Capitolo 18

983 114 24
                                    

Non so quanto questo capitolo sarà coerente dato che lo sto scrivendo durante il viaggio di ritorno da Milano, con appena due ore e mezza di sonno, but that's okay, spero vi piaccia.

Il giorno dopo Jimin non andò a lavoro. E neanche il giorno seguente. E neanche quello dopo ancora. Yoongi aveva provato a chiamarlo un paio di volte, ma senza risultato. In compenso, aveva scritto molti messaggi che erano stati visualizzati, ma che non avevano mai avuto risposta.

In quei mesi di collaborazione forzata aveva imparato molte cose sul minore, compreso che tendeva molto ad autocriticarsi e a colpevolizzarsi per ogni minima cosa. E per la morte del suo amico non aveva fatto eccezione, anzi, se ne era addossato interamente la colpa, come se fosse stato lui con le sue stesse mani a ucciderlo.

E scoprire che Jungkook era morto perché stava andando a casa di Jimin, non aveva di certo aiutato le condizioni di quest'ultimo. Da quello che il Capitano Kim aveva raccontato a Yoongi, subito dopo l'interrogatorio di Taehyung, il ragazzo dai capelli arancioni sembrava letteralmente sconvolto e sul suo viso era dipinta un'espressione di puro orrore. Anche se il detective non riusciva a capire fino in fondo il dolore che stava provando Jimin, ogni volta che pensava a lui sentiva un'ondata di empatia invadergli il petto e scaldargli il cuore.

Yoongi non sapeva di preciso quando aveva iniziato ad avere un debole per quel ragazzino dal colore di capelli improponibile, sapeva solo che ormai Jimin era diventato parte della sua vita di tutti i giorni e, adesso che era sparito, il detective ne sentiva terribilmente la mancanza.

La mattina del quarto giorno entrò nel suo ufficio, sedendosi pesantemente sulla sua sedia e si passò una mano sul viso. La sera prima aveva bevuto molto. E anche quella precedente. Così per una settimana. Persino Seokjin iniziava a preoccuparsi. In quell'ultimo periodo il castano sembrava parecchio scosso, forse perché riusciva a percepire il disagio e il malumore del suo migliore amico.

Una volta che si fu tolto la giacca e sistemato davanti alla scrivania, Yoongi controllò i documenti che quella mattina gli erano stati dati da una segretaria e sospirò. Avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno prima di avere i risultati del DNA del capello trovato da Jimin sul corpo di Jungkook. La scientifica stava facendo del suo meglio, ma estrarre il DNA da un singolo capello poteva richiedere molto tempo, e Yoongi lo sapeva bene. Certo, sarebbe potuta andare meglio, avrebbero potuto trovare un campione di DNA migliore, ma sarebbe anche potuta andare peggio. Avrebbero potuto non trovare niente, come tutte le altre volte.

Il detective guardò la sedia vuota di fronte a sé, solitamente occupata da Jimin, e sospirò, prendendo il telefono tra le dita e osservando lo schermo spento, in una pausa di riflessione. Aveva senso chiamarlo, pur sapendo che lui non avrebbe risposto?

"Sembrerei disperato..." pensò l'uomo, passandosi nervosamente una mano tra i capelli, per poi sbloccare il cellulare e aprire la rubrica, cercando il numero di del ragazzo. Non che gli importasse più di tanto sembrare disperato perché, di fatto, lo era. Voleva che Jimin tornasse. E glielo avrebbe detto. Senza mezzi termini, senza giri di parole.

Non appena il detective portò il telefono all'orecchio, ascoltando il tipico segnale acustico che faceva la segreteria mentre il telefono squillava, sentì da dietro la sua porta una suoneria familiare, che gli fece spalancare gli occhi. Allontanò il proprio cellulare dall'orecchio ascoltando meglio il suono e si alzò dalla scrivania, avvicinandosi alla porta e ascoltando come, dall'altra parte, una voce familiare sibilava concitata.

"Stupido telefono, zitto, zitto." soffiò Jimin, cercando di abbassare il volume della sua suoneria. Yoongi scosse la testa, ancora una volta sorpreso dalla goffaggine del suo collaboratore, e aprì la porta, trovandosi davanti il ragazzo, intento ad armeggiare disperatamente col suo telefono. Rendendosi conto di essere stato colto sul fatto, Jimin chiuse la telefonata, schiarendosi la voce e guardando il maggiore.

Paroxysm || myg/pjmWhere stories live. Discover now