Capitolo 14

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"Jimin... Jimin, sveglia!" quasi urlò Jungkook, scuotendo la spalla del più grande per risvegliarlo dal suo stato di trance. Jimin sbatté le palpebre un paio di volte e si girò verso il minore, come se si fosse accorto solo in quel momento del ragazzo che lo stava richiamando più e più volte. "Terra chiama Jimin."

"C-Cosa?" chiese stralunato, raccogliendo il libro che gli era appena caduto dalle mani. Era possibile? Yoongi era davvero affetto da depressione? Forse stava solo saltando a conclusioni affrettate... eppure tutto sembrava avere perfettamente senso. I sintomi, l'atteggiamento del detective, persino il suo alcolismo...

"Il tuo telefono sta squillando." fece notare Jungkook, porgendo il cellulare al maggiore, il quale lo afferrò in fretta, leggendo il nome sullo schermo. Min Yoongi.

"Parli del diavolo..." pensò il ragazzo, per poi accettare la chiamata. "Pronto?"

"Finalmente." sbuffò spazientito il detective. Aveva uno strano tono, che Jimin non riuscì a identificare. Sembrava impaziente, ma allo stesso tempo aveva un tremito nella voce che, il ragazzo non voleva sbilanciarsi troppo, ma aveva tutta l'aria essere entusiasmo. "Quanto tempo ci metti a rispondere al dannato telefono?" chiese, facendo alzare quasi impercettibilmente gli occhi al cielo al ragazzo. Nonostante il suo tono fosse diverso, gli atteggiamenti scortesi erano i soliti.

"Non avevo sentito il telefono squillare..." si giustificò il minore, per poi scrollare le spalle. "È successo qualcosa?" domandò, passandosi una mano tra i capelli arancioni, spostandosi dal viso delle ciocche che gli coprivano la vista, appuntandosi mentalmente che avrebbe dovuto tagliarli il prima possibile.

"Si è presentato in centrale un uomo che dice di aver assistito all'ultimo omicidio che si è verificato." disse il detective, facendo rizzare la schiena a Jimin. Forse aveva capito male.

"Un... un testimone oculare?!" quasi urlò, facendo fare un verso infastidito al detective. Jungkook inclinò lateralmente la testa, osservando attentamente le reazioni del suo migliore amico.

"Sì, un testimone oculare. Muovi il culo e vieni qui, dobbiamo interrogarlo." ordinò Yoongi e Jimin scattò in piedi.

"Sì signore, sarò lì il prima possibile." rispose il ragazzo dai capelli arancioni, chiudendo la telefonata e guardando il più piccolo con un sorriso stampato sulle labbra.

"Che succede?" chiese il moro, guardando il suo migliore amico raccogliere le sue cose quasi di corsa.

"A quanto pare in centrale c'è un testimone che ha assistito all'ultimo omicidio. Sai... l'uomo col pacco regalo." disse Jimin, abbandonando il proprio sorriso e rimpiazzandolo con un'espressione seria al pensiero dell'uomo morto. Anche Jungkook assunse un'espressione rammaricata.

"Sì... ho capito chi, ne ho sentito parlare al telegiornale." mormorò quest'ultimo, stringendo leggermente i pugni e guardando il maggiore. "Beh, questa è una grande occasione per la risoluzione del caso. Fatti dire da quel testimone ogni cosa. E risolvi questo caso, Jimin." disse con tono infervorato, guardando il ragazzo negli occhi e facendo uno di quei suoi sorrisi che faceva automaticamente sorridere anche l'amico.

"Farò del mio meglio, Kookie. Come sempre." promise il maggiore, prendendo il proprio zaino e mettendo dentro il libro di Hoseok, per poi indossare il giubbotto e uscire dalla stanza, scendendo al piano inferiore. "Arrivederci, signora Jeon." disse educatamente, fermandosi davanti alla porta della cucina e facendo un profondo inchino alla donna, intenta a leggere dei documenti, probabilmente cose di lavoro. La madre di Jungkook, una donna molto bella, nonostante l'età, alzò lo sguardo dai suoi fogli, togliendosi gli occhiali che stava indossando per leggere meglio e fece un sorriso al ragazzo.

Paroxysm || myg/pjmWhere stories live. Discover now