Capitolo 14: It feels nice to know someone cares

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"Com'è morta tua madre?" domandò nuovamente lo sceriffo Stilinski.

Alzai gli occhi al cielo e mi appoggiai allo schienale della sedia su cui ero seduta "Ve l'ho già detto, è stato un attacco animale."

Stava per aggiungere qualcos'altro ma lo fermai. "Guardi sceriffo so che ci sono stati degli omicidi in questa città ultimamente, ma cos'ha a che fare questo con la morte di mia madre?"

"I tuoi genitori avevano dei nemici?" Mi chiese ignorando totalmente la mia domanda.

"No, tutti amavano i miei" bugia

"Posso andare a casa? Penso di dover chiamare la mia famiglia e dirgli della morte di mio padre" Chiesi alzandomi.

Mi accompagnò fuori dal suo ufficio, dove notai Stiles seduto su una sedia. Si alzò velocemente quando ci vide.

"Parrish, puoi portare Brianna a casa?" Disse lo Sceriffo al vice, colui che era venuto a casa mia per darmi la notizia peggiore della mia vita.

"No, papà la porto io" lo interruppe Stiles guardandomi. Non dissi niente, spostai lo sguardo solamente sullo sceriffo Stilinski per sapere cosa ne pensava.

"Okay va bene lo stesso" tornai a guardare Stiles, che mi condusse fuori dalla porta, fino a che non raggiungemmo la sua Jeep nel parcheggio.

Il tragitto verso casa mia fu silenziosamente imbarazzante quindi dopo un po' decisi di rompere il ghiaccio "Perché sei venuto?" Girò la testa verso di me per una frazione di secondo, per poi ritornare a guardare la strada. "Non che non l'abbia apprezzato, ma di sicuro avevi un sacco di cose da fare ed invece sei venuto a casa di una ragazza, che conosci appena, per vedere se avesse bisogno di qualcosa dopo che suo padre era scomparso. Non solo: l'hai accompagnata in ospedale per vedere il corpo del padre, sei venuto alla stazione di polizia e ora mi stai portando a casa. Qual è il tuo problema?" Non era mia intenzione suonare così antipatica o scortese.

"Penso che sia perché so cosa significa perdere un genitore" Disse calmo senza togliere gli occhi dalla strada.

"Per lo meno tu hai ancora tuo padre." Distolsi la mia attenzione da lui e appoggiai la mia testa al finestrino, guardando di fuori.

"Si, ma so anche cosa significa sentirsi solo e spaventato. Inutile....." sussurrò l'ultima parte, tanto che non ero del tutto sicura di averla sentita.

"Non ho bisogno della tua pietà." continuai ostinata.

"Brianna sei nuova qui! Sto solo cercando di esserti amico. Hai almeno sentito Allison o Lydia?" Disse sembrando infastidito.

Mi appoggiai al sedile iniziando a sentirmi debole. Potevo sentire gli occhi diventare lucidi. Il resto del viaggio passò in silenzio. La mia mente era altrove.

La signorina Blake mi aveva detto che se mi fossi trasformata in un vampiro sarei riuscita a spegnere la mia umanità, che sarei riuscita a spegnere le mie emozioni, e non avrei più sentito tutto questo dolore e  questa rabbia, nemmeno se avessi scoperto che mio padre era stato ucciso.

Credevo vivamente di doverlo fare. Cosa avevo da perdere? Non avevo niente, non avevo nessuno.

***

La mattina dopo mi alzai come ogni giorno preparandomi per andare a scuola. Sapevo che la cosa migliore sarebbe stata prendermi un paio di giorni per elaborare il lutto ma dovevo parlare con la Blake e fare molto altro il più presto possibile.

Stavo per uscire di casa quando mi venne in mente una cosa. Con cosa sarei andata a scuola? Non possedevo nessuno mezzo siccome la macchina di mio padre era considerata una prova.

Mi morsi il labbro e tirai fuori il telefono. Fissai per un attimo il suo contatto e poi schiacciai il tasto 'chiama'. Forse avrei dovuto semplicemente farmela a piedi, ma così avrei fatto irrimediabilmente tardi.

"Pronto?" la sua voce, ormai familiare, mi arrivò all'orecchio.

"Hey Stiles sei già a scuola?" sfregai le labbra nervosamente.

"No sto per partire ora, perché?"

Mi fermai un attimo prima di chiedere "Puoi darmi un passaggio a scuola?"

La linea stette in silenzio per un po' "Sei sicura di voler andare a scuola?" annuì come se potesse vedermi.

"Si voglio diplomarmi e non posso perdere troppi giorni" fu la prima scusa che mi attraversò la mente.

"Okay certo. Um sarò li tra poco" lo ringraziai per poi riagganciare.

Aspettai poco più di cinque minuti prima che arrivasse. Chiusi la porta di casa e salì sulla Jeep. "Grazie ancora Stiles" dissi mettendo la mia borsa a terra tra le gambe.

"Nessun problema" dissi piano. Accese la macchina e iniziò a guidare verso scuola.  Per la maggior parte del viaggio stette in silenzio, e per quanto mi sarebbe piaciuto mantenere tale silenzio, il senso di colpa per come mi ero comportata la sera prima mi stava mangiando viva.

"Mi dispiace per averti urlato contro la scorsa notte. Non avevo nessuna scusa per farlo. Lo so che stavi solo cercando di essere gentile." mi girai guardandolo in faccia.

Sorrise. "Tranquilla. E' tutto ok, stai attraversando un brutto periodo."

"Ho apprezzato il fatto che eri lì per me, davvero. E' bello sapere che c'è qualcuno che ci tiene." vidi la sua faccia illuminarsi quando sorrise nuovamente alle mie parole.

"Io ci sono se hai bisogno di parlare." Sorrisi per poi abbassare lo sguardo sulle mie mani. "Comunque ho bisogno di chiederti una cosa.... cosa farai ora? Ti trasferirai di nuova nel South Carolina?"

"Ho chiamato mia zia ieri sera e ci siamo messe d'accordo. Organizzerà lei il funerale quindi andrò là un giorno durante la settimana per quello e poi non so cosa succederà. Forse dovrò andare in tribunale o qualcosa del genere per la custodia siccome sono minorenne e non posso starmene per conto mio." scrollai le spalle staccando lo smalto delle mie unghie.

"Spero che vada tutto bene" girò la testa sorridendomi

Amatemi nonostante  il ritardo!
Comunque grazie per i commenti e spero che almeno adesso d'estate riesca a scrivere il più possibile

New Girl // Stiles Stilinski [1] #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora