Capitolo 16:First Feed

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Brianna's POV

I miei occhi si aprirono lentamente e con fatica a causa dell'enorme luce che risplendeva sopra di me. Sentivo un peso sulle gambe e sulle braccia. Un gemito uscì dalla mia bocca quando provai a sedermi siccome quei pesi mi trattenevano. La testa mi scoppiava.

"Finalmente ti sei svegliata" sentì una voce sconosciuta pronunciare. 

"Dove sono?" chiesi, finalmente capace di tenere gli occhi aperti.

"Sei in una clinica veterinaria." Girai la testa per vedere un uomo che mi sorrideva. Mi sembrava famigliare ma non ero sicura di chi fosse.

"Come ci sono arrivata qui? Perché non posso muovermi?" rimase in silenzio, puntando una luce nei miei occhi.

"Chi ti ha fatto questo?" lo guardai confusa.

"Pallore e sensibilità alla luce sono dei segni, ma se non mi avessi attaccato sarebbe stato difficile capire cosa sei, ma ora è ovvio."

"Chi sei? Come ci sono arrivata qui?" chiesi cercando di liberarmi da qualsiasi cosa mi stesse trattenendo.

"La perdita della memoria è un altro segno. Ma questo è solo l'inizio. Wow sei veramente...."

"Chi ti ha fatto questo?" chiese ancora. "E' stato qualcuno, o qualcosa?"

La rabbia incrementava man mano che tentavo, invano, di liberarmi "Lasciami andare!" urlai. Perché ero così arrabbiata? 

Snap

Guardai in basso non appena sentì le braccia libere. Guardai l'uomo di nuovo, di cui ancora non conoscevo il nome, e notai che era perplesso quanto me.

Mi sedetti, liberando anche le gambe. Mi alzai, pronta a correre fuori dalla porta ma il mio cervello era come se stesse bruciando.

Misi le mani ai lati della testa e caddi in ginocchio "Andrà tutto bene, è parte della transizione. Devi sederti" mi disse.

Mi aiutò ad alzarmi da terra e mi fece sedere su una sedia "Chi sei?" chiesi, lasciando andare la testa e porgendo lo sguardo su di lui.

"Sono il Dottor Deaton" mi rispose gentilmente.

"Come sono arrivata qui?"

"Perché non facciamo un patto, risponderò a una delle domande se tu rispondi a una delle mie." annuì piano.

"Non sono sicuro su come tu sia arrivata qua ma quando ti ho trovata eri coperta di sangue e hai cercato di attaccarmi. Sai cosa sei vero?" mi chiese.

"Ha funzionato?" chiesi alzandomi, guardando le mie mani. Aveva ragione, ero coperta di sangue.

Sorrisi a me stessa, aveva funzionato, "Chi ti ha fatto questo?" ridacchiai.

"Non devo raccontarti nulla" e dopo questo mi trovai fuori in pochi secondi.

Corsi fino a che non arrivai a casa mia. Andai in camera mia e mi cambiai in qualcosa che non fosse ricoperto di sangue.

La testa ricominciò a farmi male quando feci per uscire dalla mia stanza. Mi appoggiai allo stipite della porta prendendomi la testa con una mano.

Quando non sentì più male mi diressi in bagno. Mi appoggiai al lavandino guardandomi allo specchio.

Trasalì dal dolore quando sentì le gengive farmi male. Dal mio riflesso allo specchio potei vedere due denti affilati e più lungi degli altri apparire. 

Strabuzzai gli occhi e feci un passo indietro, spaventata. Uscì dal bagno, scesi le scale e andai in salotto, dove vidi una foto di me e dei miei genitori.

Iniziai a piangere. Presi la foto e la lanciai per terra, frantumandone il vetro. Le mie emozioni erano come impazzite. Era come se tutto fosse..... All'improvviso mi rivennero in mente le mie ricerche e mi ricordai di aver letto che le emozioni venivano tutte amplificate: insieme all'udito, alla forza e alla velocità.

Dovevo solo calmarmi. Presi un respiro profondo e chiusi gli occhi. Eppure, sembrava impossibile concentrarmi, specialmente considerando quanto fossi affamata. Andai in cucina, preparandomi un panino e sperando che quello mi avrebbe dato un minimo di sollievo.

Non appena addentai il panino, mi venne immediatamente un conato di vomito. Lo sputai nel lavandino sciacquandomi la bocca. Faceva schifo, era disgustoso. Provai a mangiare qualcos'altro ma successe la stessa cosa con qualunque altro alimento provassi a mangiare.

Sentì la rabbia ribollirmi nelle vene. Era un'altra cosa da vampiri? Non potevo più mangiare un cazzo?!

Buttai tutto sul banco della cucina in preda ad uno scatto d'ira. Cominciai a sentire la testa scoppiare di nuovo e caddi ancora sulle ginocchia.

"Sto bene amore, è solo un graffio" alzai la testa

"C'è qualcuno?" mi alzai piano.

"Stai sanguinando, dovremmo tornare in macchina e andare a casa a pulirci" mi avvicinai alla porta aprendola, uscì da casa e camminai per il bosco che si trovava dietro casa mia.

"Jack sto bene, finiamo la nostra escursione e basta" corsi verso la voce. E in pochi secondi realizzai che proveniva dal sentiero escursionistico che si trovava a circa un chilometro e mezzo da casa mia.

Vidi un ragazzo e una ragazza seduti su una roccia dietro al sentiero. MI avvicinai dietro di loro. "Va tutto bene?" chiesi. Entrambi sobbalzarono dallo spavento in quanto non si erano ancora accorti del mio arrivo. 

"Whoa sei uscita dal nulla. Comunque, si, va tutto bene, sono solo caduta e mi sono sbucciata il ginocchio" rispose la ragazza ridacchiando.

Guardai il ginocchio e vidi del sangue uscire dalla sua gamba. Mi avvicinai ancora accovacciandomi "Non ha una bella cera, cosa è successo?"

"Ha deciso di mettere su uno spettacolino cercando di correre all'indietro ma poi è caduta" rispose il ragazzo sorridendole. Lei in risposta gli fece la linguaccia per poi spingerlo giocosamente.

Tornai a guardare la sua gamba e il sangue che la stava ricoprendo. Non mi aiutava continuarlo a fissare. Il sangue era troppo- "Hei, cos'hai agli occhi?"

Volsi il mio sguardo su di lei e potei sentire i miei denti ricominciare a far male. Si alzò dalla roccia spaventata, lei e il ragazzo fecero un passo indietro.

"Stai bene?" chiese il ragazzo. Mi alzai anche io e iniziai ad avvicinarmi a loro lentamente.

"Sto bene, sono solo.....affamata" mi lanciai sulla ragazza.

Urlò quando i miei denti entrarono nel suo collo. Non sapevo nemmeno io cosa stavo facendo. Era come un riflesso.

La scansai quando smise di urlare. Potevo sentire lacrime cadere dai miei occhi quando la vidi cadere per terra priva di vita. Mi guardai vedendo sangue cadere dalla mia bocca sporcando i vestiti.

L'avevo appena uccisa. Spostai la mia attenzione sul ragazzo che mi stava fissando con orrore. "Mi dispiace" dissi con la voce spezzata prima di lanciarmi addosso a lui.

New Girl // Stiles Stilinski [1] #Wattys2018Where stories live. Discover now