Capitolo 28

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Si esce

-dai Beatriçe, dimmi se ti è piaciuto- chiese impazientemente - bho non lo so, ci devo pensare su- iniziai a fare un pò di scena facendo finta che mi stavo concentrando su qualcosa- si, mi è piaciuto, come mi piace tutto di te, c’è bisogno di chiederlo, però ora rimettiti a letto sei ancora debole- mi  avvicinai e mi alzai sulle punte dei piedi  e sfiorai il mio naso con il suo- mi sono scordato di fare una cosa?- mi fece sobbalzare quando disse quelle parole, chissà cosa aveva in mente di fare ?Non m’importava molto perché potevo stare con lui, l’uomo che aveva aperto con una chiave introvabile il mio cuore, unendolo al suo, facendolo diventare unico , un cuore, una sola anima ,una sola persona.- auguri , mia piccola principessa , anche se in ritardo- mi tirò le orecchie – uno, due , tre, quattro , cinque, sei, sette, otto, nove, dieci , undici, dodici , tredici, quattordici, quindici, sedici, diciassette, diciotto e diciannove- poi mi posò un bacio sulla fronte – come fai a sapere che ho fatto il compleanno- - Beatriçe , ci sono tante cose di te che conosco, sei nata esattamente il 20 ottobre 1995 alle sedici e cinque in punto e se proprio vuoi scendere nei dettagli pesavi 2 chili e 953 grammi -   -questa cosa di te mi mette un po’ paura-  -non preoccuparti , so che anche John è una spia e mi sta tenendo sotto controllo- non risposi, era davvero ben informato sui fatti-mi  dispiace per il nostro weekend ed anche per averti  rovinato il giorno del tuo compleanno, ma ti giuro che ti farò una sorpresa- - non ho bisogno di sorprese, la mia sorpresa sei tu e il tuo risveglio, non sai dentro di me quanto sono felice, anche se non lo dimostro-gli stampai un altro bacio sul naso – ora però ,siediti- - si – l’accompagnai e lo feci sedere sul letto, con le gambe a penzoloni- siedi fra le mie gambe- m’incitò lui facendomi l’occhiolino – per fare certe cose c’è ancora tempo- - ma sei una piccola pervertita , dai siediti qui- mi fece segno fra le sue gambe che allargò per farmi spazio , mi accomodai fra le sue gambe dandogli la schiena, poi lui poggiò il suo  mento sulla  spalla destra. Seduta in quel modo mi sentivo protetta . – ti devo confessare una cosa- dissi , lui non disse niente udii solo che ispirò profondamente  e poi mi sussurrò vicino all’orecchio – mi è mancato il tuo profumo, comunque cosa mi volevi confessare?- la sua voce fece trapelare un velo di tristezza, la stanza piombò nel silenzio, l’unica cosa udibile che sembrava quasi un sussurro erano i nostri respiri sincronizzati- avevo il terrore  che non ti saresti mai svegliato-  - io avevo invece  il terrore di non rivederti, forse me lo sarei meritato- - no, non è vero , non telo saresti meritato- lo corressi – non sei diventato così perché lo hai voluto tu ma solo perché sei stato costretto, quindi ti meritavi vivere-  iniziò a farmi il solletico con i leggeri baci che mi lasciava sul collo, iniziai ridere, non potevo crederci che lui era il mio fidanzato ,- dai smettila mi fai il solletico- lui continuò sta volta con le mani e mi solleticò la pancia – dai smettila-  - no , mi piace  perché stai ridendo, e quando ridi il mo cuore è contento- spostai tutto il mio peso sulla schiena in modo da costringere Paul a toccare la schiena con il materasso, fatto questo con una mossa repentina mi girai in modo che le nostre pance si sfiorassero , ero sopra di lui –ora smettila perché se no inizio io- alzò le braccia in segno di resa, poi mi appoggiai con il viso sul suo petto e lui mi abbracciò e iniziò a lasciarmi dei bacetti sulla nuca – ti amo- dissi pianissimo – lo hai detto veramente o me lo sono immaginato?- chiese incredulo –Ti AMO- gridai – allora non me lo sono immaginato- -no- ci scambiammo un bacio che ci regalò un turbinio di sensazioni piacevoli.- ora vai a farti una bella dormita che sei stanca- mi disse – non ti lascio da solo- -sei una bambina capricciosa , ti ho detto vai a farti una bella dormita e poi torni, non ti ho mica chiesto chissà che- -no , no e no- incrociai le braccia sopra il petto – ti prego non farmi arrabbiare- -no non voglio farti arrabbiare però non voglio andare a casa- -dai- mi incitò – e va bene , vado però dormo solo un pochino,- - no tu devi dormire tutta la notte tanto è già tardi, sono le 8 , domani mattina verrai a trovarmi e cosa importante mangia- disse in tono autoritario – la cosa si sta capovolgendo, sono i quella che ti dovrebbe dare raccomandazione invece sei tu, va bene vado a casa- -quale casa? –chiese curioso – il mio appartamento - - sbagliato, vai nel mio appartamento- - si, signor capo- era diventato un pochino insopportabile, mi stavo avvicinando per dargli un ultimo bacio dopo tutte le coccole che ci eravamo scambiati – quando arrivi, di a Martin di passare qui- - va bene- dissi ,-però ora ritorniamo a cose più importanti- dissi io. Gli stampai un bacio sull’angolo della bocca –buonanotte e sogni d’oro- gli sussurrai nell’orecchio provocandogli un brivido- notte amore mio, ti sognerò- - che sei tenero , ora però vado- - si , stai attenta- - te lo prometto- uscii dall’ospedale  e andai nell’appartamento di Paul.

La mia dipendenza. ..tuМесто, где живут истории. Откройте их для себя