Capitolo 24

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Ultima volta

Mi sentivo a disagio a stare tutta sola nell'appartamento di Paul, così andai nella sua stanza, anzi ormai era nostra anche se preferirei dormire nella camera degli ospiti .Rifeci il letto che emanava il suo profumo che mi mandava in estasi, lo inalai più volte, era fresco e leggero e per un attimo le farfalle stavano danzando nel mio stomaco," no, non posso stare con lui, ne tanto meno amarlo, lui e tutto il contrario di quello che cerco" ripensai che stavolta bastard non mi aveva detto niente sul fatto che non volevo andare a lavoro, wow un piccolo miglioramento .Uscii dal suo appartamento che non sapevo dove si trovasse ,infatti quando misi piede fuori avevo perso il senso dell'orientamento ma poi in mente mi venne un flash, potevo raggiungere perfettamente la sede dell'Fbi a piedi perché era poco distante da qui. Memorizzai l'indirizzo dell'appartamento di Paul e mi diressi verso la sede dell'FbI, per non dare sospetti mi feci una coda e mi misi gli occhiali da sole e un capello. Camminai a testa basta per tutto il tragitto e pregai che questa volta ci fosse qualcuno, prima di suonare feci un lungo respiro e recitai "ti prego fai che ci sia qualcuno" quelle parole si ripetevano nella mia testa da quando ero partita , suonai e iniziai a contare : uno, due, tre, quattro, cinque , qualcuno rispose al citofono
- chi è ?- chiese una voce femminile- agente James -
-si accomodi- la porta fece uno scatto metallico, mi avvicinai e l'aprii , i cardini della porta cigolarono e feci un balzo perché avevo un po' paura, tolsi il mio travestimento e mi diressi verso l'ufficio di Rooswort , bussai con vigore , dovevo farlo, non me la sentivo più
- avanti- rispose ,timidamente aprii la porta e il mio sguardo cadde subito sulla figura di Rooswort , era alzato dietro la sua scrivania , ma non era solo nella stanza seduto sulla sedia con la testa girata verso di me c'era John .. John ? si proprio lui.
- sapevamo che saresti arrivata da un momento all'altro- disse Rooswort che teneva le mani dietro la schiena
-perché sei venuta?- chiese John,
- io-io volevo comunicarvi le mie dimissioni-
-cosa?- chiese Rooswort , sul suo viso si era formata un 'espressione di sorpresa
- sei sicura Beatriçe?- chiese John -sicura,al cento per cento- avevo preso una decisione che veniva dal mio cuore, non sarei stata forte abbastanza per continuare questa messa in scena , lo dovevo fare subito
-per caso c'entra il fatto che ti sei fidanzata con Paul-
- no , lui non c'entra niente, è stato solo per la sua immagine- risposi anche se mi faceva male , avevo iniziato ad amarlo a modo mio ,anche se avevo voglia ucciderlo qualche volta.
- ricorda che ti terremo sempre sotto controllo-
-si, ricorderò-
-arrivederci- salutai e non volli sentire le loro risposte, mi sentivo più leggera , avevo tolto un peso sul cuore.

Lo aspettai nel suo ufficio seduta sulla sua poltrona,inizia a giocherellarci come faceva lui e dovevo ammettere che era davvero divertente. Ad un certo punto la porta si aprì con un gran tonto feci un balzo su me stessa mi girai ma non vidi nessuno che stava entrando. Ritornai a giocherellare ma poi mi sentii stringere le caviglie, gettai un grido e poi abbassai lo sguardo e vidi Bastardman ,piegato sul pavimento che stava morendo dalle risate - dovresti vedere la faccia che hai fatto- disse ridendo tenendosi con le braccia incrociate , la pancia
- sei solo uno stupido, mi hai fatto venire un colpo-
- dopotutto te lo meritavi- si alzò e si ricompose , mi piaceva tanto questo lato giocherellone di Paul , infondo lui era pur sempre ancora un ragazzino dentro di se , un ragazzino come Peter pan , che non voleva crescere
-cosa volevi?-
-ti volevo dire che ho lasciato il mio lavoro al Fbi -
sulla sua faccia comparve un smorfia di tristezza
- se è stato per colpa ,mia non volevo, non intendevo farti lasciare il tuo lavoro - - no, non è stata colpa tua- lo rassicurai
- voglio partire , fra sei mesi - dichiarai - dove vuoi andare?- chiese con un filo di preoccupazione nella sua voce
- voglio andare semplicemente via , non ho una meta -
-almeno spero che tu sia felice- non lo sono , ho scelto una strada difficile e so che dovrò soffrire ma alla fine almeno potrò dire che anche se ho fallito ci ho provato
-certo che lo sono- feci un timido sorriso, mi alzai dalla sua sedia e stavo quasi per uscire
-aspetta - mi chiamò mi girai e me lo ritrovai di dietro, mi diede un abbracciò e poi mi trascinò sul divano in braccio a lui prima però estrasse il telefono dalla sua tasca e disse
- fra un quarto d'ora vieni a prenderci- staccò il telefono e io mi accoccolai su di lui poggiando il viso nell'incavo del duo collo, chiusi gli occhi mi slacciò la coda e iniziò a toccarmi capelli e stamparmi dei piccoli baci sulla nuca, venni trasportata da un'ondata di mille sensazioni ad un certo punto le lacrime iniziarono a scendere , non sapevo perché piangevo ma sapevo che mi stavo liberando
- shh- mi sussurrò nell'orecchio , perché mi sta facendo questo effetto?
-dai su, ora smettila , andiamo a mangiare.- annui e per nascondere i miei occhi gonfi da un pianto liberatorio ,chiamiamolo così, misi gli occhiali da sole. Uscimmo dall'azienda mano nella mano ed ad aspettarci fuori c'era Martin con la macchina, mi aprì lo sportello e mi fece salire per prima.

-sei fantastico, è tutto buonissimo -dissi a Paul che aveva cucinato un pranzo con i fiocchi - grazie, sono contento che ti piaccia - iniziai a sparecchiare ma mi tirò per un polso e mi fece sedere sulle sue ginocchia così fui costretta a riposare il piatto sul
-stai ferma piccola- piccola? Iniziò a baciarmi, il collo poi passò alle labbra , che inizio a mordicchiarmele ,ogni volta che lo facevo gemevo, poi baciò delicatamente gli angoli della mia bocca e alla fine mi diede un bacio, passionale, focoso,a cui partecipai con piacere, la mia pelle fremeva sotto i suoi tocchi. Si alzò e io agganciai le gambe intorno la vita e le braccia intorno al collo e continuammo a giocare a rincorrerci con le nostre lingue, mi scaraventò con forza sul divano e si mise sopra di me , iniziò a baciarmi il collo con piccoli baci , che m' innescavano delle piccole scosse ,poi mi tolse la maglietta e continuò a baciarmi e poi si spostò sulla mia pancia ad un certo punto si fermò di punto in bianco e per vergogna mi portai impulsivamente le mani sul seno per cercare di coprirmi, si portò le mani hai capelli
- che cosa ho fatto?-
-non posso , farlo, non posso, sono stato uno stupido, tu devi cercare una persona che ti ami, io non lo posso fare perché non sono bravo ad amare le persone e gli faccio sempre del male- disse con una voce triste poi si alzò
- ti ricordo che stasera abbiamo un galà di beneficenza , quindi preparati alla otto devi essere pronta e se hai bisogno io sono nel mio studio, ho il pomeriggio libero- se ne andò , lasciandomi quasi sotto shock sul divano , nella mia mente andava avanti un dialogo
- Bea , devi iniziare a odiarlo- diceva il mio cervello- non posso- rispondeva il cuore
-si che puoi, ricorda , volere è potere- - mi sa che ti sbagli sta volta ho vinto io perché al cuore non si comanda-
-SMETTETELA - gridai a voce alta per poi alzarmi dal divano e correre in bagno, chiusi la porta a chiave e aprii l'acqua della vasca appena ce n'era abbastanza mi immersi con tutto quello che avevo addosso,presi un po' di sapone e lo misi nell'acqua bollente in modo da far formare la schiuma.
Rilassati, rilassati , pensai nella mia mente così chiusi gli occhi e coccolata dall'acqua e dalla schiuma del sapone scivolai nel sonno. Ero su una scogliera , mi sporsi per vedere il mare che si infrangeva sulle rocce con irruenza, avvertii un'ombra dietro di me così mi girai, ma non vidi nessuno, quindi pensai che era solo la mia immaginazione, ma poi qualcuno mi spinse persi l'equilibrio e mi scontrai con le rocce -ahhhhh- gridai, poi sentii una botta, la porta del bagno sbattere aprii gli occhi e trovai Paul accanto a me- e da un po' che ti chiamo, ma vedo che ti sei addormentata lì dentro, -doveva essere da molto che dormivo, l'acqua era ghiacciata e mi stava provocando dei brividi,
- dai su , esci che hai le labbra blu e sei pallida - disse in tono gentile e premuroso come se non fosse successo niente fra di noi, mi porse un asciugamano, lo afferrai e me lo avvolsi intorno , poi mi levai i vestiti bagnati che avevo addosso
- da su muoviti che è tardi e devi ancora prepararti- mi fiondai nella cabina armadio e presi un vestito di georgette color fiordaliso con un scollo tondo sul davanti e una scollatura profondissima sul di dietro a circa 10 centimetri dal sedere , poi indossai le décolleté con i diamanti argento. I capelli li lasciai cadere sulle spalle e scelsi un trucco leggero. Paul era mozzafiato, aveva un smoking grigio lucido con i bordi neri una camicia bianca e il papillon nero come le bordure e i capelli spettinati che gli donavano un aria tremendamente sexy
- sei bellissima! - mi disse facendomi l'occhiolino, non risposi mi limitai solo a fare un piccolo segno con il capo a modo di ringraziamento , anche se volevo dirgli che sembrava un dio greco. Arrivammo al galà con la limousine di Paul che si fermò davanti al tappeto rosso all'entrata dell'hotel, Martin scese e aprì la portiera, per primo uscii Paul e i flash dei fotografi iniziarono a lampeggiare all'impazzata poi toccò a me scendere e rimasi accecata dai tutti quei flash. Paul mi porse il braccio e io mi avvinghiai a lui , ci avviammo dentro l'hotel sfilando su quel tappeto rosso come delle star .

La mia dipendenza. ..tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora