysm || myg/pjmDonde viven las historias. Descúbrelo ahora